martedì 4 marzo 2014

Riedel, l'anno del cavallo (e della Coca-Cola)


Il decanter Amadeo double magnum e Maximilian Riedel
Finalmente Riedel si rilassa. Dopo aver bevuto Bordeaux e Riesling, Borgogna e Brunello, Montrachet e Barolo, ha deciso di sciacquarsi la bocca con una bottiglietta di Coca-Cola. Ma, ohibò, i bicchieri in giro non gli sembravano adatti al pizzicore della bevanda e al suo sapore dolcemente citrino. E allora, se ne è fatto uno nuovo di zecca.
Riedel è un’azienda austriaca di bicchieri e decanter d’alta gamma, a conduzione familiare da oltre 250 anni. Attualmente è guidata da Maximilian Riedel, 37 anni, ceo e direttore generale, mentre il padre George Riedel (64) conserva la carica di direttore generale della Riedel Glass Austria. Ha stabilimenti di produzione anche in Germania, ed è celebre per i suoi bicchieri di cristallo, soffiati a bocca o a macchina, dalla forma differenziata e maggiormente adatta a ciascun tipo di vino.
Coca-Cola e il suo nuovo bicchiere
griffato Riedel
Un anno fa la Coca-Cola ha chiesto alla Riedel di studiare un bicchiere apposito per la sua famosa bibita: George Riedel ha allora coordinato un gruppo di degustatori esperti, che hanno provato la Coca in vari tipi di bicchiere. Sulla scorta dei loro suggerimenti, l’azienda ne ha sviluppato uno, in vetro, che è stato alla fine approvato come il migliore per esaltare il gusto della bevanda. Il bicchiere è ispirato alla forma della bottiglia “contour” della Coca-Cola stessa (brevettata nel 1915) ed è ora in vendita al prezzo di 15 € (19,99 $ negli Usa).
Un assaggio effettuata nello showroom di Kufstein, in Austria, dove si producono esclusivamente bicchieri e decanter in cristallo al piombo, realizzati a mano e soffiati a bocca,  ha dato la prova di quanto il contenitore sia importante al fine di percepire i sentori delle bevande. In un normale bicchiere non si avvertivano odori particolari e l’effervescenza della Coca risultava scarsa, mentre dal nuovo bicchiere escono aromi inaspettati, la dolcezza si fa più complessa, amaricante e agrumata, le bollicine persistono.
Certo, una bella dimostrazione di tecnica applicata alla fantasia progettuale quella di Riedel (e un bel business, presumibilmente: è la prima collaborazione dell’azienda di Atlanta con un altro marchio, sia pure di risonanza mondiale anch’esso, ma di ben altra gamma).
Ovviamente chi ama il vino preferisce la miriade di invenzioni che Riedel negli ultimi trent’anni ha messo in piedi per gustarne al meglio ogni tipologia possibile di bianco, rosso o rosé, fino ad arrivare ai calici per liquori, distillati e cocktail (curiosissima una coppetta martini, dallo stelo traforato, per accogliere il cocktail in modo che il liquido non rischi di debordare dagli orli, mentre si passeggia durante un party).
Kufstein è una cittadina di circa 15mila abitanti, sulle rive del fiume Inn, in quella parte del Tirolo che è
Bicchieri della serie Sommeliers: in alto e al centro
con bevante nero; lo stelo rosa
è realizzato con una striscia di vetro rosso inserita nel cristallo chiaro
più vicina alla Baviera (Germania), a metà strada fra Innsbruck e Salisburgo. Ha un centro storico raccolto, ma di fascino, dominato da un’antica fortezza, con belle stradine che sfoggiano archi medievali e ristorantini di solida cucina tirolese. Come l’Auracher L
öchl (Römerhofgasse 4, tel.+43.5372.62138, www.auracher-loechl.at), che nei suoi locali tradizionali propone tapas tirolesi (vabbè, perdoniamo la commistione ispano-austriaca della definizione), spätzle di Kufstein al formaggio, duetto di canederli, gulasch con pane rustico e tafelspitz alla viennese, con midollo, patate al forno e varie salse (due piatti, sui 30 €).
Non lontana dal centro sorge il moderno edificio che ospita la Riedel, con lo showroom, compreso il reparto delle offerte scontate, e la fabbrica-atelier dei bicchieri. Qui lavorano operai-artigiani che soffiano il vetro con lunghi e stretti cannelli metallici. Il cristallo si ottiene fondendo nel forno un insieme di sostanze, dalla sabbia silicea ai vari carbonati, all’ossido di piombo. Ma come trasformare la massa incandescente in un bicchiere di cristallo? Vi provvedono diversi pool di operai specializzati, un tempo composti addirittura da 11, oggi ridotti a 4 o 5 persone, essendo state le altre sostituite da piccole attrezzature e, per quanto riguarda il calore dei forni, dal computer. Ogni operaio (ma spesso si tratta di artigiani, per non dire maestri veri e propri) ha le proprie mansioni, ma tutti devono lavorare in maniera strettamente coordinata. Viene prelevata una giusta quantità di cristallo liquido dal forno con una canna: la materia incandescente viene passata a un soffiatore che la prepara e la modella, poi il vetro incandescente viene introdotto nello stampo, prende forma e viene estratto. Quindi si attaccano il gambo e poi il piede. Occorre poi temperare il futuro bicchiere, riportando il pezzo dai 150/200° cui è stato abbassato durante le prime lavorazioni, a 350-400° e quindi ulteriormente raffreddato. Infine gli va tolta la calotta di cristallo che ha fatto presa precedentemente e infine va rifinito. L’ambiente è caldo (molti lavorano in pantaloni corti e maglietta), ma non certo “infernale” come doveva essere nei tempi passati. E conserva non poco dell’antico fascino che avevano le vetrerie di un tempo, il fuoco, i soffiatori, la magia del cristallo che prende forma e in certi casi si colora, grazie alla sapiente aggiunta di selenio (per il rosa) cobalto (per il blu), ossido di rame (per il verde), cadmio per il rosso e così via.
Tutti i procedimenti si possono osservare dall’alto, da una balconata da cui si spazia sul grande locale. Si può anche godere lo spettacolo multimediale Sinnfonie, una sorta di viaggio sensoriale che rivela la filosofia del gusto che sta alle spalle di ogni bicchiere e decanter di Riedel.
Caraffe e decanter
Decanter Horse
La pietra miliare della Riedel è la collezione Sommeliers, del 1973, progettata secondo i principi della scuola della Bauhaus: la forma segue la funzione. Sono seguite le linee soffiate a macchina (nello stabilimento bavarese del gruppo) come Vinum e Ouverture (quest’ultima in vetro), la O, linea varietale specifica a forma di tumbler e varie altre. Finalmente, nel 2008, Riedel crea una nuova linea di cristallo a lavorazione manuale, la Sommeliers Black Tie, con stelo nero per il vino rosso oppure base nera per il bianco, elegantissimi.
Ma il campo in cui la fantasia dei designer si è più sbizzarrita è quello dei decanter (e qui c’è quasi sempre la mano di Maximilian Riedel). Fra le ultime novità, l’Amadeo a forma di lira (lo strumento musicale), Il Titano boa (solo 500 pezzi) a doppia decantazione, l’Horn, a corno postale, il nuovissimo Horse, in occasione appunto dell’anno del cavallo cinese, il 2014, con un profilo equino all’interno. “Il profilo concavo del decanter”, sostengono alla Riedel, “aiuta anche il processo di decantazione del vino. Dopo aver versato il vino nel decanter, scuotere gentilmente sino alla formazione di un sottile strato di bollicine, che aiutano a ossigenare il vino, aumentandone l’areazione e valorizzando gli aromi e i caratteri del vitigno”. Chapeau. Anzi, no, Verre (bicchiere) per continuare col francese. Enfin, on boit. E il vino? Non tavernelle, s’il vous plait…
Info: www.riedel.com/it

Nessun commento:

Posta un commento