Il decanter Amadeo double magnum e Maximilian Riedel |
Finalmente Riedel si
rilassa. Dopo aver bevuto Bordeaux e Riesling, Borgogna e Brunello, Montrachet
e Barolo, ha deciso di sciacquarsi la bocca con una bottiglietta di Coca-Cola.
Ma, ohibò, i bicchieri in giro non gli sembravano adatti al pizzicore della
bevanda e al suo sapore dolcemente citrino. E allora, se ne è fatto uno nuovo
di zecca.
Riedel è un’azienda
austriaca di bicchieri e decanter d’alta gamma, a conduzione familiare da oltre
250 anni. Attualmente è guidata da Maximilian Riedel, 37 anni, ceo e direttore
generale, mentre il padre George Riedel (64) conserva la carica di direttore
generale della Riedel Glass Austria. Ha stabilimenti di produzione anche in
Germania, ed è celebre per i suoi bicchieri di cristallo, soffiati a bocca o a
macchina, dalla forma differenziata e maggiormente adatta a ciascun tipo di
vino.
Coca-Cola e il suo nuovo bicchiere griffato Riedel |
Un anno fa la Coca-Cola ha
chiesto alla Riedel di studiare un bicchiere apposito per la sua famosa bibita:
George Riedel ha allora coordinato un gruppo di degustatori esperti, che hanno
provato la Coca in vari tipi di bicchiere. Sulla scorta dei loro suggerimenti,
l’azienda ne ha sviluppato uno, in vetro, che è stato alla fine approvato come
il migliore per esaltare il gusto della bevanda. Il bicchiere è ispirato alla
forma della bottiglia “contour” della Coca-Cola stessa (brevettata nel 1915) ed
è ora in vendita al prezzo di 15 € (19,99 $ negli Usa).
Un assaggio effettuata nello
showroom di Kufstein, in Austria, dove si producono esclusivamente bicchieri e
decanter in cristallo al piombo, realizzati a mano e soffiati a bocca, ha dato la prova di quanto il contenitore sia
importante al fine di percepire i sentori delle bevande. In un normale bicchiere
non si avvertivano odori particolari e l’effervescenza della Coca risultava
scarsa, mentre dal nuovo bicchiere escono aromi inaspettati, la dolcezza si fa
più complessa, amaricante e agrumata, le bollicine persistono.
Certo, una bella
dimostrazione di tecnica applicata alla fantasia progettuale quella di Riedel
(e un bel business, presumibilmente: è la prima collaborazione dell’azienda di
Atlanta con un altro marchio, sia pure di risonanza mondiale anch’esso, ma di
ben altra gamma).
Ovviamente chi ama il vino
preferisce la miriade di invenzioni che Riedel negli ultimi trent’anni ha messo
in piedi per gustarne al meglio ogni tipologia possibile di bianco, rosso o
rosé, fino ad arrivare ai calici per liquori, distillati e cocktail
(curiosissima una coppetta martini, dallo stelo traforato, per accogliere il
cocktail in modo che il liquido non rischi di debordare dagli orli, mentre si
passeggia durante un party).
Kufstein è una cittadina
di circa 15mila abitanti, sulle rive del fiume Inn, in quella parte del Tirolo
che è
più vicina alla Baviera (Germania), a metà strada fra Innsbruck e
Salisburgo. Ha un centro storico raccolto, ma di fascino, dominato da un’antica
fortezza, con belle stradine che sfoggiano archi medievali e ristorantini di
solida cucina tirolese. Come l’Auracher Löchl (Römerhofgasse 4,
tel.+43.5372.62138, www.auracher-loechl.at), che nei suoi locali
tradizionali propone tapas tirolesi (vabbè, perdoniamo la commistione
ispano-austriaca della definizione), spätzle di Kufstein al
formaggio, duetto di canederli, gulasch con pane rustico e tafelspitz alla
viennese, con midollo, patate al forno e varie salse (due piatti, sui 30 €).
Bicchieri della serie Sommeliers: in alto e al centro con bevante nero; lo stelo rosa è realizzato con una striscia di vetro rosso inserita nel cristallo chiaro |
Non
lontana dal centro sorge il moderno edificio che ospita la Riedel, con lo
showroom, compreso il reparto delle offerte scontate, e la fabbrica-atelier dei
bicchieri. Qui lavorano operai-artigiani che soffiano il vetro con lunghi e
stretti cannelli metallici. Il cristallo si ottiene fondendo nel forno un
insieme di sostanze, dalla sabbia silicea ai vari carbonati, all’ossido di
piombo. Ma come trasformare la massa incandescente in un bicchiere di
cristallo? Vi provvedono diversi pool di operai specializzati, un tempo
composti addirittura da 11, oggi ridotti a 4 o 5 persone, essendo state le
altre sostituite da piccole attrezzature e, per quanto riguarda il calore dei
forni, dal computer. Ogni operaio (ma spesso si tratta di artigiani, per non
dire maestri veri e propri) ha le proprie mansioni, ma tutti devono lavorare in
maniera strettamente coordinata. Viene prelevata una giusta quantità di
cristallo liquido dal forno con una canna: la materia incandescente viene
passata a un soffiatore che la prepara e la modella, poi il vetro incandescente
viene introdotto nello stampo, prende forma e viene estratto. Quindi si attaccano
il gambo e poi il piede. Occorre poi temperare il futuro bicchiere, riportando
il pezzo dai 150/200° cui è stato abbassato durante le prime lavorazioni, a
350-400° e quindi ulteriormente raffreddato. Infine gli va tolta la calotta di
cristallo che ha fatto presa precedentemente e infine va rifinito. L’ambiente è
caldo (molti lavorano in pantaloni corti e maglietta), ma non certo “infernale”
come doveva essere nei tempi passati. E conserva non poco dell’antico fascino
che avevano le vetrerie di un tempo, il fuoco, i soffiatori, la magia del cristallo
che prende forma e in certi casi si colora, grazie alla sapiente aggiunta di
selenio (per il rosa) cobalto (per il blu), ossido di rame (per il verde), cadmio
per il rosso e così via.
Tutti
i procedimenti si possono osservare dall’alto, da una balconata da cui si
spazia sul grande locale. Si può anche godere lo spettacolo multimediale
Sinnfonie, una sorta di viaggio sensoriale che rivela la filosofia del gusto
che sta alle spalle di ogni bicchiere e decanter di Riedel.
Caraffe e decanter |
Decanter Horse |
La
pietra miliare della Riedel è la collezione Sommeliers, del 1973, progettata
secondo i principi della scuola della Bauhaus: la forma segue la funzione. Sono
seguite le linee soffiate a macchina (nello stabilimento bavarese del gruppo)
come Vinum e Ouverture (quest’ultima in vetro), la O, linea varietale specifica
a forma di tumbler e varie altre. Finalmente, nel 2008, Riedel crea una nuova
linea di cristallo a lavorazione manuale, la Sommeliers Black Tie, con stelo
nero per il vino rosso oppure base nera per il bianco, elegantissimi.
Ma
il campo in cui la fantasia dei designer si è più sbizzarrita è quello dei
decanter (e qui c’è quasi sempre la mano di Maximilian Riedel). Fra le ultime
novità, l’Amadeo a forma di lira (lo strumento musicale), Il Titano boa (solo
500 pezzi) a doppia decantazione, l’Horn, a corno postale, il nuovissimo Horse,
in occasione appunto dell’anno del cavallo cinese, il 2014, con un profilo
equino all’interno. “Il profilo concavo del decanter”, sostengono alla Riedel, “aiuta
anche il processo di decantazione del vino. Dopo aver versato il vino nel
decanter, scuotere gentilmente sino alla formazione di un sottile strato di
bollicine, che aiutano a ossigenare il vino, aumentandone l’areazione e
valorizzando gli aromi e i caratteri del vitigno”. Chapeau. Anzi, no, Verre
(bicchiere) per continuare col francese. Enfin, on boit. E il vino? Non
tavernelle, s’il vous plait…
Info: www.riedel.com/it
Info: www.riedel.com/it
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