mercoledì 31 ottobre 2018

Di corsa fra vigne e cantine. Poi tutti in piazza a festeggiare, con pizzocheri e bresaola, Inferno e Sassella. È la Valtellina Wine Trail ed è una bellezza


Correre tra le vigne e a fianco delle botti di rovere in cantina. Mentre il sole al tramonto infuoca i tralci di uva nera e i pizzoccheri intanto cuociono con patate e verze, in attesa di mescolarsi col formaggio Casera e di “premiare” gli atleti all’arrivo. La Valtellina Wine Trail è una corsa campestre competitiva, molto seria e molto allegra, probabilmente la più simpatica del panorama podistico italiano. Perché si svolge tra le foglie dorate dei vigneti, si porta dietro l’odore del vino di cantina e permette di ammirare da vicino le vette delle Alpi Retiche. Tutto si svolge in una giornata, il prossimo sabato 10 novembre. Quando atleti di diversa caratura nazionale e internazionale (2.500 in
tutto) si daranno battaglia lungo i 42 km della maratona o i 21 della mezza maratona o, ancora, i 12 della competizione ridotta. Ma anche per chi non partecipa, oltre ad incontrare i runner lungo il percorso, ci sarà la possibilità di…partecipare e di festeggiare i concorrenti in piazza Garibaldi, a Sondrio, dove è fissato l’arrivo di tutt’e tre le competizioni, che partono da luoghi e in orari parzialmente diversi.
Già alle 10 del mattino di sabato, sotto la tensostruttura allestita in piazza Garibaldi, si apre il Wine Bar, dove si potranno degustare i grandi vini valtellinesi: Sassella, Grumello, Inferno, Valgella e Sforzato, ma anche il meno noto Maroggia e gli Igp Alpi Retiche bianchi e rossi, passiti e novelli, rosati e frizzanti.
A mezzogiorno, sempre sotto la tensostruttura, pranzo tipico valtellinese aperto a tutti, con trionfo di pizzocheri, Bresaola Valtellina Igp di Rigamonti (main sponsor e produttore anche di altre bresaole di gran pregio, fra cui quelle di Black Angus, di cavallo e il carpaccio) e piatti tradizionali (prezzo: 12 €). Alle 20, il Valtellina Wine Trail Party e alle 21,30 cerimonia di chiusura delle gare e premiazioni. 
Prima della festa, la gara, anzi le gare. Quest’anno (7ª edizione) le partenze sono sfalsate e così gli arrivi. La 12 km parte da Castione Andevenno alle 10, transita nei pressi della cantina Boffalora (nota per lo Sforzato Runco de Onego e il Valtellina Superiore Pietrisco), e poi a poca distanza dalle incisioni rupestri di Castione, in località Ganda; s’inoltra fra le vigne del Sassella, sfiorando le cantine 
Bresaola di Black Angus
Selva (gran vino “naturale” il suo Valtellina Superiore Riserva 2012), Menegola (vino di punta, il Sassella Riserva, da un vigneto la cui età media supera il secolo!) e Alfio Mozzi (molto buono il suo Sassella Grisone). Notevole in zona anche la Cantina La Spia, posta su una rocciosa collina-cru del Sassella, con una produzione limitata ma di gran qualità sia per le etichette artistiche sia per il contenuto enoico, in particolare delle bottiglie ER64 2006 Inferno, ER64 2008 Inferno e Sassella e MR72 2010, Sassella in purezza.
La gara prosegue nei vigneti del Grumello, fino all’arrivo a Sondrio, dopo i 12 km programmati. 
La mezza maratona di 21 km prende le mosse da Chiuro (campo sportivo) alle 12.30 e va ovviamente in senso opposto, dalla zona più occidentale del Valgella, fino ai vigneti dell’Inferno, con vari punti di ristoro, alla Santa Casa di Loreto, a Castel Grumello, nella zona dell’omonimo vino, poi a Castel Masegra, fino all’arrivo di piazza Garibaldi a Sondrio. 
Da piazza Cavour a Tirano, inizia la maratona di 42 km. Partenza alle 14. Si passa vicino al Santuario della Madonna di Tirano, nella zona del Valtellina Superiore; dopo 7 km s’incontra la 
Antipasto e vini di Zanolari alla Trattoria Altavilla

Cantina dei Giop (eccellente il Valtellina Superiore Al Regiur) e dopo altri 3 km, ecco Bianzone. Gloria locale, ma si dovrebbe dire quanto meno di tutta la Valtellina, è la Trattoria Altavilla (anche locanda) di Anna Bertola, ove si gustano al meglio i piatti e i vini valtellinesi. Poi due aziende vinicole all’opposto: la grande Tenuta La Gatta di Triacca (vini principi lo Sforzato San Domenico, il Prestigio e il Giovanni Segantini); e la piccola, ma qualitativamente assai importante cantina La Torre di Marcel Zanolari, che produce con uve del territorio ma anche alloctone, vini di classe in doppia versione, con maturazione in legno e in anfora, secondo il sistema biologico e biodinamico. Così, accanto a Sforzato e Nebbiolo, ci sono altri rossi a base di Cabernet e Pinot nero e bianchi come Traminer e Pinot bianco. Tutti quantomeno interessanti, se non di qualità assoluta.
La maratona si snoda quindi lungo tutto il territorio del Valgella, transitando anche da Teglio (patria del pizzocchero, celebrato dall’omonima e locale Accademia), dove si ammira, appunto, la Torre de li belimiri, a 860 m s.l.m., maestoso castello di origine romana e medievale, parzialmente ristrutturato nell’800 e nel 2000, con gran vista panoramica (info point Teglio: tel. 0342.782000).
L’ultima parte del percorso è quella in comune con la mezza maratona. Ma quali sono i tempi di percorrenza? Gli atleti più bravi percorrono i 42 km in tempi che si aggirano sulle 3h-3h e mezza (i maschi), le donne sulle 3h e ¾- 4h. La mezza maratona viene completata in un’ora e mezzo e anche meno dai maschi, e intorno all’ora e 40’ dalle femmine, mentre per la 12 km ci vuole 1 ora circa.. Ma naturalmente anche gli atleti più…scarsi saranno attesi con simpatia  per partecipare alla festa finale. All’insegna di quella viticoltura che anche oggi si può definire “eroica”, e che dà luogo, per dirla con Leonardo da Vinci, a “vini potenti e assai”. Assai intriganti.
I pizzocheri di Anna Bertola. Con cipolla al posto dell'aglio.
Info. www.valtellinawinetrail.com . www.rigamontisalumificio.it .   www.vinidivaltellina.it .

martedì 23 ottobre 2018

Farfallini e supercibi a Golosaria 2018. Vini e formaggi, cocktail e libri. La sorpresa? Un vitigno dal nome strano e un po' equivoco: Baratuciat

Formaggi a Golosaria
“Il Buono che fa Bene”, secondo i dioscuri del farfallino Paolo Massobrio e Marco Gatti, è lo specchio dello stile italiano e del modello mediterraneo. Così hanno intitolato la 13ma edizione di Golosaria, che va in scena al Mi.Co. – Fieramilanocity, dal 27 al 29 ottobre.
Piacere del cibo e benessere per il corpo, insomma, grazie ai cosiddetti supercibi quotidiani che, inseriti regolarmente nell’alimentazione, potrebbero cambiare la vita (in meglio, si spera). Esempi? Cereali trasformati in farina, formaggi a latte crudo, verdura e frutta, acqua leggera e poi sostenibilità ambientale, magari grazie agli imballaggi a “base cellulosica”.
Paolo Massobrio e Marco Gatti: sempre in cravattino
Naturalmente, ma forse non ovviamente, ogni “tema” ha il suo sponsor. Anche politico. Così il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Gian Marco Centinaio (in quota Lega) sarà invitato d’onore al talk show d’apertura, condotto da Massobrio e Tessa Gelisio sul tema delle “nuove comunità di produttori e di botteghe che cambiano volto contribuendo e tener vive le città” (anche le periferie?, verrebbe da chiedere al ministro, visti i tagli del suo governo a sfavore degli hinterland).  Altri temi e relativi sponsor inerenti a benessere e sostenibilità: frutta secca, essiccata e disidratata - Life; acqua “più leggera d’Europa” - Lauretana (“che porterà il vessillo dell’importanza della giusta idratazione”. Però); progetto diffusione della doggy-bag (per portarsi a casa dal ristorante gli avanzi dei propri piatti in un contenitore acconcio) - Comieco; energia sostenibile in ambito domestico - Evolvere.
Ma quali sarebbero gli altri  supercibi quotidiani che tanto fanno bene? La mela rossa di Cuneo Igp, il baby frutto Nergi, le farine e i pani in mostra all’Atelier dell’Arte Bianca, curato da Petra e quelli venduti dai Maestri del Gusto di Torino (macellai, pescherie, pastifici, produttori di vermouth, enotecari, cioccolatai, gelaterie).
Bene, lasciamo stare per un momento il cibo che fa bene, per sottolineare la presenza di 300
Mele rosse di Cuneo
espositori di gastronomia da tutta Italia, questi spesso vere eccellenze: piccoli e meno piccoli produttori, come la pasticceria Fiasconaro di Palermo, il prosciuttificio Marco d’Oggiono e molti altri che i nostri eroi, grazie alla capillare disamina anno dopo anno e da cinque lustri del panorama produttivo italiano (riversato nei volumi de Il Golosario), hanno potuto selezionare con attenzione e competenza. 
Capitolo cacio. Quest’anno è affidato all’organizzazione di FormaggItalia, Salone dei formaggi artigianali, che avrà un suo spazio all’interno di Golosaria e che presenterà una sessantina di produttori, proporrà la tematica del latte (e quindi dell’alimentazione a monte) come fattore distintivo dei caci e organizzerà show cooking in collaborazione con due consorzi, quello del Valtellina Casera e Bitto e quello del Montasio. Lo stesso argomento sarà al centro di un concorso,“Formaggi di classe”, basato sugli studi del prof. Rubino di Anfosc, l’Associazione nazionale dal poetico nome di “formaggi sotto il cielo”. Nel bistrot delle Latterie Inalpi sarà interessante vedere all’opera uno chef stellato come Gian Piero Vivalda dell’Antica corona reale di Cervere (Cuneo), con i prodotti della latteria.
Area Wine. Domenica 28 vengono premiati i Top Hundred, scelti fra le 100 cantine italiane presenti e viene presentato un nuovo libro di Gatti-Massobrio, Vino Assaggi memorabili di quel giorno e di quell’ora. Lungo i 365 giorni dell’anno,uno dei due autori sceglie un vino raccontandone la storia e il contesto, mentre l’altro, a contraltare (?) ne propone in breve un secondo (Ed. Comunica-Cairo, 383 pagine, 16,90 €). 
Uva Baratuciat
E assaggi memorabili si spera di poter fare anche dal vivo, con i Wine tasting dei vini dei consorzi della Barbera d’Asti e del Monferrato, dell’Asti, dei vini della Valcalepio e di alcune novità (o stranezze?) come un vino prodotte da uve di tre terroir diversi (Chianti, Maremma e Sardegna) in anfora (progetto DCasadei); come il recuperato vitigno Bellone nel vino di Sanvitis, fino al raro vino e vitigno monferrino dalla strano appellativo di Baratuciat (un’uva bianca originaria della Val di Susa): il nome deriverebbe dalla forma allungata dell’acino, associata popolarmente alla forma degli escrementi del gatto (in dialetto ciàt). 
Che più? Spazio alla noble art della mixology (il pugilato è in declino): gin di montagna, grappe friulane, Nio cocktail (già miscelati e pronti da agitare e versare…mah), presentazione dell’ennesimo libro per farsi i drink a casa (Bartender a casa tua, di Alessandro Ricci, Ed. Cairo Comunica). E poi, non poco altro, fra cui l’Oleoteca Regionale di Promo Riviera Ligure e il paniere di specialità regionali della regione Lombardia.
* Golosaria Milano 2018, 27-29 ottobre. A MiCo – Milano Congressi, Gate 3, viale Eginardo ang. via Colleoni. Orari: sab. 27, 12-22; dom. 28, 10-20; lun. 29, 10-17, tel. 0131.261670, www.golosaria.it.  Ingresso: 10 € al giorno (on line 8 €). Gratis per soci Club Papillon, Ais Lombardia e under 10. Ridotto per abbonati Trenord (7 €).

mercoledì 17 ottobre 2018

Dagli autoctoni di tutta Italia alla nuova Experience del Lagrein altoatesino, rosato, rosso e riserva. E a Bolzano si brinda: Prosit!

I vini premiati ad Autochtona 2018 (foto di Marco Parisi)
L’Italia è zeppa di vitigni autoctoni, la gran maggioranza dei quali dà vita a vini interessanti, qualche volta notevoli o addirittura d’eccellenza, ma quasi sempre confinati nell’ambito regionale o addirittura locale. Il merito di Autochtona 2018, manifestazione di riferimento ormai da 15 anni sull’argomento, che si è appena conclusa a Bolzano è stato proprio quello di riportare all’attenzione nazionale varietà non di rado semisconosciute e di farne apprezzare i vini. Dalla Nascetta di Novello (bianco piemontese) al Pallagrello campano, dal Carignano sardo alla Spergola emiliana, dal Minutolo pugliese all’Aleatico dell’Elba (Toscana), la varietà è quasi infinita, se si vuole evitare di ricadere sui vitigni più noti, i “soliti” chardonnay, sauvignon per i bianchi, cabernet, merlot, sangiovese e nebbiolo per i rossi e così via.
Il 16, nella seconda e ultima giornata di Autochtona sono stati annunciati i vincitori del concorso “Autoctoni che Passione!”, premio alla tipicità, diviso in sei categorie, deliberati dalla giuria internazionale presieduta dal tedesco Jens Priewe. Val la pena di prenderne nota, per assaggiarli, magari direttamente dal produttore o in un locale delle vicinanze se ci si dovesse trovare in loco, o si riuscisse a reperirli in enoteca.
Miglior Rosso e Miglior Bianco: due piemontesi, il Valletta Barbera d’Alba Doc 2016 di Claudio Alario e il Poggio dello Scagno Derthone Timorasso Doc 2016 de La Vecchia Posta.
Migliori Bollicine: un emiliano, il CDV Brutrosso Lambrusco di Sorbara Doc della Cantina della Volta, un metodo classico brut. 
Miglior Rosato: un pugliese, il Rosarò Salento Negroamaro Rosato Igt 2017 di Feudi di Guagnano.
Miglior Vino Dolce: il siciliano Martingana Moscato Passito di Pantelleria Dop 2008 di Salvatore Murana.
Premio Speciale Terroir (incorona l’etichetta che meglio rappresenta l’espressione del vitigno legato al proprio territorio): Aleatico passito dell’Elba Docg 2017 di Montefabbrello (Toscana).

Oggi, mercoledì 17, si apre e chiude, in continuità con Autochtona,  Vinea Tirolensis, dedicata ai vignaioli indipendenti altoatesini, con oltre 60 espositori provenienti dalle zone più vocate del Sud Tirolo: dalla Bassa Atesina al Burgraviato, dalla Val d’Isarco alla Val Venosta.
 E giovedì 18 è la volta del debutto di Legrein Experience, kermesse dedicata al vino rosso (ma anche rosato, e di vaglia) altoatesino, con degustazioni, showcooking e incontri. Sarà particolarmente interessante, capire l’esito del concorso fra i migliori Lagrein, un vino la cui menzione risale a un documento del 1318 e che ha trovato nella zona intorno a Bolzano il suo terroir ideale. Morbido ed elegante, nelle sue migliori espressioni, il Rosso (Dunkel) si fa fresco, sapido e fruttato, di gran piacevolezza se vinificato in rosato, dando luogo al tradizionale Lagrein Kretzer, un rosato che andrebbe meglio valorizzato sia dal punto di vista della sua conoscenza sia da quello produttivo, “osando” anche proporlo dopo una certa maturazione in cantina. 
Una giuria ha già selezionato a Milano 13 campioni, suddivisi nella categorie Rosato, Annata 2017 e Riserva. Domani la proclamazione dei tre vini vincitori. E la possibilità di assaggiarli abbinati ai piatti, preparati durante uno showcooking,
da tre eccellenti chef del territorio: Marc Bernardi del Piz Seteur di Selva di Val Gardena, che proporrà col Kretzer Il salmerino va in bianco; Mattia Baroni, dell’Haselburg di Bolzano, che accosterà Pomodoro verde e rosso al Dunkel d’annata; e Danilo D’Ambra di Johnson & Dipoli di Egna, che si cimenterà con Cervo mela e cioccolato tentando di azzeccare l’abbinamento con il Lagrein Riserva. Ma ecco i nomi dei vincitori (nella foto, da sinistra a destra)
Miglior Lagrein Riserva: Gran Lareyn 2015, di Loacker. Miglior Legrein Kretzer: Larcherorhof 2017; Miglior Lagrein ultima annata: Egger-Ramer 2017.
* Lagrein Experiencea Fiera Bolzano, piazza Fiera 1, Bolzano,  www.autochtona.it , il 18 ottobre dalle 10 alle 16.30. Ingresso: 30 € (25 € se acquistato online).

sabato 6 ottobre 2018

C'è voluto un Superstudio per Bottiglie aperte: calici in alto nel primo appuntamento della Milano Wine Week


D’accordo, è dedicata soprattutto a operatori “qualificati” del ramo Horeca, del retail e ad aziende vinicole Bottiglie aperte, che si svolge il 7 e 8 ottobre a Milano, da quest’anno nella nuova location del Superstudio Più, in un allestimento che s’ispira alle botti di legno usate per invecchiare il vino. Ma anche gli appassionati possono accedervi (a pagamento, 40 € al giorno) per assaggiare, assistere a masterclass e provare i piatti dello chef Paolo Cappuccio, napoletano e già stella Michelin all’Hotel Hermitage di…Madonna di Campiglio.  
Oltre 900 vini proposti da circa 250 produttori quasi da ogni regione d’Italia, con “isole” dedicate a consorzi e gruppi del settore, come le Donne del vino o i Vini naturali. Presenti anche alcune maison
francesi di Champagne e anche alsaziane, come Léon Beyer e Pierre Sparr, con i loro Crémant d’Alsace (spumanti metodo classico), Riesling e Gewürztraminer.
Il ruolo delle start up innovative nel mondo del vino è il titolo di un convegno che si terrà lunedì 8 alle 15 (con Fabio Dossena, Roberto Moro Visconti e Stefano Bettinelli). Seguirà la premiazione per il Bando per le Start up innovative. 
Alle 16.30, sempre di lunedì, cerimonia di consegna dei Wine List Awardse dei Wine Style Awards 2018, che premiano, rispettivamente, la migliore carta dei vini di ristoranti e hotel, e gli sforzi di comunicazione e marketing dei produttori verso il pubblico.
Qualche cenno alle masterclass
Domenica 7 alle 13.30, Champagne Marguerite Guyot; alle 15, Terroir, evocazione e riconoscimente, con Sandro Sangiorgi e i vini di Radici Natural Wines; alle 17.30, Tecnologia e vino: come cambia il mercato, con Francesco Magro e Francesco Farnetani.
Lunedì 8 alle 11.30 Italia d’annata in bianco, con Matteo Pessina; alle 13.30 Verticale di Chianti Classico Querciabella, con Daniele Cernilli (Doctor Wine); alle 15,30 I Trentodoc e i vini bianchi di Moser, con Luciano Ferraro; alle 17.30 Verticale I’Rennero Gualdo del Re, con Andrea Grignaffini.
Poteva mancare in una kermesse così vivace il bere miscelato? E infatti non manca: il Cocktail Bar proporrà una serie di drink, ma anche di distillati da gustare nature (in particolare quelli di Giass “el London dry Gin de Milan”) a cura del Mag, noto locale cittadino di qualità riconosciuta per la nobile arte della mixology.
* Bottiglie aperte 2018, c/o Superstudio Più, via Tortona 27, Milano, tel. 02.36599341, www.bottiglieaperte.it. Ingresso per operatori gratuito previa registrazione. Per il pubblico: 40 € un giorno (sommelier e altre categorie, 30 €), 65 € i due giorni. Masterclass, 25 € ognuna.

venerdì 5 ottobre 2018

I migliori vini dell’Emilia-Romagna alla corte di Re Enzo. Un weekend bolognese all’insegna di Albana e Pignoletto, Fortana e Malvasia. E la storia di tre Lambruschi d’eccezione, Friedmann e Molinari


Ci sarà anche Luca Gardini, già campione del mondo dei sommelier, a Enologica 2018, il salone del vino e del prodotto tipico dell’Emilia Romagna (sotto a sinistra il logo), che si tiene a Palazzo Re Enzo, nel centro di Bologna, dal 6 all’8 ottobre. Gardini 37 anni, romagnolo di Cervia, si occuperà delle master class sui vini regionali e, in particolare, alle 14.30 di sabato 6, di Romagna Sangiovese, terra di territori e poi, lunedì 8 alle 14, di Emilia Romagna senza limiti di tempo, sulla longevità dei vini della regione. 
Nella sua Top 50 2018 sui vini italiani, cioè la settima edizione del TWS-BIWA di un paio di settimane fa, Gardini (nella foto a destra) e la giuria internazionale che presiede, sono stati abbastanza prodighi di riconoscimenti verso i vini emiliano-romagnoli: due premi speciali, al Romagna Sangiovese Dado 2016 di Enio Ottaviani, come Alfiere del territorio e al  Lambrusco di Sorbara il Trovador 2017 Cantine di Soliera, come Vino promessa;  5° posto nella classifica top 50 al Vin Santo di Vigoleno 2008, di Alberto Lusignani e 22° al Sangiovese Vigna 1922 annata 2015, di Torre San Martino. Per la cronaca i primi tre riconoscimenti sono andati, nell’ordine, al Sassicaia 2013, della Tenuta San Guido, al Barbaresco Asili Vecchie viti 2012, di Roagna e al Brunello di Montalcino Tenuta nuova 2013, di Casanova di Neri.
Enologica 2018 comunque non vuole essere solo una sfilata di vini rappresentativi. Secondo il presidente dell’Enoteca Regionale Pierluigi Sciolette si tratta di promuovere fin da subito la cultura del vivere salutare: “Vogliamo realizzare per primi in Italia la certificazione di sostenibilità territoriale, sociale, economica e ambientale per i vigneti, con un analogo progetto sul turismo del vino”. Tutto questo promuovendo un territorio che ha come spina dorsale la via Emilia su cui
Uva Pignoletto
insistono i territori protagonisti delle Doc regionali: la Romagna con Albana e Sangiovese, il Bolognese con il Pignoletto, il Ferrarese con la Fortana, il Modenese, il Reggiano e il Parmense con il Lambrusco, il Parmense con la Malvasia e il Piacentino con il Gutturnio.
Il lato pop del salone è garantito dallo chef Daniele Reponi, che realizzerà i Panini d’autore utilizzando solo prodotti Dop e Igp regionali; mentre Gardini, Adua Villa e Marco Colognese si occuperanno dell’incontro fra i vini emiliano-romagnoli e i piatti di nove chef, puntando più sulla creatività che sulla tradizione. 
Lunedì 8, conferimento del Premio Carta Canta, che in sostanza incentiva non solo i ristoratori ma anche i proprietari di bar, enoteche, hotel e agriturismi a proporre un assortimento qualificato di vini regionali.
Uno sguardo al programma. Gli incontri sono gratuiti e prevedono la degustazione con accompagnamento di due finger food preparati da uno chef ogni volta diverso; meglio prenotarsi scrivendo a: segreteria@enotecaemiliaromagna.it.
Sabato 6 alle12.30: Dai Colli alle sabbie: Pignoletto e Fortana, relatore Pier Bergonzi. Alle 16.3
Uva Fortana
0: Le mille bolle della regione, relatore Andrea Gori. 
Domenica 7 alle 12.30: Gutturnio e Ortrugo: Colli Piacentini in biancorosso, relatrice Adua Villa. Alle 14.30: Albana: secco o dolce?, relatore Daniele Cernilli. Alle 16.30: Emilia-Romagna non solo terra di grandi rossi, relatore Andrea Grignaffini.
Lunedì 8 alle 16: Bursôn e Centesimino, piccoli autoctoni crescono, relatore Othmar Kiem. Alle 18: Lambrusco, effervescente Emilia, relatrice Christy Canterbury.
* Enologica, Palazzo Re Enzo, piazza del Nettuno 1/C, Bologna, tel. 0577.367700, cell. 347.5125365 (durante la manifestazione), www.enologica.org. Orari. Sabato 6 e domenica 7: 11.30-20; lunedì 8: 11.30-19. Ingresso: 20 € (compreso calice per degustazioni e masterclass).


Il doppio Lambrusco di Sorbara e il Salamino di Santa Croce
Gino Friedmann, chi era costui si chiederebbe un ignaro Don Abbondio dei giorni nostri. Ignaro di faccende emiliane, di lambruschi e di nebbie emiliane. Ma Friedmann (1876-1964), modenese, ebreo e perseguitato durante il fascismo, fu un possidente di idee moderate ma favorevole alla cooperazione su principi mutualistici e liberali, presidente della  Cantina sociale di Nonantola e di una federazione nazionale ispirata ai suoi principi. Oggi il suo nome spicca su uno dei migliori lambruschi emiliani. Si tratta del Lambrusco di Sorbara, “Omaggio a Gino Friedmann”, prodotto da una grossa cooperativa, la Cantina di Carpi e di Sorbara, fra le più antiche d’Italia, con 1100 soci e una capacità produttiva di 450mila ettolitri di vini l’anno. 
L’Omaggio è una vera chicca nella vasta eppur seria produzione di questa cantina. È un Sorbara in purezza, che cresce su suoli sabbiosi, attenta selezione fra le migliori uve di tutti i conferitori.Viene prodotto in due versioni, ambedue frizzanti e con caratteristiche organolettiche analoghe. La prima versione si basa sul metodo Charmat (o Martinotti), per cui la seconda rifermentazione del vino si svolge  in grandi quantità nelle autoclavi. La bottiglia è bianca con tappo a fungo e gabbietta metallica. La seconda ha un look più “anticato”, tappo raso e spago, il che denota che la presa di spuma avviene in bottiglia, senza sboccatura finale. Il colore di ambedue i vini è rosso scarico, praticamente petalo di rosa, la spuma abbastanza fine, anche persistente; al naso, risultano floreali e leggermente fruttati. In bocca, asciutti, sapidi, accattivanti, con richiami di lievito. 
Prezzo nei sette Wineshop aziendali di Sorbara (MO), Carpi (MO), Concordia (MO), Castelfranco Emilia (MO), Rio Saliceto (RE),  Poggio Rusco (MN) e Bazzano (BO): 7,20 € la bottiglia l’Omaggio a Friedmann fermentato con metodo Charmat; 8,20 € l’Omaggio rifermentato in bottiglia (prezzo medio in enoteca, rispettivamente: 12 e 13 €).
Un altro vitigno legato al territorio modenese è il Salamino di Santa Croce: nome curioso che deriva da una supposta somiglianza dei suoi grappoli con i salamini, mentre la frazione Santa Croce di Carpi è quella originaria, da cui poi il vitigno si è diffuso in tutto il Modenese.  La Cantina di Carpi e Sorbara ha voluto dedicare ad Alfredo Molinari, fondatore della cantina di Carpi,  il suo  Lambrusco Salamino più curato e caratteristico. Le uve sono al 100% Salamino, la vinificazione prevede la criomacerazione sulle bucce, fermentazione a temperatura controllata, poi rifermentazione in autoclave per la presa di spuma. 
Qui il colore si fa rosso rubino tendente al granato, pur con riflessi violacei; il profumo è fruttato (mora, prugna), la spuma vivace. Sapore secco, intenso, sapido, anche corposo. 
Prezzo: 4,80 € la bottiglia (negli shop citati, in enoteca sui 9 €).
* Cantina di Carpi e di Sorbara, www.cantinadicarpiesorbara.it

mercoledì 3 ottobre 2018

Al Castello di Masino il Fai promuove paesi e paesaggi del gusto. I veri artigiani del cibo in bella vista sul Canavese


Una sfoglia lunga 16 metri: roba da Guinness dei primati. Si potrà assistere anche a questa sublime manifestazione di manualità artigiana al Castello di Masino (Torino) il 6 e 7 0ttobre. Per la cronaca, la sfoglia da record verrà “tirata” dalla signora Gemma alle 12 di domenica 7, nel corso di uno showcooking. Paesi e Paesaggi del Gusto è la manifestazione con la quale il Fai, Fondo italiano per l’ambiente, s’insinua fra i non pochi cultori della gastronomia italiana, anche se per la verità si tratta della quarta edizione della kermesse, che quest’anno viene però potenziata.
Caciocavallo podolico
del Gargano, di Bramante
Il Fai però lo fa a modo suo e cioè scegliendo ed esaltando i migliori artigiani del gusto e offrendo loro una vetrina gratuita piuttosto prestigiosa, come quella del Castello e Parco di Masino, da cui si domina il panorama dell’Anfiteatro Morenico di Ivrea, nel Canavese. 
“Ci stiamo avvicinando anche noi al cibo”, afferma il vicepresidente Marco Magnifico, aggiungendo un po’ scherzosamente: “Del resto in alcuni siti abbiamo ereditato anche piccole mandrie di vacche d’alpeggio e quindi la questione del cibo buono, ben fatto e dell’artigianalità nel prepararlo non poteva non coinvolgerci”.
Non si tratterà di una mega manifestazione, ma di una selezionata esposizione con alcune decine di agricoltori, allevatori, artigiani trasformatori e pescatori che esibiranno (anche in vendita) i loro prodotti, ma soprattutto ne racconteranno l’origine, la lavorazione, la simbiosi col territorio e che sono, sostiene il loro cernitore Davide Rampello (già curatore del Padiglione Zero di Expo Milano 2015 e conduttore di un’analoga e serissima rubrica – Paesi e Paesaggi - su…Striscia  la Notizia), “beni culturali viventi”. Veri e propri personaggi, magari ignoti al grande pubblico, ma portatori di autenticità e sapienza, di un progetto di economia sostenibile, valorizzatori della relazione tra uomo e territorio e, in ultima analisi, custodi del paesaggio. Da quest’anno c’è pure la collaborazione con Identità Golose, che si svilupperà anche nella partecipazione di un gruppo di artigiani del Fai al prossimo congresso di Milano (23-25 marzo 2019), intitolato Costruire nuove memorie.
Ma ecco, in ordine sparso, qualche nome degli artigiani con le loro specialtà. Benedetti-Porchetta di Grutti; Kral Manifattura contadina-Speck della Val Sarentino; Josko Sirk-aceto d’uva; Macelleria Chini-cinta senese; Paolo Ciapparelli-Bitto storico ribelle; Bramante-Caciocavallo podolico; Pasticceria artigiana Casara-“Meringhe filosofiche” (!).  
Qualche iniziativa che si terrà a Masino. Alle 15 di sabato 6 Luca Masia con lo chef Paolo Fumagalli presenta il libro L’oro di Oreno sulla patata di Oreno, detta anche la Biancona, con la quale Fumagalli
Gli Gnocchi di Oreno dello
chef Paolo Fumagalli
preparerà e offrirà anche un suo piatto, gli Gnocchi di Oreno su letto di zafferano, con guanciale croccante e spuma di Taleggio
Domenica 7 alle 11 Maddalena Fossati, direttrice de La cucina italiana e Davide Rampello parlano delle ricette tradizionali del Canavese con le “nonne del castello”. Alle 15, le storie di Paesi e Paesaggi, con Luca Masia e Davide Rampello.

* Paesi e Paesaggi del gusto, al Castello e Parco di Masino, via al Castello 1, Caravino (Torino), tel. 0125.778100, www.fondoambiente.it/paesi-e-paesaggi-del-gusto. Ingresso giornaliero: Mostra mercato + Castello 15 €; Mostra mercato 11 € (ridotti, 7 e 5 €).