martedì 30 novembre 2021

Sul Chianti Classico arrivano le Unità geografiche aggiuntive. Ma solo per la Gran Selezione. 11 vasti "Cru" per capire meglio come il buon vino nasca dal territorio

 

Nella cartina del Chianti storico (ove si produce il Chianti Classico Docg) le nuove zone denominate Unità geografiche aggiuntive, presto in etichetta.


E perché meno ammiri la parola,

guarda il calor del sol, che si fa vino,

giunto a l’omor che de la vite cola

(Dante Alighieri, Purgatorio, Canto XXV; 76-78)

 

Che uga! – esclamavano i vecchi milanesi, in senso (a volte ambiguamente) ammirativo. Che bella uva, letteralmente, come complimento a qualcosa. Beh, ci siamo. Le Uga del Chianti Classico sono finalmente nate, grazie al lavoro del Consorzio omonimo e i grappoli c’entrano parecchio. Sono dunque le Uga le Unità geografiche aggiuntive, un nuovo progetto di suddivisione e valorizzazione  del territorio di produzione in aree più ristrette e omogenee. In pratica si arriverà a menzionare  in etichetta – volendo, non è un obbligo – il nome del villaggio o del borgo in cui vengono prodotti uva e vino. Ecco in poche parole le Uga del Chianti Classico, del resto già previste, sulla carta,  dalle norme italiane ed europee per i vini Dop (cioè Doc o Docg). Sulla carta, ma in parte realizzate in diverse forme e appellazioni nei territori del Barolo e del Barbaresco, e del Prosecco Superiore con le cosiddette “Rive”.


Il territorio dell'Uga Vagliagli in cartografia con l'indicazione della Vigna di Sessina


Ed ecco ora il Progetto Uga del Chianti Classico, già in fase avanzata di approvazione dai vari organi competenti. Detto che queste denominazioni territoriali si applicheranno per ora solo al vertice qualitativo della produzione e cioè ai Chianti Classico Gran Selezione (lasciando quindi a parte Riserva e Annata), occorre aggiungere che per arrivare alla definizione degli 11 territori si è dovuto procedere a un lungo lavoro di ricerca delle omogeneità di ciascuno in termini di storicità, notorietà e significatività (consistenza in volumi prodotti); e soprattutto di riconoscibilità enologica. Ma anche il fattore prettamente umano ha contato: cioè l’affiatamento delle comunità dei produttori, la loro memoria storica delle omogeneità territoriali, la volontà di riconoscersi in un progetto comune. Come pure fattori tecnici quali il microclima, il suolo, il range d’altitudine, l’orientamento delle vigne.

Naturalmente, i vini con l’Uga devono rappresentare l’eccellenza del territorio, anche per competere con i grandi vini internazionali nel mondo. Ma ecco le aree individuate e le Uga corrispondenti, che troveremo in etichetta nel prossimo futuro: San Casciano, Greve, Montefioralle, Lamole, Panzano, Radda, Gaiole, Castelnuovo Berardenga, Vagliagli, Castellina e San Donato in Poggio (che comprende i territori di Barberino Tavernelle e Poggibonsi).

 

C’è ancora, fra i non addetti ai lavori,  una certa confusione in Italia (Toscana a parte) e nel mondo sulle dizioni Chianti e Chianti Classico. Cerchiamo di chiarire le differenze essenziali. Il vino Chianti Docg viene prodotto in gran parte della Toscana, ma non nella zona geografica chiamata Chianti (8 comuni fra le province di Firenze e Siena), quella storica, delimitata già nel 1716, che dà vita ai vini Chianti Classico ed è associata al marchio del Gallo Nero. Negli uvaggi di ambedue i vini prevale il Sangiovese, ma nel Classico si possono aggiungere un 20% di altre uve a bacca rossa, nel Chianti il 30%; uve bianche vietate nel Classico, permesse (max 10%) nel Chianti. Le rese massime per ettaro sono inferiori nel Classico, il titolo alcolometrico minimo più alto (per la Gran Selezione, 13°). 

I Chianti sono immessi al consumo dal marzo successivo alla vendemmia e i Chianti Riserva devono avere almeno 24 mesi di invecchiamento; mentre per i Gallo Nero bisogna attendere ottobre per la versione normale, mentre nei 2 anni di invecchiamento la Riserva deve passare almeno 3 mesi di affinamento in bottiglia. La Gran Selezione Chianti Classico, poi, contempla 30 mesi di maturazione, di cui almeno 3 in bottiglia (non esiste la Gran Selezione per il Chianti normale).

 

Nel corso di una recente degustazione di 11 Chianti Classico Gran Selezione di varie annate (dal 2015 al 2018), uno per ciascuna delle Uga, si sono potute apprezzare affinità e differenze fra i diversi vini.

Vale la pena di citarli a mo’ di esempio, come in qualche modo rappresentativi delle loro zone vinicole (tra parentesi l’uvaggio).

Per l’Uga San Casciano: Belvedere Campoli – Conti Guicciardini, Il Tabernacolo 2015 (95% Sangiovese, 5% Merlot).

Per l’Uga Greve: Castello Vichiomaggio, Le Bolle 2016 (100% Sangiovese).

Per l’Uga Montefioralle: Castello di Verrazzano, Sassello 2015 (100% Sangiovese).

Per l’Uga Lamole: Lamole di Lamole, Vigneto di Campolungo 2016 (95% Sangiovese, 5% Cabernet sauvignon).

Per l’Uga Panzano: Fontodi, Vigna del Sorbo 2018 (100% Sangiovese).

Per l’Uga Radda: Castello di Albola, Santa Caterina 2017 (100% Sangiovese).

Per l’Uga Gaiole: Rocca di Montegrossi, San Marcellino 2016 (92% Sangiovese, 8% Pugnitello).

Per l’Uga Castelnuovo Berardenga: San Felice, Poggio Russo 2016 (100% Sangiovese).

Per l’Uga Vagliagli: Dievole, Vigna di Sessina 2016 (100% Sangiovese).

Per l’Uga Castellina: Castello di Fonterutoli 2018 (100% Sangiovese).

Per l’Uga San Donato in Poggio: Antinori, Badia a Passignano 2018 (100% Sangiovese).

 

Ed eccoci al giudizio soggettivo. Prima di tutto quello generale, espresso con uno slogan lapidario cui credo profondamente: Gran Selezione = Grandi Vini

Poi le preferenze. Al vertice 3, a pari merito. Costosi, forse. Ma valgono ampiamente la spesa.


 

Chianti Classico Gran Selezione Il Tabernacolo 2015,  Belvedere Campóli – Conti Guicciardini.

Unità geografica aggiuntiva: San Casciano. Terreno caratterizzato da alberese e altre sequenze calcalcareo-argillose, con pietrosità grossa e frequente, calcare elevato e ph (acidità) dei suoli superiore a 8.

Vigneto a 420 m. slm. Uve: 95% Sangiovese, 5% Merlot.

Matura in botti di rovere 30 mesi e si affina in bottiglia per altri sei mesi.

Colore: rosso rubino profondo. Al naso: violetta, ciliegia e ribes nero, erba, anice, infine cuoio. In bocca: secco, equilibrato, setoso, finale speziato e lungo. Abbinamenti: piccione ripieno, stufato di manzo o cinghiale, carne rossa alla griglia.

3mila bottiglie. Prezzo: 32-40 € la bottiglia.


Chianti Classico Gran Selezione Vigneto di Campolungo 2016, Lamole di Lamole

Unità geografica aggiuntiva: Lamole. Terreno caratterizzato da macigno e altre arenarie non calcaree, tessitura sabbiosa con pietrosità grossa e frequente. Calcare basso e ph dei suoli superiore a 8.

Vigneto a 550 m. slm. Uve: 95% Sangiovese, 5%Cabernet Sauvignon.

Inizia a maturare 6 mesi in acciaio, poi altri 30 in botti grandi da 30 hl.

Colore: Rosso rubino luminoso. Al naso: viola, frutta matura, cuoio, tabacco. In bocca: secco, energico, di
corpo, molto sapido, chiusura lunghissima. Abbinamenti: terrina di fagiano al tartufo nero, pappardelle al cinghiale, ribollita, capriolo in umido, stinco al ginepro, Pecorino.

20mila bottiglie. Prezzo. Sui 30 € la bottiglia.

 

Chianti Classico Gran Selezione Vigna di Sessina 2016, Dievole

Unità geografica aggiuntiva: Vagliagli. Il terreno ricco di scheletro  è caratterizzato anche da macigno, su tessitura sabbiosa e pietrosità frequente, con presenza di calcare bassa e acidità dei suoli non inferiore a 8.

Vigneto a 420 m. slm. Uve: 100% Sangiovese.

Matura 17 mesi in botti grandi di rovere francese (41 hl), più 12 mesi in bottiglia. 

Colore: rubino intenso con sfumature granate. Al naso: frutta rossa (mora in particolare), viola mammola, spezie fini. In bocca: tannini morbidi ma vibranti, ricco ed equilibrato, finale lungo,  persistente.
Abbinamenti: tagliatelle al ragù di lepre, risotto alle quaglie lardellate, filetto con salsa ai funghi porcini, stracotto di manzo.

9mila bottiglie. Prezzo: sui 40 € la bottiglia.


Info. Consorzio Vino Chianti Classico, via Sangallo 41, loc. Sambuca, Barberino Tavernelle (Firenze), tel. 055.8228522, www.chianticlassico.com .