mercoledì 30 ottobre 2019

Piano piano, Slow Wine, la guida di Slow Food, è arrivata al 10º anno. E, fedele alla linea, presenta prima produttori e territori, poi anche i vini.1967 storie contemporanee




Prima la Vita, poi le Vigne e solo dopo i Vini. Già dall’impostazione delle schede di ogni azienda vinicola selezionata si può arguire una certa differenza d’impostazione tra la guida Slow Wine edita da Slow Food e gli altri baedeker enologici usciti in autunno (Gambero Rosso, Veronelli, Go Wine, Doctor Wine, Ais, Bibenda…). Come scrivono i curatori Giancarlo Gariglio e Fabio Giavedoni nell’introduzione alla guida 2020, giunta alla 10ª edizione: “Prima l’agricoltura, prima il valore salvifico del vignaiolo, custode della fertilità del suolo, poi magari anche il sentore di ciliegia e fragola dentro il bicchiere”.
Edi Keber tra Giancarlo Gariglio e Fabio Giavedoni
Così anche gli inevitabili premi che ogni vedemecum distribuisce in occasione delle presentazioni, con Slow Wine hanno un sapore un po’ diverso dal solito. Il Premio alla carriera (che forse sarebbe meglio chiamare “alla vita” o “al lavoro”) per questa edizione va a Edi Keber, vitivinicoltore benemerito del Collio, che a Cormons, assieme al figlio titolare Kristian, pratica da anni “un’agricoltura rispettosa dell’ambiente e della biodiversità”, si batte per la promozione non solo della “sua” zona ma anche di quella adiacente del Brda sloveno e produce con rigore un solo vino: il Collio Bianco, sintesi di friulano, malvasia e ribolla, che promette di evolversi nel vetro ancora per lunghi anni (57mila bottiglie, 19 € l’una).
Il Premio per la viticoltura sostenibile è andato a Il Paradiso di Manfredi, perché “tutto è armonia e attenzione per l’ecosistema e la natura nelle vigne giardino di Florio Guerrini, armonia e attenzione che si sentono poi nei rossi di questa cantina, vibrante di vita”. Segnalato perciò come Vino Slow (bottiglia di qualità organolettica eccellente, che condensa nel bicchiere caratteri legati a territorio, storia e ambiente) il suo Brunello di Montalcino 2013 (7mila bottiglie, 77 € l’una).
Il Premio al giovane vignaiolo è quest’anno uno e trino: va al gruppo SoloRoero, composto da tre giovani produttori delle aziende Valfaccenda di Canale, Cascina Fornace e Alberto Oggero di Santo Stefano Roero, per il loro spirito di collaborazione e per l’amore verso la loro terra. 
Loro vini notevoli: di Valfaccenda, il Nebbiolo Vindabeive  2018 (14 €) e il Vino Slow Roero 2017 (21 €); di Cascina Fornace, il Nebbiolo Viscà 2017 (17 €) e il Vino Slow Roero Arneis Desaja 2016 (17 €); di Alberto Oggero, il Roero 2016 (18 €) e il Vino Slow Roero Arneis 2017 (13 €).
Roero
Valfaccenda
Arneis
Alberto Oggero
Al di là dei premi, la guida assegna anche una serie di “voti” o meglio di riconoscimenti qualitativi. Su un totale di 1967 cantine visitate e recensite sono state assegnate 212 Chiocciole per i produttori che meglio interpretano i valori organolettici territoriali e ambientali e 296 Vini Slow (vedi sopra), in aumento rispetto agli anni precedenti. I prezzi citati, che possono apparire in alcuni casi alti (ma sono “da enoteca”, cioè con l’aggiunta dell’Iva e un ricarico medio supposto del 40%) sono comunque equilibrati nella guida da ampie citazioni di Vini Quotidiani (sotto i 10 €, quest’anno sono 200 circa) e dalle Monete (riconoscimento alle aziende per il buon rapporto tra qualità e prezzo dei loro vini: quest’anno 95).
Poi, ancora, 190 Bottiglie ai produttori che esprimono un’ottima qualità media per le etichette prodotta, 193 Grandi Viniper i migliori (organoletticamente) e varie, utili indicazioni per quelle cantine che offrono anche ristorante e/o alloggio. Non mancano 128 Locali del bere slow (trattorie, enoteche, osterie con ottimi vini e cibo all’altezza).
In tutta questa marea di bottiglie di qualità, vogliamo anche noi dire la nostra. Ed ecco una supersuperselezione, arbitraria q.b.: 5 bottiglie scelte tra i 193 Grandi Vini e 5 tra i Vini Quotidiani.

5 grandi GRANDI VINI
Pecorino
Cantina Tollo
Abruzzo Pecorino 2018 (3mila bottiglie, 21 €), di Cantina Tollo di Tollo (Chieti). (Peccato che di questa grande cooperativa non venga neanche citato il Cerasuolo d’Abruzzo Hedòs, uno migliori rosati italiani).
La Prima Volta, Lambrusco di Sorbara Metodo classico Dosaggio Zero 2015 (5mila bottiglie, 26 €), di Cantina della Volta di Bomporto (Modena).
Sassorosso Valtellina Sup. Grumello 2016 (15mila bottiglie, 22 €), di Nino Negri di Chiuro (Sondrio).
Patriglione 2014 (30mila bottiglie, 48 €), di Cosimo Taurino di Guagnano (Lecce).
Cepparello 2016 (50mila bottiglie, 72 €), di Isole e Olena di Barberino Val d’Elsa (Firenze).



Aglianico
Marosa
5 grandi VINI QUOTIDIANI
Cirò Rosso Classico 2017 (400mila bottiglie, 8 €), di Librandi di Cirò Marina (Crotone)
Aglianico del Taburno Rosato Marosa 2018 (8mila bottiglie, 10 €), di Nifo Sarrapochiello di Ponte (Benevento).
Lacrima di Morro d’Alba Da Sempre 2018 (60mila bottiglie, 10 €), di Vicari di Morro d’Alba (Ancona).
Colli Tortonesi Barbera Campo La Ba’ 2017 (3mila bottiglie, 7 €), di Paolo Poggio di Brignano
Frascata (Alessandria).
Valle d’Aosta Gamay 2018 (13.500 bottiglie, 10 €), di Grosjean Vins di Quart (Aosta).


Info. Slow Wine 2020, 1120 pagine, 24 €, Slow Food Editore.

venerdì 4 ottobre 2019

Novecento Bottiglie Aperte a Milano. Eccone alcune fra le più interessanti. Ma non fidatevi e provate voi stessi...


La vendemmia in Montenapoleone? Bottiglie stappate in un “superstudio”? Milano è così e se non ha vigne per vendemmiare (a parte quelle antica e nuovissima di Leonardo nella Casa degli Atellani), fa arrivare i prodotti delle vendemmie altrui nei suoi distretti più chic, da quello di Montenapo, appunto, all’altro, un po’ più periferico, di via Tortona.
Qui saranno in degustazione oltre 900 etichette con 200 aziende partecipanti. Non mancherà ovviamente la zona food. Bottiglie Aperte 2019, giunta all’ottava edizione, si tiene domenica 6 e lunedì 7 ottobre al Superstudio Più di via Tortona 27. Sarà uno degli eventi di punta della Milano Wine Week, kermesse vitivinicola ricca a sua volta di degustazioni, masterclass, aperitivi e seminari (6-13 ottobre, https://milanowineweek.com ). Il pubblico di Bottiglie aperte sarà formato perlopiù da operatori del settore (il cosiddetto Horeca, cioè hotel, ristoranti e bar), che avranno ingresso gratuito (previa registrazione sul sito), mentre gli appassionati dovranno pagare un ticket di 40 euro.
Per il secondo anno, ci sarà la presenza dell’Associazione Donne del vino, con un’area dedicata, nella quale, fra l’altro, lunedì 7 alle 11 si terrà la masterclass “Astrologia del vino: dimmi che varietà sei, ti dirò che Donna del vino sono”. Alle 15, sempre di lunedì, altra masterclass, organizzata da Bubble’s Italia, il brand inventato dallo scrittore e viaggiatore Andrea Zanfi: “Bubble’s – le bollicine italiane”. VeronaFiere con l’Enoteca 5StarWines the Book di Vinitaly, presenterà una selezione di 53 etichette, scelte tra quelle che hanno ottenuto un punteggio superiore a 92/100 nella sua guida.
Timorasso
La Zerba Volpi
Si allarga la rappresentanza delle regioni, con alcune cantine di Basilicata e Umbria. Fra le tante case vinicole presenti, perlopiù poco note, se ne segnalano alcune particolarmente interessanti. Dalla CalabriaSpadafora 1915 con i suoi Dop Terre di Cosenza (Telesio, Rosaspina Rosato…). Dalla CampaniaPietrefitte con i vini del Sannio e Marisa Cuomo con i famosi vini della Costa d’Amalfi, Furore e “l’estremo” Fior d’uva.
Dall’Emilia RomagnaMonte delle Vigne con bottiglie dal nome evocativo come Callas e Nabucco. Dal FriuliPighin con i vini del Collio e delle Grave.
Amarone Mater
C. Valpolicella Negrar
Dalla Lombardia, Quaquarini con i bio dell’Oltrepò, dal Rosso Magister al Buttafuoco Vigna Pregana. Dalle MarcheVelenosi con il Falerio, i vari Passerina, Pecorino e il Montepulciano d’Abruzzo. Dal Piemonte, le Cantine Volpi con i due vini della Cascina La Zerba di Volpedo, Barbera e Timorasso dei Colli Tortonesi 2017, pluripremiati e medagliati quest’anno in varie manifestazioni. E poi, ancora, Michele Chiarlo (Nizza La  Court, Barolo Cerequio), Scarpa (Barbaresco Tettineive, Barbera La Bogliona), Tenuta Santa Caterina (Grignolino Arlandino, Barbera Setècapita)… 
Dalla SiciliaBaglio di Pianetto (Petit Verdot Carduni, Viognier). Dalla ToscanaCarpineto (Vino Nobile di Montepulciano, supertuscan Dogajolo). 
Dal VenetoCantina Valpolicella Negrar (Valpolicella Ripasso, Amarone Espressioni).
E dalla Svizzera, il produttore di buoni vini ticinesi Valsangiacomo si presenta coraggiosamente con il Bitter Franzini, di origini milanesi, poi passato oltreconfine e ora rilanciato con successo inaspettato, nella Confederazione elvetica. Alla (ri)conquista dell’Italia.
Info. Bottiglie Aperte, 6 e 7 ottobre al Superstudio Più, via Tortona 27, Milano, www.bottiglieaperte.it   Orari:10.30-19. Ingresso per operatori gratuito; wine lovers, 40 € al giorno (65 € per i due giorni). Sommelier e associati del mondo del vino, 30 €). Biglietteria on line attiva.

mercoledì 2 ottobre 2019

Ma quanto è simpatico questo festival! E com'è buono il baccalà...Da questo mese e fino a marzo 2020 gli chef del Triveneto si sfidano. A colpi di stocco

Le isole Lofoten, in Norvegia, patrie dello stoccafisso

È forse la più simpatica manifestazione gastronomica fra quelle che si svolgono periodicamente in Italia. Perché unisce tradizione (fortissima) a innovazione (obbligatoria). Il Festival triveneto del Baccalà è ormai alla 10ª edizione e vien voglia di girarsi tutti i ristoranti che partecipano alla disfida – da Padova a Venezia, da Treviso a Belluno, da Verona a Udine, quasi sempre in borghi di provincia, per assaggiare i nuovi piatti basati sul bacalà, come si dice da queste parti. A scanso di equivoci da parte
Distesa di stoccafissi
ad asciugare all'aria
dei non-triveneti è bene precisare che nelle lande nordorientali della Bel Paese per baccalà s’intende lo stoccafisso, cioè il merluzzo conservato per essicazione all’aria aperta e non lo stesso pesce conservato per salagione.
Già mette allegria il solo apprendere i nomi degli enti organizzatori del festival: Dogale Confraternita del Baccalà Mantecato (mi raccomando, tutte maiuscole!), Venerabile Confraternita del Bacalà alla Vicentina, Vulnerabile Confraternita dello Stofiss dei Frati…Che meraviglia!
Il piatto vincitore 2018/19, di Renato Rizzardi:
"100% stoccafisso, tortelli allo stoccafisso in
brodetto e trippa di baccalà" 
Ma come funziona la kermesse? È una sfida itinerante che al momento coinvolge 23 ristoranti di Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige, i cui chef proporranno in un determinato giorno tra il 14 ottobre 2019 e il 30 marzo 2020 ai clienti e a una rappresentanza del comitato organizzatore, tre piatti (antipasto, primo e secondo) a base di stoccafisso, ma innovativi. I clienti votano il piatto preferito, mentre i delegati raccolgono le schede e le inviano alla segreteria del festival che, sulla base dei voti, indicherà la ricetta scelta a maggioranza durante la serata. Tutti i piatti così selezionati il 6 aprile 2020 verranno vagliati sulla carta da una giuria tecnica, composta da soli chef, che ne selezionerà dieci. Il 20 aprile le dieci ricette verranno realizzate dagli autori al ristorante Baccalàdivino di Mestre, ove un’ulteriore giuria porterà a cinque il numero dei piatti che parteciperanno al galà finale, in programma il 16 maggio 2020 all’Isola di San Servolo a Venezia. 
Ultimo giudizio da parte di una nuova giuria tecnica di sette membri, coordinata dallo chef Franco Favaretto, patron del Baccalàdivino  (basato su cinque parametri: presentazione del piatto, valorizzazione del prodotto, tecnica, degustazione, innovazione e creatività, una roba serissima) e infine proclamazione del piatto e del cuoco vincitori. Naturalmente finalisti e vincitore manterranno le loro creazioni nel loro menu per parecchi mesi, se non per anni. 
Il premio finale alla miglior ricetta 2019/2020 è costituito dal cosiddetto Trofeo Tagliapietra, dal nome dell’azienda sponsor del festival, azienda benemerita, bisogna dire, e discreta: benché lavori e commerci prodotti ittici, merluzzo e stoccafisso, non “impone” per nulla ai cuochi concorrenti di utilizzarli; e ci mancherebbe, potrebbe dire qualcuno, ma di questi tempi si tratta di virtù piuttosto rare. Oltre al premio (una scultura d’autore, foto sotto) al vincitore verrà offerto un viaggio di conoscenza in Norvegia per scoprire le Isole Lofoten, patrie dello stockfish o tørrfisk, per dirlo alla norvegese.
Info. Tutto il programma con le serate nei vari ristoranti, prezzi (calmierati) e date si trovano sul sito www.festivaldelbaccala.it