martedì 26 marzo 2013

Verso Vinitaly 2013 / Quel Lugana è tardivo



Ettore e Giovanna Prandini
È il primo vino lombardo a essere divenuto una Doc, nel 1967. Ed è un bianco. Da uva trebbiano (di solito, non un granché). Ma le barbatelle piantate nei terreni argillosi e ricchi di sali minerali intorno a Sirmione (Brescia), quindi sul Garda, danno vita a un vino differente dal consueto, generalmente morbido e delicato, ma di bella personalità: Il Lugana. Che ormai si è evoluto, tanto da presentarsi in varie tipologie, da quella base al vino Superiore (più invecchiato), al Riserva (ancora più maturo), allo spumante classico.
Quest’anno al Vinitaly (stand A9 del PalaExpo della Regione Lombardia) sarà possibile assaggiare tutte le tipologie dei vari produttori al tavolone del Consorzio di Tutela, che ha appena eletto Luca Formenti nuovo presidente. L’ultima novità è la possibilità di degustare una nuova tipologia di Lugana: la Vendemmia tardiva. Sono solo due le aziende che la producono, al momento, la Tenuta Roveglia di Pozzolengo e Perla del Garda di Lonato del Garda. A fine febbraio quest’ultima azienda, diretta dai fratelli Giovanna ed Ettore Prandini, ha presentato in anteprima le bottiglie del Vinitaly a Milano, all’Enoluogo di Civiltà del Bere.  Le uve del Vendemmia tardiva erano state colte il 7/11/2011, quando erano già state parzialmente attaccate dalla muffa nobile (Botrytis cinerea), anche se poi nel bicchiere non se ne riscontravano i sentori. Il vino è appena dolce, ma delicato; morbido, ma di giusta acidità, con qualche ricordo di frutta secca, probabilmente dovuto a un parziale affinamento in barrique. Verrà commercializzato in poche migliaia di bottiglie da mezzo litro, più qualche magnum (1,5 lt). Molto interessanti anche gli altri vini dell’azienda, che punta decisamente sul formato magnum - in particolare per gli spumanti - indubbiamente il migliore per la conservazione (e l’eventuale evoluzione) del vino nel vetro, ma non sempre commercialmente appetibile, soprattutto per i ristoranti.
Il Perla, Lugana Doc.
Si tratta di un trebbiano di Lugana in purezza, millesimato brut; del Settimo Cielo, fifty-fifty di trebbiano e chardonnay; e di un millesimato extra-brut, 100% chardonnay. E i vini fermi? Ci sono alcuni rossi, da uve merlot e cabernet, ma i più interessanti sono i tre Lugana. Il Perla è vino fresco da bere giovane, da antipasti, primi piatti, pesce; Madonna della Scoperta (Lugana Superiore) è già più complesso (si affina parzialmente in  piccoli legni), ha note balsamiche, di fiori e frutta matura. Sempre fresco, ma morbido. Un buon abbinamento? Pesce bianco arrosto, con patate e funghi. Madre Perla si affina sui lieviti e viene imbottigliato dopo 17 mesi. I sentori al naso sono floreali e fruttati, ma con sfumature di crosta di pane e vaniglia. Al palato questo Lugana è secco, fresco e di buona struttura.  Da gustare con primi di pesce salsati, ma anche, secondo i produttori, “con un fiore di zucca ripieno di San Pietro con salsa d’ostriche al basilico”. Hélas! – direbbe Baudelaire…

Il consorzio: Consorzio del Lugana: www.consorziolugana.it. 
I produttori: Tenuta Roveglia, loc. Roveglia, Pozzolengo (Bs), www.tenutaroveglia.it; Perla del Garda, via Fenil Vecchio 9, Lonato del Garda, www.perladelgarda.it.
La manifestazione: Vinitaly, Veronafiere, viale del Lavoro 8, Verona, info tel. 045.8298854 (9-12.30),    www.vinitaly.com, 7-10 aprile, orari 9.30-18.30. Ingresso riservato agli operatori. Biglietti: giornaliero 50 € (on line 45 €), 4 giorni 80 €.

giovedì 7 marzo 2013

Losanna: se le finestre e il "porno" mettono appetito


Scoprire il côté erotico di un illustratore notissimo in Svizzera, anche per le copertine di libri per l’infanzia. Ammirare i quadri di Monet e Magritte, De Chirico e Klee raccolti sotto un unico tema: le finestre. Provare la salsiccia di cavoli con gratin di porri e patate, il piatto più popolare e gustoso del cantone di Vaud, in un bistrot nel bosco. Attraversare il lago Lemano fino a Ginevra o alle coste francesi. Passare in auto o su un trenino (o anche a piedi!) tra i vigneti del Lavaux (Patrimonio mondiale dell’Unesco), alti sul lago per andare ad assaggiare i vini sotto lo sguardo di un Corto Maltese immortalato in una statua, nel paese dove Hugo Pratt trascorse i suoi ultimi anni.

Una scala di Szafran
Tutto questo e altro si può fare trascorrendo un weekend a Losanna, graziosa città a misura d’uomo, di circa 125.000 abitanti, sulle sponde del Lemano. 330 km d’auto da Milano, 4 ore e mezza circa per arrivarci. Superato il traforo del Gran San Bernardo, val la pena di sostare a Martigny, già in Svizzera, per fare un giro alla Fondation Pierre Gianadda (www.gianadda.ch), che ospita sempre mostre interessanti.  Dall’8 marzo al 16 giugno è in programma quella dedicata a cinquant’anni di pittura di un artista distaccato dalle mode, ma di grande capacità espressiva: Sam Szafran.  Parigino, 79 anni, una vita movimentata, segnata dall’emigrazione in vari paesi e dalla povertà, inizia con la pittura a olio, poi si dedica  per lungo tempo ai pastelli, con raro talento, tanto da essere considerato l’autore di un nuovo rinascimento di questa tecnica. Sperimenta l’astratto, ma poi torna al figurativo. Racconta i cavoli (che gli ricordano le sue radici polacche), gli atelier, in particolare quello di litografia da lui stesso creato, il fogliame e le scale, rampe dipinte come volute, effetti di scarpata, vertigini, panorami quasi deliranti, attraverso incisioni, dipinti, acquerelli e pastelli.
Visioni simultanee, di Boccioni.

Dalle scale alle finestre. S’intitola così o più precisamente Fenêtres, de la Renaissance à nos jours. Dürer, Monet, Magritte… la mostra della Fondation de l’Hermitage (www.fondation-hermitage.ch) di Losanna, inaugurata a fine gennaio e aperta sino al 20 maggio. Sono 150 opere provenienti da istituzioni svizzere ed europee e da collezioni private. Quadri, incisioni, foto, anche video sviluppano il tema con opere dei già citati Dürer, Monet, Magritte e poi di De Chirico, Munch, Mondrian, Matisse, Duchamp, Balthus, Picasso e altri ancora. Cinquecento anni di sguardi attraverso le finestre su paesaggi e vedute realistiche o, al contrario, interiori, all’interno dell’animo umano. I più interessanti? Ognuno deciderà da sé, secondo il suo gusto personale, ma certo si possono almeno citare il luminoso Fenêtre à Alger di Marquet, i paesaggi de Les trois fenêtres di Boswell, le porte e finestre californiane di Picasso, la poetica Maison di Magritte, il freneticamente futurista Visioni simultanee di Boccioni, gli occhiali-finestre di Rhode.
Il papet vaudois del Chalet Suisse
Tra una mostra e l’altra, si va a gustare la cucina svizzera e del cantone in un ristorante con magnifica vista sulla città e sul lago, ai margini del bosco di Sauvabelin,  Le Chalet Suisse (www.chaletsuisse.ch). Cucina tipica, con varie fondue (di formaggio o carne) e raclette, lingua, trippe, pesce di lago e il formidabile papet vaudois tradizionale, con salsiccia di cavolo: una sorta di purè rustico di patate e  porri, con la gustosissima salsiccia. Il suggerimento è di accompagnarlo con uno dei buoni vini rossi losannesi,  come l’Abbaye de Mont o Les Romains (les Frères Dutruy, www.latreille.ch), uvaggio di pinot nero, gamaret e garanoir.
Un’esposizione divertente è anche quella in corso fino al 14 aprile al Musée historique (ingresso libero, www.lausanne.ch/mhl) sull’illustratore vodese Marcel  Vidoudez (1900-1968).  Generazioni di svizzeri francofoni ricordano ancora la copertina e i disegni del Mon premier livre, su cui hanno imparato a leggere. O gli album-chocolat Nestlé, Peter, Cailler, Kolher di figurine, antenate delle italiane Panini.
Ma accanto ai libri per la gioventù, alle copertine di riviste, ai cartelloni pubblicitari, alle scene di cabaret, ecco il suo giardino segreto. Percorrendo l’esposizione, con giochi per bambini come il cannone del Baron de Crac (bugie), cioè del barone di Munchhausen), film, affiche e quant’altro, si arriva  a un angolo proibito, celato da una tenda nera e vietato ai minori, in cui Vidoudez passa nei suoi disegni dall’erotico al pornografico, ma sempre con una  certa leggerezza e comunque con la libertà di un’opera nascosta, non firmata, mai mostrata in pubblico fino ad ora.



Losanna/2: Lungo i vigneti e sul lago


La statua di Corto Maltese a Grandvaux

Non si può mancare una gita fra i vigneti del Lavaux, a terrazze digradanti verso il lago, Patrimonio mondiale dell’Unesco. Si procede a sudest di Losanna e, dopo, Lutry inizia la Route de Lavaux, circa 12 km fino a Saint-Saphorin. Dal 29 marzo a fine ottobre col Lavaux Express (un trenino su ruote gommate, su strada) si fanno vari itinerari, fra cui quello per visitare le cantine dei produttori (www.lavauxexpress.ch).  Chi vuol camminare, calcoli circa 3 ore e 15’ il percorso da Lutry a St-Saphorin. Si ammirano le colline vitate, il panorama sul Lemano, il borgo medievale di Lutry, le stradine e le case di pietra, con le insegne in ferro battuto di St-Saphorin e la sua antica chiesa parrocchiale. A Grandvaux si va  al Caveau Corto (aperto nei weekend da aprile a novembre, www.caveaucorto.ch): si può fare uno spuntino e degustare i vini dei produttori della zona. Sulla piazzetta, con gran vista sui vigneti, una statua di Corto Maltese a grandezza naturale osserva il cielo e il lago. In questo borgo ha passato molti anni della sua vita (sino alla morte, nel 1995) Hugo Pratt, il creatore del personaggio.
L'Auberge de Rivaz
Un altarino di...bottiglie svizzere
Un altro posto notevole ove assaggiare (e acquistare) i migliori vini dei produttori dei vari cru, è il Lavaux Vinorama, a Rivaz, sulla Route du Lac (www.lavaux-vinorama.ch). Molti di questi vini, dai bianchi (a base di chasselas, chardonnay, pinot o gewürztraminer) ai rossi (gamay, pinot noir, gamaret, garanoir e altri) sono veramente interessanti, con punte d’eccellenza.

E per mettere qualcosa di buono sotto i denti? A Rivaz, l’Auberge de Rivaz (www.aubergederivaz.ch) propone la sua interpretazione della cucina italiana. Ma val la pena di rimanere sui piatti locali e gustare gli eccellenti filetti di persico alla mugnaia con contorno di patate e verdure(27,50-37,50 franchi, a seconda della porzione). Buona scelta di vini del Grandvaux (bottiglie tra i 32 e i 46 franchi). C’è anche una bella terrazza per mangiare all’aperto, vista lago, circondati dalle vigne. È anche albergo (a due stelle). Le camere non hanno particolare fascino (doppia b&b , 120 franchi, 140 da metà aprile) ma il luogo all’intorno sì. Hotel (quasi) da sogno si trovano a Ouchy, quartiere lacustre di Losanna. Su tutti lo Chateau d’Ouchy (da 333 franchi la doppia, www.chateaudouchy.ch) e il Beau Rivage (da 440 franchi, www.brp.ch). Ma è carino (e più economico) anche l’Hotel du port (doppia da 175 a 215 franchi, www.hotel-du-port.ch). E a Ouchy, oltre a passeggiare lungo il lago, lo si può solcare, per un’oretta o per tutta la giornata, magari sino a Evian, sulla sponda francese, o fin sotto le vigne del Lavaux, per ammirale anche dall’acqua (En bateau sur le Leman: www.lausanne.ch/view.asp?docId=20483&domId=65086&language=F).