venerdì 19 settembre 2014

I barolisti Damilano su Bibenda cinese: meglio i cru di Cannubi o di Brunate?


Nell'immagine di apertura, Cannubi, la zona più antica e prestigiosa del Barolo


Questo mio articolo è stato appena pubblicato sul primo numero di Bibenda, edizione cinese, una nuova iniziativa, frutto della collaborazione fra CesanaMedia, Publishing 22 e Bibenda Editore. Nell'indice della rivista trimestrale, fra l'altro, articoli sul Piemonte vinicolo, sul cru di Barolo Cannubi, sul produttore toscano Mazzei/Castello di Fonterutoli, sulla Franciacorta, sulla ricette della scuola di cucina Altopalato di Toni Sarcina, su Bulgari e sull'isola di Ponza.

Sono famosi per il loro Barolo Cannubi. Di questo cru prestigioso (15 ettari in totale, divisi tra diversi produttori), utilizzano per il loro vino il 60% di tutto il vigneto, di cui possiedono due ettari, oltre ad altri
La copertina di Bibenda
edizione cinese
otto in affitto. Eppure i Damilano, la famiglia proprietaria dell'omonima casa vinicola di Barolo-La Morra, il più recente successo per le loro bottiglie l'hanno conseguito con un altro grande cru di Barolo, il Brunate. Le annate 2009 sono state giudicate dalla guida Bibenda 2014, "di grande livello e spiccato pregio" - il Cannubi, "d'eccellenza" - il Brunate. Questo fatto, forse episodico, mette però in luce la forza della cantina. Cannubi è storicamente la bandiera, ma poi, anno dopo anno, il fiore all'occhiello può essere diverso.
Di Brunate, bellissimo anfiteatro di vigne che gode di un clima particolarmente felice, i Damilano possiedono solo 0,6 ettari su 25, ma li coltivano e vinificano con rara maestria. Il vino qui si rivela suadente e completo, con una componente che nelle grandi annate richiama all’olfatto il tartufo. Certo, si tratta di sole 3.000 bottiglie annue, contro le circa 40.000 di Cannubi (la produzione totale si aggira sulle 220.000 l’anno).
Un discorso analogo, potrebbe ripetersi per altri cru, sempre di Barolo, come Cerequio (2.700 bottiglie) e l'austero Liste (7.000), che dà origine a vini originariamente piuttosto tannici e comunque di grande struttura. E non sarà un caso se nel decennio 2000-2010 Cannubi e Liste sono stati i vini più premiati da prestigiose riviste internazionali, come Wine Spectator, The Wine Advocat e Wine Enthusiast.
Eppure non si vive di soli cru. Un tempo Cannubi veniva usato per migliorare con un sapiente mix il vino proveniente da altre vigne meno dotate. E non è detto che sia sbagliato mescolare uve e vini di terreni e vigne differenti. Certo, non è molto conveniente "annacquare" un Cannubi. Ma si possono ottenere eccellenti Barolo anche scegliendo e mescolando vini di varia provenienza. È quello che hanno fatto i Damilano con il Barolo Le Cinque Vigne, ottenendo un vino davvero all'altezza dei cru più prestigiosi. Le uve provengono dai vigneti Castellero e le Coste, di Barolo, La Cavourrina, di Grinzane Cavour, Ravera, di Novello, e Bussia, di Monforte.
Attualmente gestiscono l’azienda di famiglia due fratelli, Paolo e Mario, impegnati nello sviluppo commerciale, e il cugino Guido, che si occupa direttamente della cantina (foto a fianco), coadiuvato da due noti professionisti del settore, l'agronomo Giampiero Romana e l'enologo Beppe Caviola. Ma l'attività dell’azienda agricola risale al 1890, quando Giuseppe Borgogno, bisnonno degli attuali proprietari, iniziò a coltivare e vinificare le uve di proprietà. Giacomo Damilano, genero del fondatore, sviluppò poi con passione e competenza l'azienda, migliorando la qualità della vinificazione e portandola ai livelli più alti, e trasmettendo così ai nipoti - gli attuali proprietari e Margherita, sorella di Guido, prematuramente scomparsa - una cantina affidabile e già proiettata nel futuro.
Il business - ma forse sarebbe giusto dire la passione professionale dei Damilano - non si limita al vino. Ne fa parte l'acqua minerale Sparea, a diffusione regionale, e l'interesse per la ristorazione e la gastronomia. Lo dimostra l'acquisizione del pastificio Defilippis di Torino, uno dei più antichi d’Italia, famoso per i mitici ravioli del plin (tipici piemontesi: plin in dialetto significa pizzicotto, il gesto finale con il quale si chiude la pasta del raviolo stesso), che abbina alla gastronomia anche uno spazio dedicato alla ristorazione. Ancora, l’acquisizione e riapertura - dopo 13 anni - dello storico bar Zucca a Torino (nuova sede in via Gramsci 10), famoso, fra l’altro, per i suoi tramezzini (sorta di sandwich) al formaggio mascarpone tartufato, toast, pizzette e cocktail. E ne è prova l'ospitalità, concessa in alcuni locali della sede aziendale, allo chef e patron Massimo Camia, che da pochi mesi ha trasferito qui la sede del suo ristorante stellato Locanda nel borgo antico, che si trovava poco fuori il centro di Barolo e che ora ha semplicemente il nome del suo proprietario.
Da Camia si possono degustare, comodamente seduti a un tavolo dell'elegante sala affacciata sui vigneti oltre la strada, tutti i vini di Damilano, abbinandoli a piatti gustosi e interessanti, quasi sempre
Massimo Camia, sulla sx, in nero, con lo staff di cucina
ispirati al territorio, anche quando si fa sentire la vena creativa. Il filetto di merluzzo in panatura croccante, crema di patate, semi di sesamo e olio di nocciole, per esempio, si abbina perfettamente al ricco e succoso vino bianco Arneis; mentre con i tipicissimi e saporiti agnolotti del plin (ripieni di tre carni differenti), con sugo a base di fondo bruno mantecato al formaggio, fa matrimonio d'amore la Barbera d’Alba Lablù, fresca e fragrante. E con un piatto sontuoso come il maialino da latte marinato nella soia, scalogno caramellato all’aceto balsamico e semolino dolce fritto? Qui non ci si può esimere dal più morbido e suadente dei Barolo: il Cannubi.
Gli abbinamenti con il dolce a volte non sono facili, ma i Damilano (e il patron Massimo Camia) hanno la risposta giusta, che viene da un vino poco noto al di fuori del Piemonte e all'estero: Il Barolo chinato, a base del famoso vino, aromatizzata con china calissaia, radici di rabarbaro, genziana e cardamomo, zucchero e alcol. Un vino rinforzato, perfetto anche con tutti i dessert a base di cioccolato e con lo stesso cioccolato amaro.
Programmi? I Damilano puntano molto a una sorta di superbarolo, una Riserva di Cannubi targata 2008, frutto di una selezione esasperata nel vigneto e in cantina, che sta maturando lentamente in botte e poi in bottiglia. Vedrà la luce nel 2015. E, in un futuro non lontano, una sorpresa ancora top secret, ma dal sentore di Alta Langa…

Barolo Cannubi 2010
Colore rosso granato, anche intenso, si presenta all’olfatto con profumi giovani e freschi, che ricordano la rosa e la violetta. Succoso e polputo in bocca, ha tannini ben sottolineati, ma non aggressivi, che promettono di evolvere in morbidezza ed eleganza.
Finale già pieno, abbastanza levigato, di grande finezza, ottima promessa di futuro sviluppo delle note organolettiche.



Gli indirizzi
Azienda agricola Damilano e Wine Shop La Morra
Strada Provinciale Alba - Barolo 122, La Morra (Cn), tel. 0173.56105, www.cantinedamilano.it. Orari: lunedì-venerdì 8,30-12,30, 14.30-18; sabato, domenica e festivi 10-18.
Wine Shop Barolo
Via Roma 31, Barolo (Cn), cell. 345.9603588. Orari: 10,30-18,3 (chiuso mercoledì).
Ristorante Massimo Camia
Strada Provinciale Alba - Barolo 122, La Morra (Cn), tel. 0173.56355, cell. 342.0515132, www.locandanelborgo.com. Chiuso martedì e mercoledì a pranzo. Menu a 40, 65 e 75 €. Alla carta (tre piatti) 60-78 €.



venerdì 12 settembre 2014

Sesso, Porsche e crepe Suzette


L'Hotel Preidlhof in Val Venosta (Alto Adige)

Una Rolls-Royce gialla. Be’, non esageriamo. Quello era un film del 1964. Due Porsche gialle: questa è una realtà del 2014. Sono proprietà dei DolceVita Hotel (www.dolcevitahotels.com), cinque alberghi consociati della Val Venosta, in Alto Adige, che le mettono a disposizione dei propri clienti (99 € al
giorno, con cestino da picnic) per farsi un po’ di sgommate fra i tourniquet delle Dolomiti. Gli alberghi sono tutti nelle vicinanze di Merano, a Laces e Naturno, piccoli paradisi delle vacanze montane. E distano, fra di loro, non più di 11 km. Il dato è interessante perché, con la formula di prenotazione Give me five, alloggiando in uno di essi ci si può avvalere gratuitamente e senza limiti delle strutture e delle offerte di tutti e cinque, usufruire della linea biologica Barg, a base di erbe locali bio e da raccolta selvatica controllata, sfruttare i trattamenti esclusivi per le coppie (cene  romantiche, notti in baita, welness dedicato). Si tratta dell’Hotel Paradies di Laces (5 stelle, www.hotelparadies.com/it ), dello Jagdhof, sempre a Laces (4 stelleS,  www.jagdhof.com/it), del Feldhof di Naturno (4 stelleS, www.feldhof.com/it), del Lindenhof, di Naturno (4 stelleS, www.lindenhof.it )  e, sempre a Naturno, del Preidlhof, anch’esso 4 stelle Superior, tra i top hotel d’Italia (www.preidlhof.it).
Camera romantica del Preidlhof
Quest’ultimo, in particolare, è un hotel-benessere con 50 camere e suite dedicate esclusivamente alle coppie, alcune veramente magnifiche, con letto a baldacchino, balcone con splendida vista, vasca o terrazza privata con jacuzzi e sauna all’aperto. È stato premiato con l'Holidaycheck Award 2012 e 2013 come miglior albergo per coppie. Quello che qui viene chiamato Il Mondo delle acque si articola in 5 piscine e 7 saune con parco mediterraneo. C’è anche una Sky Spa di nuova costruzione, una torre di quattro piani ispirata a un’architettura del benessere con piscina a pelo d’acqua sul tetto scoperto da cui si gode il paesaggio della valle, dal monte Tessa, di vegetazione mediterranea, al monte Tramontana, ricoperto di conifere.
Interessantissima la cucina del Preidlhof, che si gusta, soprattutto la sera, nella sua Dolce Vita Stube (tel. 390.473666251). Lo chef Thomas Ebner propone piatti d’ispirazione mediterranea, con qualche classico altoatesino rivisitato e l’uso di molte erbe spontanee. C’è anche un menu ayurveda da sole 500 calorie, per niente “punitivo” e anzi gustoso. Fra le preparazioni più notevoli: mezzelune della val
Crepe Suzette
Venosta con valeriana arrostita, variazione di carciofi altoatesini di montagna & branzino, essenza di quaglia con tortelloni di grano saraceno, curry indiano con l’anatra & noci d’acaju, cappasanta alla griglia con risotto di riso selvatico. Ancora, orata al rosmarino, capperi e valeriana, carré d’agnello gratinato con polenta, paprica e fagiolini. Dolci innovativi come il sex on the beach, ispirato al noto cocktail, o da Belle
 Epoque, come le crepe Suzette al Grand Marnier e gli eccellenti vini dell’Alto Adige, a cominciare dai Riesling di Naturno Falkenstein della cantina Pratzner e Castel Juval di Unterortl.
Il Lago di Carezza
E poi la Porsche gialla, boxter Cabrio, per provare l’emozione del vento tra i capelli e del panorama, a volte veramente mozzafiato, delle Dolomiti. Tra le mete più interessanti “in giallo”, ma ovviamente anche con le proprie auto, il Lago di Carezza, che si raggiunge, passando da Bolzano, in circa un’ora e mezza. Nelle sue acque si riflettono quasi magicamente le cime del massiccio del Latemar; è detto anche lago dell’arcobaleno per i colori cangianti. Da qui si può visitare la Val di Fassa, passando da Vigo e Canazei fino al Passo Pordoi, mettendo alla prova l’auto con i 28 tornanti che congiungono Canazei al passo. Che è posto a 2239 m. d’altitudine, incassato fra il Sass Pordoi e il Sass Becè. Delimita il confine fra le provincie di Trento e Belluno. Il ristorante Maria, di cucina tipica d’antan, si rifà alla mitica Maria Piaz (sorella del famoso alpinista Tita Piaz), promotrice delle prime strutture turistiche del passo a più riprese, nel secolo scorso. In poco più di mezz’ora si può ridiscendere in Alto Adige e, a La Villa, con la funivia dello Ski carosello Corvara, si arriva all’effervescente rifugio Moritzino di Piz la Ila (2100 m.), meta preferita di molti vip, ma effettivamente buon ristorante e rifornito wine bar, che propone una cucina altoatesina abbastanza tipica e ben fatta. (Club Moritzino, Piz La Villa, tel. 0471.847403,  www.moritzino.it).

Da La Villa ad Appiano sulla strada del vino, ci vogliono un paio d’ore di auto (87 km). Ma il tour merita, per godersi le strade panoramiche e per visitare  una delle glorie enologiche dell’Alto Adige, la cantina San Michele Appiano (www.stmichael.it), ultracentenaria e oggi gestita mirabilmente dal winemaker Hans Terzer, già premiato dalla rivista Il Gambero Rosso come uno dei dieci migliori del
Planimetria dei cru e bottiglie della cantina S. Michele Appiano
mondo. È un bell’edifico, prevalentemente in stile Liberty, ma con un moderno showroom chiamato Wine Time, dove non solo si acquista vino, ma lo si degusta, si assiste a presentazioni e a illustrazioni sulle vigne e il territorio. Un erbario documenta le forme delle foglie delle viti, nell’aromateca si annusano 36 aromi del vino. Gran qualità e relativa quantità: sono circa 2 milioni le bottiglie prodotte in tre linee, la Classica (buon rapporto qualità/prezzo), la Selezione e la Sanct Valentin, la più prestigiosa. Fra i grandi vini prodotti qui, vanno almeno nominati il soave Passito Comtess (uvaggio di
gewurztraminer, riesling e sauvignon), il Sauvignon della linea St Valentin e, fra i rossi, il Pinot nero riserva, il Lagrein Riserva e il Merlot-Cabernet De Piano, un’ultima entrée d’eccellenza.
Così corroborati da assaggi molteplici, si può far ritorno verso un meritato riposo al Preidlhof di Naturno. Che (dolce) vita difficile! 

Pacchetto. Weekend settembrino all’Hotel Preidlhof (valido fino al 29/9), 2 pernottamenti a partire da € 388 a persona compresa la nuova sauna panoramica della Sky Spa, possibilità di noleggiare la Porsche Boxster Cabrio DolceVita per un tour tra le Dolomiti, escursioni guidate in bici o Nordic Walking nel Parco Naturale del Gruppo di Tessa, noleggio di vespa e quad gratuito, piatti gourmet con la pensione 3/4 per buongustai. Ogni giorno colazione a tema con tavolo buffet e angolo dei prodotti biologici. E Buffet Vital nel pomeriggio, dalle 14 alle 17. La sera, menu gourmet à la carte di 7 portate con possibilità di scegliere il menu Vital vegetariano e wellness di 500 calorie.