venerdì 14 febbraio 2020

Rossi d'inverno / Dalla Lombardia alla Toscana, alla Grecia. Fuori dagli schemi e dalle Doc più famose


Vini rossi. Quattro, ma a loro modo rappresentativi. Di quelle pattuglie di ottimi vini, che non godono però della fama conferita dalle prestigiose denominazioni, quali Barolo, Brunello di Montalcino, Amarone…Tre italiani e uno addirittura greco, distribuito in mezzo mondo ma non in Italia. Eppure ne varrebbe la pena. O forse val più la pena di andarselo a bere in loco, nella loro grande e bella cantina nel Peloponneso. Magari in primavera, quando l’aria si fa dolce e il mare già s’intiepidisce. E poi, in fondo, anche un suggerimento per un piccolo hotel con buon ristorante dove soggiornare. A 5 metri dall’acqua salata del Golfo Argolico.

Il gran lombardo
Gradoni
Franciacorta è sinonimo di grandi spumanti Docg metodo classico. Che sovrastano gli altri vini della zona, bianchi e rossi “fermi”, che meriterebbero invece di essere meglio conosciuti ed apprezzati. Così succede per le Doc Curtefranca Rosso e Bianco e anche per non pochi Igt Sebino. Certo, uno non si aspetterebbe di degustare in verticale (cioè bottiglie di annate differenti in sequenza), un rosso della Franciacorta e di trovarlo alla pari con alcuni dei più grandi Barolo, Barbaresco e Brunello. Eppure succede. È successo, con il vino Gradoni, Curtefranca Rosso Doc dell’azienda vinicola Villa Franciacorta, di Monticelli Brusati. A confronto le annate 1994, 1996, 1998, 1999, 2000, 2001, 2002, 2003, 2005, 2008. E, infine, la più recente in commercio, la 2013. Non ce n’è stata una che non fosse bevibile con gran soddisfazione, a cominciare, a parere di che scrive, dalla 2000 e 2008. Naturalmente la 2013 è la più fresca e “briosa”, avendo comunque sei annetti sulle spalle, trascorsi per 18 mesi in barrique e altri 18 in bottiglia, più l’ulteriore affinamento in attesa di essere stappata. 
Gradoni è un vigneto-cru sulla collina alle spalle degli edifici aziendali, posto appunto su scoscesi gradoni. Classico uvaggio bordolese, con 30% di Merlot, 35% di Cabernet sauvignon e 35% di Cabernet franc. Un bel colore rubino intenso, quasi profondo; al naso arrivano grati profumi di frutta matura, anche in confettura, poi uno speziato dolce, un accenno di liquirizia, una nota di tabacco. In bocca, ricco, morbido, con lindi tannini sensuali, persistente, di grande struttura. 
Briolette Rosé
Fa matrimonio d’amore con le carni: spezzatino di vitello, costine di maiale al forno, manzo all'olio…ma la sua morte è con lo Spiedo bresciano, della cui preparazione sono maestri alla Trattoria Castello di Serle (Brescia, www.trattoriacastello.eu), dove lo cucinano seguendo il Disciplinare comunale,
approvato nel 2010. Pezzi di maiale di vari tagli intervallati dalla carne scura dei tordi, foglie odorose di salvia, polenta e intingolo ricavato dalla lunga cottura di 7 ore circa, con continui spennellamenti di olio aromatizzato.
Il vino  Gradoni,  Curtefranca Rosso Doc 2013, circa 5mila  bottiglie (sui 22 € l’una).
Altri vini notevoli  RNA 10 anni, Franciacorta Docg Riserva Nobile Alessandro Bianchi 2004, 78% Chardonnay 22% Pinot nero, 6 mesi in barrique e 10 anni sui lieviti. 1800 bottiglie, 97 € l'una. BrioletteFranciacorta Docg Rosé Demi-sec 2014, spumante dolce ma non troppo, esuberante, per i dessert alla frutta e dolci in genere. 10mila bottiglie, circa 16 € l'una. 
Il produttore  Villa Franciacorta, via
Villa 12, Monticelli Brusati  (Brescia), tel. 030.652329,  www.villafranciacorta.it 

Orgoglio pavese
Re.Noir
Pier-Auguste il famoso pittore? Non proprio. Un misterioso sire oscuramente medievale? Forse. E quel puntino? Chissà. Re.Noir, nome apparentemente banale per un Pinot nero, ma intrigante se ci si sofferma sui particolari della sua grafia, si rivela grande vino nel bicchiere. Il colore è un classico rosso rubino appena un po’ scarico; al naso arrivano i profumi di fiori appassiti, sottobosco, piccoli frutti rossi; mentre in bocca è sapido, persistente, elegante, con retrogusto di funghi, ancora sentori di sottobosco e una nota di dolcezza, che probabilmente gli deriva dall’utilizzo di barrique nuove durante la maturazione.
È la novità assoluta del produttore Rebollini – Viticoltori dal 1968 in Oltrepò pavese. Sulle colline di Borgoratto Mormorolo (borgo di 400 anime che confina con Borgo Priolo e Montalto Pavese) Gabriele Rebollini piantò un decennio fa i giusti cloni di Pinot nero (diversi da quelli che utilizza per gli spumanti classici). Il terreno argilloso-calcareo si è dimostrato ideale e nel 2016 – prima decade di settembre - è stata fatto la prima vendemmia seria, con selezione dei grappoli nel vigneto e ulteriore cernita in cantina, prima della pigiatura. Durante la macerazione di due settimane si è proceduto a diversi delastage (affondamento del cappello di vinacce nel mosto per estarre più colore e sostanza, in modo da ottenere un vino più completo). Dopo la fermentazione malolattica, il vino è maturato per 12 mesi in barrique di rovere francese, affinandosi ulteriormente in bottiglie mantenute coricate per 15 mesi prima della commercializzazione. 
Riesling Renano
A che piatti si accosta un simile vino? Risotto giallo con fegatini, agnolotti alla vogherese, Stufato al vino rosso, Tournedos alla Rossini…Ma c’è anche chi ha scommesso sulla congruità dell’abbinamento proponendolo, su un piatto di mare come la zuppetta di crostacei in crosta di polenta con moscardini. Scommessa vinta. Il nome del vincitore? Pino Zucca , patron del ristorante Molo 13 di Milano  (www.molo13.it)  e vitivinicoltore lui stesso, che propone una cucina sardomarinara, come ama
definirla, visto le sue origine isolane: sapida e curata. Assolutamente raccomandabile.
Il vino  Re.Noir, Pinot nero Riserva dell’Oltrepò pavese 2016. 2.000 bottiglie. 20 € la bottiglia.
Altri vini notevoli  Cruasé, spumante metodo classico rosé dell’Oltrepò pavese (15 €), Riesling (renano) dell’Oltrepò pavese (8 €).
Il produttore  Rebollini, loc. Sbercia, Borgoratto Mormorolo (Pavia), tel. 0383.872295, www.rebollini.it

Fucini nel bicchiere
Renato Fucini o Neri Tanfucio
Neri Tanfucio, chi era costui? Forse un gesuita medievale, esploratore della Cina? No, si tratta dello pseudonimo del poeta e novelliere Renato Fucini (1843-1921), la cui opera più nota è la raccolta di racconti Le veglie di Neri (1882), assieme alla successiva All’aria aperta.  Fucini trascorse gli ultimi anni continuativi della sua vita tra la residenza di Castiglioncello e la dimora avita di Dianella, una villa medicea di fine ‘500, con parco secolare a 5 km da Vinci, dove aveva già scritto Le veglie di Neri. Oggi
Il Matto delle
Giuncaie
il complesso con la villa, una chiesa duecentesca, fattoria, ristorante, b&b, vigne e cantina appartiene, dopo alcuni passaggi di proprietà, alle famiglie Billeri e Passerin d’Entrèves. È Veronica Billeri, moglie di Francesco, ha occuparsi del vino e della cantina insieme all’enologo consulente Franco Bernabei. La fattoria si estende su 90 ha, di cui 25 a vigneto, su terreni calcarei di bassa collina. Da essi si ricava una decini di vini (fra cui due Chianti), che Veronica Passerin ha voluto in parte chiamare come le novelle di Fucini: da Le veglie di NeriSereno e Nuvole, da All’aria aperta a Il Matto delle Giuncaie. Si tratta, quest’ultimo, di un sangiovese in purezza, selezione delle migliori uve aziendali, che fermenta da 18 a 28 giorni in acciaio per poi fare una seconda fermentazione malolattica in botti di legno. Vitigno non facile, “matto” appunto, il Sangiovese (alla stregua di Aglianico e Pinot nero), che bisogna saper trattare, per renderne tutto il fruttato e ammorbidirne gli spigoli. Bernabei e l’équipe di cantina vi sono perfettamente riusciti. Il Matto 2015 ha colore rosso rubino concentrato, profumi di frutti di bosco in confettura con un accenno di rosa appassita, spezie e cacao. In bocca, sapore asciutto, sapido, si avverte la frutta matura e poi note di rovere tostato; leggera astringenza, ma infine rotondo, elegante e complesso. 
Orpicchio
Abbinamenti elettivi con ravioli di capriolo, stufato di maiale, crostoni di polenta con ragù d’oca; ottimo anche con un piatto della cucina orientale quale la Pancia di maialino croccante laccata con salsa char siu, verza, melanzana bruciata, e crema di mela Fuji al cardamomo, una delle preparazioni più riuscite del ristorante Gong di Milano. 
Il vino  Il Matto delle Giuncaie, Toscana Rosso Igt 2015. 12mila bottiglie (24 € l’una).
Altri vini notevoli  Orpicchio 2016, nuovo vino da un antico vitigno recuperato dopo 10 anni di lavoro, che matura in piccole botti. 1300 bottiglie numerate realizzate in onore di Leonardo nel cinquecentenario (35 €); Dolci Ricordi, vendemmia tardiva di Malvasia lunga del Chianti, Toscana Igt, 1600 bottiglie (18 €)
Il produttore  Dianella, via Dianella 48, Vinci (Firenze), tel. 0571.508166, www.villadianella.it

Il Gran Vino del Peloponneso
L’Agiorgitiko (o Aghiorgitiko) è un vitigno autoctono del Peloponneso (la grande penisola greca fra i mari Ionio ed Egeo). È originario della zona di Nemea, nella parte nord-orientale. Vitigno versatile, con cui si possono produrre vini rosati e vini rossi, secchi e dolci, giovani e di lungo invecchiamento.  Nella fascia collinare fino a circa 400 metri d’altitudine le uve maturano precocemente, acquisendo un alto tasso zuccherino e bassa acidità e perciò vengono impiegate per produrre vini dolci. I rosati vengono fatti con le uve di alta collina e montagna (anche oltre gli 800 m.) a causa dell’elevata acidità e il basso grado di zuccheri. Mentre i rossi secchi più importanti derivano quasi sempre dalla fascia collinare intermedia, quella fra i 450 e i 650 m. 
Megas Oinos o Megas
Oenos (all'inglese)
Uno dei vignaioli migliori è Ktima Skouras, che ha la sua sede e cantina vicino ad Argo, dove produce 800mila bottiglie l’anno fra bianchi, rosati vini e rossi di 18 varetà, utilizzando per lo più barrique di rovere francese, ma anche anfore costruite in Italia. L’uva rossa Agiorghitiko è quasi sempre protagonista, in purezza (come nel Saint George e nella Grande Cuvée) o con sapienti “correzioni” di altri vitigni di origine francese, gli ubiqui e sempiterni cabernet e merlot. Ad esempio, Megas Oinos (che vuol dire: grande vino), è costituito da un 80% di Agiorghitiko e 20% di Cabernet Sauvignon, da uve coltivate a Gimno, in Nemea e sui monti di Corinto (il Cabernet), all’altitudine di 700 m., su terreni ciottolosi e con rese per ettaro molto basse, 27/30 hl. 
Dopo le fermentazioni separate i due vini macerano sulle bucce per 15-17 giorni, subendo la successiva fermentazione malolattica in barrique. Il vino matura poi tutto insieme ancora nelle piccole botti francesi per 18 mesi (di cui 4 sulle fecce nobili). Una volta in bottiglia si affina ancora 6 mesi prima di
essere messo in vendita. 
Peplo Rosé
Alla vista il 2015 si presenta di un bel rosso porpora; i profumi sono netti, mora di rovo e lampone in prima istanza, poi uno speziato dolce, con un finale di tabacco e una nota di cuoio. Corposo in bocca, giustamente tannico, equilibrato, con richiami agli stessi sentori olfattivi, elegante, complesso e lungo nel finale. Eccellente con i piatti di carne, come i souvlaki, spiedini di maiale arrostiti; con il kleftiko, carne di agnello al cartoccio con patate e pomodori, al forno o in padella; infine anche con il giouvetsi, una sorta di brasato di manzo o agnello con salsa di pomodoro, spezie, formaggio e pasta di piccolo formato.
E i piatti italiani? Consigliabile con arrosto di manzo, stinco di maiale, filetto di capriolo al vino rosso…
Il vino  Megas Oenos 2016. 30mila bottiglie (18,40 € l’una, allo spaccio aziendale).
Altri vini notevoli  Peplo Rosé 2018 (peplo significa “velo”, una stoffa leggera che viene usata durante la vinificazione per controllare l’estrazione delle sostanza coloranti). Il Mavrofilero è vinificato in anfora, l’Agiorgitiko in fusti di legno d’acacia e il Syrah in acciaio.) ricavato in parti uguali dai vitigni Agiorghitiko, Mavrofilero e Syrah, da vigne poste a 600 m. d’altitudine.  Lampone, ciliegie e petalo di rosa i sentori più interessanti di questo rosé abbastanza chiaro. In bocca secco e aromatico, sorprendentemente complesso, citrino e vanigliato, sapido e lungo. 30mila bottiglie (14,20 € la bottiglia).
Il produttore  Ktima Skouras, 10° km  della strada Argo-Sternas, Malandreni (Argo), tel. (+30) 27510,   www.skouras.gr . Visite in azienda (degustazioni a pagamento: 9 €) da lunedì a venerdì 7.30-15.30; sabato 10.30-18.
L'alba dalle camere dell'Hotel Sunset
L’Hotel-restaurant  Sunset,  sul lungomare di Xiropigado, tel. (+30) 27550.71290, www.hotel-sunset.gr Dista circa 35 km dalla cantina Skouras ed è molto raccomandabile questo tranquillo e attrezzato 3 stelle, a 5 metri dall'acqua salata del Golfo Argolico. Una ventina di grandi camere, tutte con balcone vista mare, da cui si godono affascinati albe e tramonti. Ottima colazione in terrazza, interessante e curata cucina di pesce e carne, legata (ma non schiava) alla migliore tradizione ellenica e locale. In primavera, camera doppia b&b da 50 €.