venerdì 5 ottobre 2018

I migliori vini dell’Emilia-Romagna alla corte di Re Enzo. Un weekend bolognese all’insegna di Albana e Pignoletto, Fortana e Malvasia. E la storia di tre Lambruschi d’eccezione, Friedmann e Molinari


Ci sarà anche Luca Gardini, già campione del mondo dei sommelier, a Enologica 2018, il salone del vino e del prodotto tipico dell’Emilia Romagna (sotto a sinistra il logo), che si tiene a Palazzo Re Enzo, nel centro di Bologna, dal 6 all’8 ottobre. Gardini 37 anni, romagnolo di Cervia, si occuperà delle master class sui vini regionali e, in particolare, alle 14.30 di sabato 6, di Romagna Sangiovese, terra di territori e poi, lunedì 8 alle 14, di Emilia Romagna senza limiti di tempo, sulla longevità dei vini della regione. 
Nella sua Top 50 2018 sui vini italiani, cioè la settima edizione del TWS-BIWA di un paio di settimane fa, Gardini (nella foto a destra) e la giuria internazionale che presiede, sono stati abbastanza prodighi di riconoscimenti verso i vini emiliano-romagnoli: due premi speciali, al Romagna Sangiovese Dado 2016 di Enio Ottaviani, come Alfiere del territorio e al  Lambrusco di Sorbara il Trovador 2017 Cantine di Soliera, come Vino promessa;  5° posto nella classifica top 50 al Vin Santo di Vigoleno 2008, di Alberto Lusignani e 22° al Sangiovese Vigna 1922 annata 2015, di Torre San Martino. Per la cronaca i primi tre riconoscimenti sono andati, nell’ordine, al Sassicaia 2013, della Tenuta San Guido, al Barbaresco Asili Vecchie viti 2012, di Roagna e al Brunello di Montalcino Tenuta nuova 2013, di Casanova di Neri.
Enologica 2018 comunque non vuole essere solo una sfilata di vini rappresentativi. Secondo il presidente dell’Enoteca Regionale Pierluigi Sciolette si tratta di promuovere fin da subito la cultura del vivere salutare: “Vogliamo realizzare per primi in Italia la certificazione di sostenibilità territoriale, sociale, economica e ambientale per i vigneti, con un analogo progetto sul turismo del vino”. Tutto questo promuovendo un territorio che ha come spina dorsale la via Emilia su cui
Uva Pignoletto
insistono i territori protagonisti delle Doc regionali: la Romagna con Albana e Sangiovese, il Bolognese con il Pignoletto, il Ferrarese con la Fortana, il Modenese, il Reggiano e il Parmense con il Lambrusco, il Parmense con la Malvasia e il Piacentino con il Gutturnio.
Il lato pop del salone è garantito dallo chef Daniele Reponi, che realizzerà i Panini d’autore utilizzando solo prodotti Dop e Igp regionali; mentre Gardini, Adua Villa e Marco Colognese si occuperanno dell’incontro fra i vini emiliano-romagnoli e i piatti di nove chef, puntando più sulla creatività che sulla tradizione. 
Lunedì 8, conferimento del Premio Carta Canta, che in sostanza incentiva non solo i ristoratori ma anche i proprietari di bar, enoteche, hotel e agriturismi a proporre un assortimento qualificato di vini regionali.
Uno sguardo al programma. Gli incontri sono gratuiti e prevedono la degustazione con accompagnamento di due finger food preparati da uno chef ogni volta diverso; meglio prenotarsi scrivendo a: segreteria@enotecaemiliaromagna.it.
Sabato 6 alle12.30: Dai Colli alle sabbie: Pignoletto e Fortana, relatore Pier Bergonzi. Alle 16.3
Uva Fortana
0: Le mille bolle della regione, relatore Andrea Gori. 
Domenica 7 alle 12.30: Gutturnio e Ortrugo: Colli Piacentini in biancorosso, relatrice Adua Villa. Alle 14.30: Albana: secco o dolce?, relatore Daniele Cernilli. Alle 16.30: Emilia-Romagna non solo terra di grandi rossi, relatore Andrea Grignaffini.
Lunedì 8 alle 16: Bursôn e Centesimino, piccoli autoctoni crescono, relatore Othmar Kiem. Alle 18: Lambrusco, effervescente Emilia, relatrice Christy Canterbury.
* Enologica, Palazzo Re Enzo, piazza del Nettuno 1/C, Bologna, tel. 0577.367700, cell. 347.5125365 (durante la manifestazione), www.enologica.org. Orari. Sabato 6 e domenica 7: 11.30-20; lunedì 8: 11.30-19. Ingresso: 20 € (compreso calice per degustazioni e masterclass).


Il doppio Lambrusco di Sorbara e il Salamino di Santa Croce
Gino Friedmann, chi era costui si chiederebbe un ignaro Don Abbondio dei giorni nostri. Ignaro di faccende emiliane, di lambruschi e di nebbie emiliane. Ma Friedmann (1876-1964), modenese, ebreo e perseguitato durante il fascismo, fu un possidente di idee moderate ma favorevole alla cooperazione su principi mutualistici e liberali, presidente della  Cantina sociale di Nonantola e di una federazione nazionale ispirata ai suoi principi. Oggi il suo nome spicca su uno dei migliori lambruschi emiliani. Si tratta del Lambrusco di Sorbara, “Omaggio a Gino Friedmann”, prodotto da una grossa cooperativa, la Cantina di Carpi e di Sorbara, fra le più antiche d’Italia, con 1100 soci e una capacità produttiva di 450mila ettolitri di vini l’anno. 
L’Omaggio è una vera chicca nella vasta eppur seria produzione di questa cantina. È un Sorbara in purezza, che cresce su suoli sabbiosi, attenta selezione fra le migliori uve di tutti i conferitori.Viene prodotto in due versioni, ambedue frizzanti e con caratteristiche organolettiche analoghe. La prima versione si basa sul metodo Charmat (o Martinotti), per cui la seconda rifermentazione del vino si svolge  in grandi quantità nelle autoclavi. La bottiglia è bianca con tappo a fungo e gabbietta metallica. La seconda ha un look più “anticato”, tappo raso e spago, il che denota che la presa di spuma avviene in bottiglia, senza sboccatura finale. Il colore di ambedue i vini è rosso scarico, praticamente petalo di rosa, la spuma abbastanza fine, anche persistente; al naso, risultano floreali e leggermente fruttati. In bocca, asciutti, sapidi, accattivanti, con richiami di lievito. 
Prezzo nei sette Wineshop aziendali di Sorbara (MO), Carpi (MO), Concordia (MO), Castelfranco Emilia (MO), Rio Saliceto (RE),  Poggio Rusco (MN) e Bazzano (BO): 7,20 € la bottiglia l’Omaggio a Friedmann fermentato con metodo Charmat; 8,20 € l’Omaggio rifermentato in bottiglia (prezzo medio in enoteca, rispettivamente: 12 e 13 €).
Un altro vitigno legato al territorio modenese è il Salamino di Santa Croce: nome curioso che deriva da una supposta somiglianza dei suoi grappoli con i salamini, mentre la frazione Santa Croce di Carpi è quella originaria, da cui poi il vitigno si è diffuso in tutto il Modenese.  La Cantina di Carpi e Sorbara ha voluto dedicare ad Alfredo Molinari, fondatore della cantina di Carpi,  il suo  Lambrusco Salamino più curato e caratteristico. Le uve sono al 100% Salamino, la vinificazione prevede la criomacerazione sulle bucce, fermentazione a temperatura controllata, poi rifermentazione in autoclave per la presa di spuma. 
Qui il colore si fa rosso rubino tendente al granato, pur con riflessi violacei; il profumo è fruttato (mora, prugna), la spuma vivace. Sapore secco, intenso, sapido, anche corposo. 
Prezzo: 4,80 € la bottiglia (negli shop citati, in enoteca sui 9 €).
* Cantina di Carpi e di Sorbara, www.cantinadicarpiesorbara.it

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