Aurora Mazzucchelli, Fabrizia Meroi, Marianna Vitale e Isa Mazzocchi a Palazzo Clerici di Milano, vestite da Altalen |
Così
ci ha pensato lei, a nome della Vedova, alias lo Champagne Veuve Clicquot, uno
dei più famosi, reinventato nell’Ottocento da una donna straordinaria come
Barbe-Nicole Ponsardin, sposa di François Clicquot, produttore di Champagne, e poi
sua vedova a 27 anni (sulla sua vita e le sue invenzioni vedi il post del
31/10/2014 Vita effervescente di Madame
Clicquot, che inventò pupitre e remuage, amò un cosacco e divenne famosa da
vedova, http://ilmoncalvini.blogspot.it/2014/10/vita-effervescente-di-madame-clicquot.html). Il nuovo network non
poteva che fare riferimento alla cuvée de prestige di Veuve Clicquot, La Grande
Dame e infatti si chiama Atelier des Grandes Dames. Le pioniere entrate a farne
parte sono quattro. Eccole, con il relativo racconto della guida Michelin.
Aurora Mazzucchelli del ristorante Marconi di
Sasso Marconi (Bologna, www.ristorantemarconi.it): “Ottime materie prime, selezionate con cura,
nonché una capacità di programmare e pensare che va oltre il piatto: un menu
per abbracciare terra e mare, in maniera creativa e mai scontata”.
Isa Mazzocchi del ristorante La Palta di Borgonovo Val Tidone (Piacenza,
www.lapalta.it): “In una sperduta frazione
nella campagna piacentina, per una volta la retorica della finta trattoria cede
il passo a un locale moderno, dove la cucina aspira a preparazioni creative -
ben presentate - con qualche richiamo alla tradizione locale: in particolare, i
salumi rigorosamente stagionati in casa”.
Fabrizia Meroi del
ristorante Laite di Sappada (Belluno,
www.ristorantelaite.com): “Tra fienili e
case d'epoca, si mangia in due romantiche, secolari stube. Una coppia al
timone: Roberto in sala, competente ed ospitale, molto bravo nella gestione dei
vini (anche al bicchiere), Fabrizia in cucina ad esaltare i prodotti e le
ricette locali. Si punta ai sapori, più che ai virtuosismi tecnici”.
Sol Levante di Marianna Vitale |
Network di talenti femminili, l’Atelier des
Grandes Dames vuole essere il punto di riferimento per donne imprenditrici
dell’enoristorazione, in uno spirito di collaborazione fra il singolo e il
team. E per festeggiarlo, durante una serata a Palazzo Clerici di Milano, sono
stati presentati nuovi piatti delle 4 chef, abbinati agli Champagne Brut e Rosé
La Grande Dame 2006.
La Grande Dame Brut 2006. Polvere di stelle,
ovvero un baccalà con le sue trippe su vellutata di mais e curcuma, con caviale
e nespole, di Isa Mazzocchi. Sol Levante,
tagliolini ai tre pomodori, pesce azzurro marinato, polvere di olive e capperi in
japan-style, di Marianna Vitale.
La Grand Dame Rosé 2006. Dolce e salato
su Saturno, guancette di maialino, tartufo, spugnole, di Aurora
Mazzucchelli. Black Star, cervo
marinato e leggermente affumicato, saurnschotte (formaggio al dragoncello),
caviale, carbone e spuma di pane nero, di Fabrizia Meroi.
E gli Champagne, come sono? Ecco l’analisi e
le considerazioni di uno che se ne intende, Dominique Demarville, attuale e 10° chef de
cave di Veuve Clicquot dal 1792.
La Grande Dame Brut 2006
53% Pinot Noir, 47% Chardonnay
Il colore è intenso, con bagliori dorati. Il
perlage molto fine ed esuberante. Lo Champagne rivela al naso un sottofondo
salino e minerale, seguito da aromi floreali (acacia, peonia), note di frutta
fresca (pesca, pera) e, infine, note più abbrustolite di nocciola e mandorle
tostate. Agitando il
bicchiere, il bouquet diventa ricco e
voluttuoso, con sentori di brioche, torrone, zenzero e conserva di limoni. Al
palato, il vino è rotondo e corposo, con una struttura fresca e setosa. La
mineralità del gesso risuona con vivacità nella struttura carnosa e
contribuisce a creare un lungo finale. La nota finale è fresca e generosa;
suggerisce un dosaggio discreto, seguito da un lungo periodo di invecchiamento
dopo la sboccatura, che non disturba l’equilibrio naturale del vino.
La Grande Dame rosé 2006
60% Pinot Noir, 40% Chardonnay
Aggiunta del 15% di vino rosso prodotto
dall’uva Pinot Noir del Clos Colin, uno dei nostri migliori vigneti, situato
nel cuore del Grand Cru di Bouzy. Il colore è intenso, con riflessi ramati. Il
perlage molto fine ed esuberante. Lo Champagne rivela al naso un sottofondo
salino e minerale, seguito da note di frutti rossi (ciliegie marasche,
fragole di bosco, ribes rosso) e ancora aromi tostati di nocciole, fave di
cacao e spezie dolci. Agitando il bicchiere, queste caratteristiche
empireumatiche si accentuano, mentre la complessità aromatica dei grandi Pinot
Noir è sempre presente. Al palato, il vino è rotondo e corposo, con una
struttura fresca e setosa. I tannini sono ancora presenti e invitano all’abbinamento
con piatti ricchi di consistenza, per farlo risaltare al meglio. Il finale è
lungo e avvolge il palato. I tannini sono già molto ben integrati e prevediamo che
si amalgameranno ancora di più negli anni a venire.
Chapeau Grande Dame…o
meglio Prosit.
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