Da Lageder, vini dinamici... |
Non ci va proprio al Vinitaly, Alois Lageder, neanche quest’anno. Ma mette
a disposizione dei suoi invitati presenti a Verona, un pullman che li porta dalla
Fiera fino a Magrè (Bolzano) dove, sabato 5 e domenica 6 aprile, nella sua sede
di Casòn Hirschprunn, si svolge la kermesse alternativa intitolata Summa (www.summa-al.eu). Convegni,
degustazioni di vini, di oli d’oliva pregiati, visite in cantina e fra i
vigneti, pranzi e cene nel ristorante della tenuta, la Vineria Paradeis (buono,
tipico, cucina realizzata con prodotti bio e possibilità di degustazioni e
acquisto vini. Aperto dalle 10 alle 20 – fino ad aprile, alle 18,30). E una
sfilata di produttori amici, in parte seguaci del biologico e della
biodinamica, provenienti, oltre che dal resto d’Italia, da Austria, Germania,
Francia, Portogallo, Usa e Nuova Zelanda.
Un'immagine di Summa 2013 |
Si tratta, per altro, di un
vero e proprio green event, realizzato cioè secondo criteri ecologici e
sostenibili per l’ambiente. In coerenza con tutta la filosofia che da una
ventina d’anni a questa parte guida l’azione di Alois (il nome si pronuncia: àlois). La cantina e la
sede amministrativa di questa azienda di famiglia che risale al 1823, sono
state rifatte a metà degli anni Novanta, all’interno della storica tenuta Löwengang, secondo i criteri della
bioarchitettura e con sistemi energetici all’avanguardia: legno e vetro, i
materiali principali, coperture rivolte a sud per alimentare col sole gli
impianti fotovoltaici e una torre di
vinificazione circolare, profonda 17 metri. Grazie al dislivello, le uve
vengono vinificate rinunciando quasi completamente all’uso di pompe,
utilizzando la sola forza di gravità. I grandi fermentini sono disposti in
cerchio intorno alla torre, evitando lunghi tragitti di trasporto, in modo da
non violentare in alcun modo l’uva e il mosto.
“Un buon vino, però”, ammonisce Lageder, “non nasce in cantina, ma
nel vigneto”. Ed ecco che la questione
principale si sposta nei campi. Qui ormai la coltivazione è al 95% biodinamica,
anche se le uve di proprietà non sono sufficienti e allora se ne acquistano da
viticoltori di fiducia, non tutti però votati al biologico.
MCMXCIX (1999): un grande Merlot |
Sono due le linee vinicole aziendali. La Alois Lageder, 1,2 milioni di bottiglie, utilizza in parte le uve a
coltivazione biodinamica dei propri vigneti, ma anche quelle dei viticoltori
convenzionati, con i quali vengono concordati precisi criteri di qualità e di
rispetto della natura e dell’ambiente. Sono bianchi, rossi e rosati della Bassa
atesina, monovitigni e cru, e i cosidetti Beta Delta: Pinot grigio-Chardonnay e
Lagrein-Merlot, uvaggi biodinamici studiati per ottenere un’integrazione
perfetta fra due uve differenti. Fra gli altri vini più interessanti,
l’Apollonia Pinot nero, (il primo vino biodinamico fatto solo con le uve dei
contadini conferenti), il corposo e minerale Heberle Pinot bianco, il tipico
Lehen Sauvignon e il Vogelmaier, un Moscato giallo, che restituisce tutti i
profumi tipici del vitigno, ma che in bocca è comunque piuttosto secco.
La linea Tenutae Lageder (260mila bottiglie)
riguarda vini ottenuti prevalentemente con uve di proprietà. Si tratta di 12
cru, cinque bianchi e sette rossi. Val la pena di segnalare almeno lo splendido
Am Sand Gewürztraminer, profumato,
ovviamente, ma piuttosto secco, lo Chardonnay Löwengang, che si affina sui propri lieviti in piccoli
fusti di legno; il Pinot nero Krafuss; l’MCM Merlot, vinificato solo nelle
annate migliori, con uve selezionate del vigneto di merlot Pungll, il più
antico della proprietà.
Vini in degustazione alla Vineria Paradeis, nel Casòn Hirschprunn |
Infine, ma non certo ultimo, il Cor Römigberg, un Cabernet Sauvignon (e
Petit verdot) da uve che crescono appunto nel cuore del vigneto Römigberg. Di grande corpo ed
eleganza, (bio)dinamico non solo nel senso agricolo e filosofico del termine, ma
del potenziale d’invecchiamento: oltre i dieci anni.
Info:
Alois Lageder, Tòr Löwengang, Magrè (Bolzano), tel. 0471.809550, aloislageder.eu.
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