La Freccianera
dei Fratelli Berlucchi. Era il nome di un fortunato sceneggiato tv degli
anni Sessanta, con Loretta Goggi e Arnoldo Foà, tratto da un romanzo di Louis
Stevenson, La freccia nera, appunto. Ritorna
il nome, in tutt’altra veste, nella nuovissima bottiglia di Franciacorta Docg
brut 2007, che darà presentata dalla F.lli Berlucchi (www.fratelliberlucchi.it) al Padiglione Lombardia, Area Franciacorta,
stand D15. L’etichetta è stata concepita dal designer già noto editoreFranco Maria Ricci, che si è
basato su una sua etichetta “nera” del 1977,
l’anno del primo spumante millesimato in casa dei Fratelli Berlucchi.
Ricorre la cifra 7 per questa bottiglia: la freccia passa dal 1997 al 2007,
l’anno della vendemmia e, ancora, dopo 7 anni vanno sul mercato 7000 esemplari.
Anche il contenuto è inusuale, per non dire eccezionale: si tratta di una cuvée
per niente classica, che rispolvera nella sua composizione le uve di pinot
bianco, utilizzate all’inizio dell’avventura dello spumante in Franciacorta, ma
poi abbandonate quasi da tutti, che sono presenti per il 50%; l’altra metà è
formate dalle più classiche chardonnay e pinot nero. In bocca, bollicine
morbide e sapide, accompagnate da profumi balsamici, agrumati e da un leggero
boisé.
Cinquant’anni di
Livon. L’azienda di Dolegnano (Udine), con vigneti nel Collio e nelle
Grave, ma anche in Toscana e Umbria (www.livon.it), festeggia il mezzo secolo presentando fra l’altro il suo Braide Alte 2011 in
versione Salmanazar (9 litri): magnifico uvaggio di chardonnay, sauvignon,
picolit e moscato giallo, che fermenta e matura in barrique per almeno otto
mesi. Padiglione 6, stand B8.
I maestri
dell’eccellenza secondo Civiltà del bere. Mercoledì 9 alla sala Argento del
Palaexpo, Alessandro Torcoli, direttore di Civiltà del bere (www.civiltadelbere.com), guiderà un tasting
(solo per invitati) dal titolo: I maestri dell’eccellenza. Dieci produttori
prestigiosi con i loro vini di punta. Eccoli. Marisa Allegrini presenta La Poja
2000; Albiera Antinori, Tignanello 2004; Valentina Argiolas, Turriga 2008;
Emilio Pedron, dei Bertani Domains, Amarone classico 2006; José Rallo di
Donnafugata, Ben Ryé 2011; Marcello Lunelli, delle Cantine Ferrari, Giulio Ferrarri
Riserva del Fondatore 1996; Gianfranco Fino, Es, Primitivo di Manduria 2012;
Teresa Severini, della Lungarotti, Rubesco Riserva Vigna Monticchio 2007;
Sandro Boscaini, di Masi Agricola,
l’Amarone Mazzano 1997; Priscilla Incisa della Rocchetta, Sassicaia
2010. Se vi par poco…
Marramiero
diviso tra Inferi e Altare. La Marramiero (www.marramiero.it), azienda vinicola di
Padiglione
12, stand E2.
Rosciano (Pescara) presenta le nuove annate dei vini a base di montepulciano
d’Abruzzo, dall’eccellente Inferi a Incanto, Dama e Dante Marramiero, quest’ultimo
commercializzato solo dopo 10 anni dalla vendemmia: attualmente si trovano i
millesimi 1998, 1999, 2001 e 2003. E poi i bianchi tipici Anima, Altare e l’emergente
Pecorino. Non mancano gli spumanti metodo classico a base di chardonnay e pinot
nero. Ultima novità: il vino cotto Livia.
Uceline de la comare
Mariuccia. La Cascina Castlèt di Maria Borio (a Costigliole d’Asti, www.cascinacastlet.com) ha il suo
nucleo forte nel territorio e infatti produce eccellenti barbera d’Asti e del
Monferrato, dal giovanile Goj alle più strutturate Litina e Policalpo, fino al
grande “passito” Passum. Ci sono poi un
rosato, un bianco, un Moscato passito. E infine, un vino particolarissimo, che
val la pena di mettere alla prova anche al Vinitaly, l’Uceline. Da un antico
vitigno recuperato, l’uvalino, e dopo una ricerca scientifica durata oltre vent’anni,
la Cascina Castlèt ha riportato in auge questo rosso, che non assomiglia a
nessun altro vino. È asciutto, caldo, leggermente speziato, bello saporito. E,
per di più, essendo ricco di resveratrolo “fa bene”. Più che sperarlo, ne siamo
certi. Padiglione 10, stand F3.
Qualche Riserva sul Lugana. Comincia ad affermarsi la nuova tipologia del
Lugana, il bianco della zona del Garda a base di uve trebbiano di Lugana o
turbiana. Introdotta nel 2011 la qualificazione
Riserva impone di lasciar
maturare il vino in cantina per almeno 24 mesi, prima di metterlo in commercio.
Così il colore giallo paglierino si accende un poco, i profumi si fanno più
complessi (emergono sovente la pietra focaia e il balsamico), mentre in bocca
il vino diventa più sapido e “minerale”. Il Consorzio di tutela del Lugana Doc
presenta le nuove riserve di 12 produttori presso il Palaexpo della regione Lombardia: stand A9. Si tratta di Avanzi Agricola, Cà
dei Frati, Cà Lojera, Feliciana, Marangona
, Ottella, Perla del Garda, Provenza, Selva Capuzza, Tenuta Roveglia, Zenato e
Le Morette. Quest’ultima, lunedì 7 alle 13 presenta la sua Riserva abbinadola a
un piatto del ristorante Vecchie Malcesine, Sottacqua, a base di pesce di lago.
Sempre al Palaexpo, area Lugana, stand
D10/D11.
Fra i due “litiganti” i De Prà godono. E godranno anche gli ospiti delle due maison rivali
che lunedì 7, dalle 12 alle 15,
potranno assaggiare le loro preparazioni gastronomiche. Riccardo De Prà è lo
chef del ristorante di famiglia, il Dolada di Plois in Pieve d’Alpago (Bl).
Enzo è suo padre, per lunghi anni alla guida del locale di famiglia, che ha
anche sette belle camere e vanta una longevità invidiabile della stella
Michelin.
Per Col Vetoraz (www.colvetoraz.it) Enzo offrirà due simboli della tradizione contadina, il
salame d’Alpago e il pane lavorato con lievito madre e cotto in forno a legna,
preparati con le sue mani. In abbinamento, il Valdobbiadene Prosecco superiore
Docg dry millesimato. Padiglione 6,
stand C5.
Riccardo proporrà i suoi
nuovi “pasticcini” salati, da Mionetto (www.mionetto.com),
in abbinamento con Valdobbiadene Prosecco superiore Docg millesimato Rive di S.
Stefano. Padiglione 4, stand B3.
La vigna più antica del
mondo.
Si chiama Versoaln e si trova a Prissiano, in Alto Adige. È a 600 m. di quota e
il suo pergolato si estende per una superficie di oltre 350 mq. È stato accertato
scientificamente la sua età: circa 350 anni, è dunque la più grande e
probabilmente le più vecchia vite del mondo. Da essa si ricava un vino fruttato,
finemente strutturato e di leggera acidità. Lo si potrà assaggiare presso lo
stand della Cantina Laimburg (www.laimburg.it). Padiglione 6, stand B1.
Dal ribes al cacao. L’ultimo nato della Cantina di San Michele Appiano
(www.stmichael.it) si chiama De Piano. L’ha concepito il winemaker Hans Terzer
ed è un assemblaggio di merlot e cabernet dell’Alto Adige, annata 2011. Chi l’ha
già assaggiato discetta di “note differenti di ribes e liquirizia, ma anche di
caffè e cacao”, e di “tannini morbidi e vellutati”. In degustazione anche le
nuove annate di vini bianchi e rossi delle linee Classica e Selezione e alcuni
campioni da botte della Sanct Valentin, la più prestigiosa.
Padiglione 6, stand D1.
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