Nell'immagine di apertura, Cannubi, la zona più antica e prestigiosa del Barolo |
Questo mio articolo è stato appena pubblicato sul primo numero di Bibenda, edizione cinese, una nuova iniziativa, frutto della collaborazione fra CesanaMedia, Publishing 22 e Bibenda Editore. Nell'indice della rivista trimestrale, fra l'altro, articoli sul Piemonte vinicolo, sul cru di Barolo Cannubi, sul produttore toscano Mazzei/Castello di Fonterutoli, sulla Franciacorta, sulla ricette della scuola di cucina Altopalato di Toni Sarcina, su Bulgari e sull'isola di Ponza.
Sono famosi per il loro Barolo Cannubi. Di questo cru
prestigioso (15 ettari in totale, divisi tra diversi produttori), utilizzano
per il loro vino il 60% di tutto il vigneto, di cui possiedono due ettari, oltre
ad altri
otto in affitto. Eppure i Damilano, la famiglia proprietaria
dell'omonima casa vinicola di Barolo-La Morra, il più recente successo per le
loro bottiglie l'hanno conseguito con un altro grande cru di Barolo, il
Brunate. Le annate 2009 sono state giudicate dalla guida Bibenda 2014, "di grande livello e spiccato pregio" - il
Cannubi, "d'eccellenza" - il Brunate. Questo fatto, forse episodico,
mette però in luce la forza della cantina. Cannubi è storicamente la bandiera,
ma poi, anno dopo anno, il fiore all'occhiello può essere diverso.
La copertina di Bibenda edizione cinese |
Di Brunate, bellissimo anfiteatro di vigne che gode
di un clima particolarmente felice, i Damilano possiedono solo 0,6 ettari su
25, ma li coltivano e vinificano con rara maestria. Il vino qui si rivela suadente
e completo, con una componente che nelle grandi annate richiama all’olfatto il
tartufo. Certo, si tratta di sole 3.000 bottiglie annue, contro le circa 40.000
di Cannubi (la produzione totale si aggira sulle 220.000 l’anno).
Un discorso analogo, potrebbe ripetersi per altri
cru, sempre di Barolo, come Cerequio (2.700 bottiglie) e l'austero Liste (7.000),
che dà origine a vini originariamente piuttosto tannici e comunque di grande
struttura. E non sarà un caso se nel decennio 2000-2010 Cannubi e Liste sono
stati i vini più premiati da prestigiose riviste internazionali, come Wine Spectator, The Wine Advocat e Wine Enthusiast.
Eppure non si vive di
soli cru. Un tempo Cannubi veniva usato per migliorare con un sapiente mix il
vino proveniente da altre vigne meno dotate. E non è detto che sia sbagliato
mescolare uve e vini di terreni e vigne differenti. Certo, non è molto
conveniente "annacquare" un Cannubi. Ma si possono ottenere
eccellenti Barolo anche scegliendo e mescolando vini di varia provenienza. È quello
che hanno fatto i Damilano con il Barolo Le Cinque Vigne, ottenendo un vino
davvero all'altezza dei cru più prestigiosi. Le uve provengono dai vigneti
Castellero e le Coste, di Barolo, La Cavourrina, di Grinzane Cavour, Ravera, di
Novello, e Bussia, di Monforte.
Attualmente gestiscono l’azienda di famiglia due
fratelli, Paolo e Mario, impegnati nello sviluppo commerciale, e il cugino
Guido, che si occupa direttamente della cantina (foto a fianco), coadiuvato da due noti
professionisti del settore, l'agronomo Giampiero Romana e l'enologo Beppe
Caviola. Ma l'attività dell’azienda agricola risale al 1890, quando Giuseppe
Borgogno, bisnonno degli attuali proprietari, iniziò a coltivare e vinificare
le uve di proprietà. Giacomo Damilano, genero del fondatore, sviluppò poi con
passione e competenza l'azienda, migliorando la qualità della vinificazione e
portandola ai livelli più alti, e trasmettendo così ai nipoti - gli attuali
proprietari e Margherita, sorella di Guido, prematuramente scomparsa - una
cantina affidabile e già proiettata nel futuro.
Il business - ma forse sarebbe giusto dire la
passione professionale dei Damilano - non si limita al vino. Ne fa parte
l'acqua minerale Sparea, a diffusione regionale, e l'interesse per la
ristorazione e la gastronomia. Lo dimostra l'acquisizione del pastificio Defilippis
di Torino, uno dei più antichi d’Italia, famoso per i mitici ravioli del plin
(tipici piemontesi: plin in dialetto significa pizzicotto, il gesto finale con
il quale si chiude la pasta del raviolo stesso), che abbina alla gastronomia
anche uno spazio dedicato alla ristorazione. Ancora, l’acquisizione e
riapertura - dopo 13 anni - dello storico bar Zucca a Torino (nuova sede in via
Gramsci 10), famoso, fra l’altro, per i suoi tramezzini (sorta di sandwich) al
formaggio mascarpone tartufato, toast, pizzette e cocktail. E ne è prova l'ospitalità,
concessa in alcuni locali della sede aziendale, allo chef e patron Massimo
Camia, che da pochi mesi ha trasferito qui la sede del suo ristorante stellato
Locanda nel borgo antico, che si trovava poco fuori il centro di Barolo e che
ora ha semplicemente il nome del suo proprietario.
Da Camia si possono degustare, comodamente seduti a
un tavolo dell'elegante sala affacciata sui vigneti oltre la strada, tutti i
vini di Damilano, abbinandoli a piatti gustosi e interessanti, quasi sempre
ispirati al territorio, anche quando si fa sentire la vena creativa. Il filetto
di merluzzo in panatura croccante, crema di patate, semi di sesamo e olio di
nocciole, per esempio, si abbina perfettamente al ricco e succoso vino bianco
Arneis; mentre con i tipicissimi e saporiti agnolotti del plin (ripieni di tre
carni differenti), con sugo a base di fondo bruno mantecato al formaggio, fa
matrimonio d'amore la Barbera d’Alba Lablù, fresca e fragrante. E con un piatto
sontuoso come il maialino da latte marinato nella soia, scalogno caramellato
all’aceto balsamico e semolino dolce fritto? Qui non ci si può esimere dal più
morbido e suadente dei Barolo: il Cannubi.
Massimo Camia, sulla sx, in nero, con lo staff di cucina |
Gli abbinamenti con il dolce a volte non sono facili,
ma i Damilano (e il patron Massimo Camia) hanno la risposta giusta, che viene
da un vino poco noto al di fuori del Piemonte e all'estero: Il Barolo chinato, a
base del famoso vino, aromatizzata con china calissaia, radici di rabarbaro,
genziana e cardamomo, zucchero e alcol. Un vino rinforzato, perfetto anche con
tutti i dessert a base di cioccolato e con lo stesso cioccolato amaro.
Programmi? I Damilano puntano molto a una sorta di
superbarolo, una Riserva di Cannubi targata 2008, frutto di una selezione
esasperata nel vigneto e in cantina, che sta maturando lentamente in botte e
poi in bottiglia. Vedrà la luce nel 2015. E, in un futuro non lontano, una
sorpresa ancora top secret, ma dal sentore di Alta Langa…
Barolo Cannubi 2010
Colore
rosso granato, anche intenso, si presenta all’olfatto con profumi giovani e
freschi, che ricordano la rosa e la violetta. Succoso e polputo in bocca, ha
tannini ben sottolineati, ma non aggressivi, che promettono di evolvere in
morbidezza ed eleganza.
Finale già pieno, abbastanza levigato, di grande finezza, ottima promessa di futuro sviluppo delle note organolettiche.
Finale già pieno, abbastanza levigato, di grande finezza, ottima promessa di futuro sviluppo delle note organolettiche.
Gli indirizzi
Azienda agricola Damilano e Wine Shop La Morra
Strada Provinciale Alba - Barolo 122, La Morra (Cn), tel. 0173.56105,
www.cantinedamilano.it. Orari:
lunedì-venerdì 8,30-12,30, 14.30-18; sabato, domenica e festivi 10-18.
Wine Shop Barolo
Via Roma 31, Barolo (Cn), cell. 345.9603588. Orari: 10,30-18,3
(chiuso mercoledì).
Ristorante
Massimo Camia
Strada Provinciale Alba - Barolo 122, La Morra (Cn), tel. 0173.56355,
cell. 342.0515132, www.locandanelborgo.com. Chiuso
martedì e mercoledì a pranzo. Menu a 40, 65 e 75 €. Alla carta (tre piatti)
60-78 €.
Nessun commento:
Posta un commento