lunedì 19 maggio 2025

Perluna e Il risveglio del ceppo: così la Cantina sociale Barbera Sei Castelli, ridestando la tradizione, punta su una qualità nuova. E artistica

Accanto a un ceppo antico e alla nuova bottiglia di Perluna rosé, Enzo Gerbi, direttore ed enologo della Cantina Barbera Sei Castelli, ne racconta la storia durante la presentazione al Centro enoturistico L'anima del vino, di Castelnuovo Calcea.

Sulla destra, la graphic designer Lisa Perbellini, che ha "vestito" la bottiglia.


 Perluna. Una sorta di acronimo in cui si fondono le perle, che rappresentano le fini bollicine del perlage (appunto), nonché i piccoli acini d’uva Barbera, raccolti in gioventù. E la luna, poiché il colore rosato del vino richiama la tinta che assume certe volte il nostro satellite nella fase “piena,” come lo era nella passata domenica 11 di maggio. Proprio la giornata in cui è stato presentato il Perluna nella sede del Centro enoturistico e Museo L’anima del vino di Castelnuovo Calcea (Asti). La proprietaria Cantina sociale Barbera Sei Castelli, con la creazione di questo nuovo spumante, ha voluto portare a uno stadio evolutivo più alto un suo affascinate progetto chiamato Il Risveglio del ceppo.
Ma prima di addentrarci nella storia e nella realtà di questo disegno, lungamente studiato, vediamone subito l’ultima protagonista. 
Perluna (foto a fianco) è un vino allegro, sapido, dal colore incantevole. Si tratta di un Piemonte Doc extra brut, dunque un po’ più secco di un normale brut. È prodotto con il Metodo Martinotti (che i francesi chiamano Charmat): in pratica la presa di spuma avviene in autoclave per circa 5 mesi, riuscendo così a preservare il ricordo delle caratteristiche organolettiche del frutto; il perlage è fine e di buona persistenza, al naso lievi sentori di rosa e, più marcati, di piccoli frutti rossi con una piacevole nota minerale. In bocca è fresco, secco, avviluppante, con un suo fascino leggiadro. 
Durante la presentazione del nuovo spumante lo chef Simone Grazioso ha preparato due finger food strepitosi in abbinamento alle flûtes, denominati l’uno Bolle di Perluga (una spuma dello stesso spumante su gambero rosa e caprino), l’altro Bolle (polpettine) di carne cruda trapuntata di pistacchi. È seguito un perfetto risotto al medesimo vino rosato, con crema di Parmigiano. Lo spumante fa matrimonio d’amore anche con crudité di pesce, curry di gamberi, aragosta alla catalana, carpaccio, risotto al salmone, triglie in guazzetto, zuppe di pesce leggere, carni bianche alla griglia... 
Al di là della piacevolezza del risultato finale, il Perluna ha però una storia inaspettata alle spalle, che val la pena di raccontare. Le sue uve Barbera non derivano da barbatelle “qualsiasi”, ma da antichi ceppi di viti estirpate ad inizio Novecento (post-fillossera): 34 “individui” diversi (non cloni), nove dei quali sono stati selezionati e, dopo lunghe sperimentazioni in microvinificazione, ulteriormente ridotti a quattro per un nuovo vigneto, sino a giungere, dopo un decennio, alla prima vera vendemmia, nel 2022. È da quegli antichi ceppi rivificati per conservarne in nuce le caratteristiche uniche, che è stata prodotta la Barbera d'Asti Docg Il risveglio del ceppo 2022 (foto qui sotto). Maturato e affinato per il 50% in vasche di cemento, per il 25% in acciaio e per il 25% in una speciale botticella di legno a forma di uovo da 800 litri (foto in basso a destra), si rivela nel bicchiere
come un rosso di gran carattere, ricco, succulento, dai tannini importanti e tuttavia già morbidi, tali da far prevedere una prolungata longevità. 
Ebbene il Perluna è anch’esso un figlio (ma non minore) di quella vendemmia: le sue uve sono state selezionate in anticipo, consentendo così di ottenere maggiori concentrazioni per il vino rosso e la freschezza necessaria per l’effervescente rosato. 
Non è tutto. Infatti gli stessi ceppi antichi, a partire da una quarantina d’anni fa, hanno affascinato anche un artista sui generis come Ezio Ferraris. Che iniziò a selezionare i ceppi di vite abbandonati in cui individuava un personaggio, un’anima, un’essenza. Quindi si diede da fare per pulirli, trattarli e lucidarli, ottenendo una stupefacente “ceppoteca” di circa cento esemplari, scelti in 40 anni fra 500mila pezzi. 
Dei cento, 17 sono esposti nel museo ipogeo l’Anima del Vino, dove fra l'altro, seduti a una tavola d’assaggio, si possono degustare i vini della cantina, magari accompagnati da alcuni piatti, e godendo contemporaneamente della vista di queste intriganti opere d’arte. 

INFO. La Cantina sociale Barbera Sei Castelli è composta da 250 soci, che coltivano 800 ettari di vigneto, in gran parte Barbera, nell’Astigiano. Il punto vendita e di iniziative culturali Centro turistico
e Museo “L’anima del vino
” si trova a Castelnuovo Calcea (Asti), Regione Opessina 41, tel. 0141.967137, www.barberaseicastelli.it
La cantina produce una ventina di vini diversi tra spumanti, bianchi, rosati, rossi, e dolci aromatici (Moscato e Brachetto d’Acqui, in vendita a 6 € ciascuno). 
Ecco alcuni esempi fra i migliori. Piemonte Doc Rosato Extra brut Perluna, 12 €. Piemonte Doc Chardonnay brut Metodo classico Bianca Terra, 16 €. Monferrato Doc bianco Terre Galleani, 9,50 €. Barbera d’Asti Docg Il risveglio del ceppo, 38 €. Nizza Docg Le vignole, 15 €. Nizza Riserva Angelo Brofferio, 21 €. 
Ci sono vini anche più economici, più semplici ma pur sempre di qualità; fra questi ultimi: Piemonte Doc Cortese/Chardonnay Contessa Bianca 4,90 €; Piemonte Doc Rosato Rosasale, 4,90 €; Piemonte Doc Barbera A Taula, 4,90 €.

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