Perluna. Una sorta di acronimo in cui si fondono le perle, che rappresentano le
fini bollicine del perlage (appunto), nonché i piccoli acini d’uva Barbera,
raccolti in gioventù. E la luna, poiché il colore rosato del vino richiama la
tinta che assume certe volte il nostro satellite nella fase “piena,” come lo era
nella passata domenica 11 di maggio. Proprio la giornata in cui è stato presentato il Perluna nella sede del Centro enoturistico e Museo L’anima del
vino di Castelnuovo Calcea (Asti). La proprietaria Cantina sociale Barbera Sei Castelli, con la creazione di questo nuovo spumante, ha voluto portare
a uno stadio evolutivo più alto un suo affascinate progetto chiamato Il
Risveglio del ceppo.
Ma prima di addentrarci nella storia e nella realtà di
questo disegno, lungamente studiato, vediamone subito l’ultima protagonista.
Perluna (foto a fianco) è un vino allegro, sapido, dal colore incantevole. Si tratta di un
Piemonte Doc extra brut, dunque un po’ più secco di un normale brut. È prodotto
con il Metodo Martinotti (che i francesi chiamano Charmat): in pratica la presa
di spuma avviene in autoclave per circa 5 mesi, riuscendo così a preservare il
ricordo delle caratteristiche organolettiche del frutto; il perlage è fine e di
buona persistenza, al naso lievi sentori di rosa e, più marcati, di piccoli
frutti rossi con una piacevole nota minerale. In bocca è fresco, secco,
avviluppante, con un suo fascino leggiadro.
Durante la presentazione del nuovo
spumante lo chef Simone Grazioso ha preparato due finger food strepitosi in
abbinamento alle flûtes, denominati l’uno Bolle di Perluga (una spuma dello
stesso spumante su gambero rosa e caprino), l’altro Bolle (polpettine) di carne
cruda trapuntata di pistacchi. È seguito un perfetto risotto al medesimo vino
rosato, con crema di Parmigiano. Lo spumante fa matrimonio d’amore anche con
crudité di pesce, curry di gamberi, aragosta alla catalana, carpaccio, risotto
al salmone, triglie in guazzetto, zuppe di pesce leggere, carni bianche alla
griglia...
Al di là della piacevolezza del risultato finale, il Perluna ha però
una storia inaspettata alle spalle, che val la pena di raccontare. Le sue uve
Barbera non derivano da barbatelle “qualsiasi”, ma da antichi ceppi di viti
estirpate ad inizio Novecento (post-fillossera): 34 “individui” diversi (non
cloni), nove dei quali sono stati selezionati e, dopo lunghe sperimentazioni in
microvinificazione, ulteriormente ridotti a quattro per un nuovo vigneto, sino a giungere,
dopo un decennio, alla prima vera vendemmia, nel 2022. È da quegli antichi
ceppi rivificati per conservarne in nuce le caratteristiche uniche, che è stata
prodotta la Barbera d'Asti Docg Il risveglio del ceppo 2022 (foto qui sotto). Maturato e affinato per il 50% in vasche di cemento, per il 25% in acciaio e per il 25% in una speciale botticella di legno a forma di uovo da 800 litri (foto in basso a destra), si rivela nel bicchiere come un rosso di gran
carattere, ricco, succulento, dai tannini importanti e tuttavia già morbidi,
tali da far prevedere una prolungata longevità.
Ebbene il Perluna è anch’esso un
figlio (ma non minore) di quella vendemmia: le sue uve sono state selezionate in
anticipo, consentendo così di ottenere maggiori concentrazioni per il vino rosso
e la freschezza necessaria per l’effervescente rosato.
Non è tutto. Infatti gli
stessi ceppi antichi, a partire da una quarantina d’anni fa, hanno affascinato
anche un artista sui generis come Ezio Ferraris. Che iniziò a selezionare i
ceppi di vite abbandonati in cui individuava un personaggio, un’anima,
un’essenza. Quindi si diede da fare per pulirli, trattarli e lucidarli,
ottenendo una stupefacente “ceppoteca” di circa cento esemplari, scelti in 40
anni fra 500mila pezzi.
Dei cento, 17 sono esposti nel museo ipogeo l’Anima del
Vino, dove fra l'altro, seduti a una tavola d’assaggio, si possono degustare i vini della
cantina, magari accompagnati da alcuni piatti, e godendo contemporaneamente della vista di
queste intriganti opere d’arte.
INFO. La Cantina sociale Barbera Sei Castelli è composta da 250 soci, che coltivano 800 ettari di vigneto, in gran parte
Barbera, nell’Astigiano. Il punto vendita e di iniziative culturali Centro
turistico e Museo “L’anima del vino” si trova a Castelnuovo Calcea (Asti),
Regione Opessina 41, tel. 0141.967137, www.barberaseicastelli.it .
La cantina
produce una ventina di vini diversi tra spumanti, bianchi, rosati, rossi, e dolci
aromatici (Moscato e Brachetto d’Acqui, in vendita a 6 € ciascuno).
Ecco alcuni esempi fra i
migliori. Piemonte Doc Rosato Extra brut Perluna, 12 €. Piemonte Doc Chardonnay
brut Metodo classico Bianca Terra, 16 €. Monferrato Doc bianco Terre Galleani,
9,50 €. Barbera d’Asti Docg Il risveglio del ceppo, 38 €. Nizza Docg Le vignole,
15 €. Nizza Riserva Angelo Brofferio, 21 €.
Ci sono vini anche più economici,
più semplici ma pur sempre di qualità; fra questi ultimi: Piemonte Doc
Cortese/Chardonnay Contessa Bianca 4,90 €; Piemonte Doc Rosato Rosasale, 4,90 €;
Piemonte Doc Barbera A Taula, 4,90 €.
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