Alambicchi delle distillerie Poli (dal sito: www.poligrappa.com). Poli 1898 produce a Schiavon di Bassano (VI), diverse grappe, distillati d'uva e vino e anche un Gin, il Marconi 46. |
Un connubio italo-spagnolo
caratterizza quest’anno l’Oscar per la
miglior grappa. In realtà a trionfare è il Trentino (le vinacce sono di lì)
e, naturalmente il produttore, Segnana. Le vinacce bianche (di chardonnay, da
uve utilizzate per produrre lo spumante classico Ferrari) si mescolano a quelle
rosse (della schiava), nella proporzione di 60 a 40. Segue una curatissima
doppia distillazione a bagnomaria e la maturazione del distillato per cinque
anni in piccole botti che hanno contenuto Sherry spagnolo. Infine la diluizione,
per portare la grappa a 45°, con l’acqua naturale Surgiva. È il segreto della
morbidezza e dell’intensità, nonché del ventaglio aromatico che caratterizzano
la Segnana Sherry Cask, cui i
lettori delle riviste e guide Bibenda
(edite da Franco Maria Ricci, guida della Fondazione italiana sommelier) hanno
assegnato pochi giorni fa l’Oscar 2016. Tutta la cerimonia della premiazione
(che comprende i riconoscimenti anche ai migliori vini e cantine italiane) sarà
trasmessa in giugno su Rai2. Prezzo 38 €.
www.segnana.it.
Molto buona, ma ancor prima
curiosa, anche la nuova grappa Anfora
della Distilleria Marzadro, presentata
all’ultimo Vinitaly. Non è altro (si fa per dire) che un’evoluzione della già
nota Marzadro 43°, grappa anch’essa profondamente trentina, dato che utilizza un
sapiente mix di vitigni autoctoni, i bianchi chardonnay, muller thurgau e
moscato (al 20%) e i rossi teroldego, merlot e marzemino (per il restante 80%).
Distillazione in alambicco discontinuo a
bagnomaria e affinamento per 12 mesi in recipienti d’acciaio. L’Anfora è fatta
con le medesime vinacce, distillata nello stesso modo e portata anch’essa a
43°, ma viene affinata per 10 mesi nella terracotta, in recipienti da 300
litri. Non è stato semplice stabilire di che pasta dovessero essere fatte le
anfore: tecnici del settore e mastro distillatore di Marzadro hanno dovuto
collaborare e sperimentare a lungo per azzeccare l’impasto di argilla e la
cottura dei recipienti. Ma hanno ottenuto un eccellente risultato, con una
microossigenazione doppia rispetto a quella delle botti di legno, e senza
sentori di quel materiale. Il risultato è di smorzare una certa aggressività
della 43° in acciaio, di donare più eleganza e morbidezza alla nuova Anfora. Prezzo: 20 €. www.marzadro.it.
“L’infido liquor” - come lo
chiamava Giosuè Carducci -,
inventato dagli olandesi, portato al successo dagli inglesi, caduto in disuso
nel penultimo ventennio, poi di nuovo in auge negli ultimi anni, non è più
patrimonio dei soli anglosassoni. Certo, il
Gin è tornato al successo con la produzione di nuovi distillati, più ricchi
di aromi e meglio preparati, a cominciare dal 2001, con l’uscita sul mercato
dell’Hendrick’s. E da allora, piano piano ma inesorabilmente, il Gin è tornato
di moda, con nuove produzioni e con l’apertura anche in Italia di locali dedicati,
come The Botanical club e GinO12 di Milano o
il Gin Corner dell’Hotel Adriano di
Roma. E si è alzato di prezzo, almeno nella neonata fascia Premium. La bella
notizia è che, non essendoci una Denominazione per cui si possa produrre in una
sola nazione, lo si fa anche fuori dall’Inghilterra, non più come surrogato di
basso prezzo, ma come distillato di qualità. Anche in Italia. E persino nella
lontana (almeno linguisticamente) Finlandia. Ecco due esempi di gran classe.
Il Fred Jerbis è stato creato da Federico Cremasco, barman dell’Hemingway cocktail bar di Polcenigo (Pordenone),
nel 2015. Fred è il diminutivo anglofono di Federico e Jerbis…indica la erbe,
in friulano. Titola 43° e vanta altrettanti ingredienti botanici fra i suoi
aromatizzanti. Oltre al ginepro, angelica e agrumi vari, timo e pino mugo,
liquirizia e aneto, finocchio e assenzio… 43, appunto, in tutto. Il colore non
è bianco ma vira sul giallo paglierino per la presenza di zafferano e fiori
d’arancio. Il profumo di ginepro è netto, ma si riconoscono anche la violetta e
gli agrumi con un finale lievemente mentolato, supportato dai sentori di
coriandolo. Sorprendente in bocca, alterna secchezze e sentori dolci, rotondità
e freschezza. Solo 3 mila bottiglie l’anno (in leggero aumento visto il
successo), da 50 cl. Prezzo: 35 €. www.fredjerbis.com.
C’è
tanta buona segale in Ostrobotnia, nell’Occidente
della Finlandia. Ma nessuna la sfruttava a dovere, almeno in campo alcolico.
Così nel 2012 cinque amici - Miika, Mikko, Miko, Jouni e Kalle - sbevazzando e
chiaccherando durante una sauna, decisero che con tutto quel ben di dio si
potevano realizzare degli ottimi distillati. Quali? Beh, un whisky certo, anzi
un Rye whisky, di segale appunto, come se ne fanno negli Usa. E poi del Gin,
mai prodotto in Finlandia. Mancava loro la distilleria; gli spazi più adatti li
trovarono in un vecchio, un tempo famoso caseificio, chiuso da qualche anno. La
zona è storica, nel villaggio di Napue si svolse nel Seicento una sfortunata
battaglia contro i Russi. E Isokyro, sede della nuova Kyro Distillery Company,
lì vicino, è perciò un luogo temprato dalle battaglie. Persone e spiriti, si
dice, hanno tutti gran carattere. La produzione di distillati è ancora
limitata, il Rye whisky vedrà la luce nel 2017. Ma il Gin è già un’eccellente
realtà - testata per la prima volta in Italia a Milano, durante la manifestazione Be
Nordic -, che contempla anche una versione invecchiata in piccole botti,
chiamata Koskue. Il gin bianco si chiama Napue.
Tutt’e due a base di segale, profumati con erbe, frutti e foglie della zona:
olivello spinoso, mirtilli rossi, foglie di betulla, erbe dei prati. La segale
conferisce al Napue una rotondità vegetale lievemente pepata, la secchezza si
stempera in un bouquet di profumi di campo e foresta. Da provare anche
allungato con una buona acqua tonica, un ramoscello di rosmarino e due mirtilli
rossi. Prezzo: circa 32 € (bottiglia da
50 cl, 46,3°), in Finlandia (anche al duty-free di Helsinki). www.kyrodistillery.com.
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