giovedì 18 maggio 2023

Alta gradazione / Ki No Bi, il Dry Gin del Sol Levante in tre versioni spettacolari. Da gustare in splendida solitudine. O anche shakerato con arte

 

Ki No Bi, nuovo Dry Gin in tre versioni

Martini cocktail
Alcol di cereali come base? No grazie, siamo giapponesi. E dunque: solo acquavite di riso, più botaniche rigorosamente autoctone. Per produrre il loro nuovo Gin premium Ki No Bi, ovvero “La bellezza delle stagioni” la Distilleria di Kyoto non ha economizzato in ricerca e pignoleria. Il distillato è stato prodotto a partire da un riso caratterizzato da note morbide e lievemente dolci, simili alla vaniglia, con note agrumate ed erbacee. E poi le botaniche. Sono 11, divise in sei elementi di differente sapore: Base (ginepro, iris, legno di cipresso); Agrumi (bucce di limone e di yuzu – incrocio di mandarino e del limone Pepeda Ichang); Tè (Gyokuro); Erbe (pepe Sansho con le kinome, le sue foglie); Spezie (zenzero); e infine “Fruttato e floreale” (bambù e shiso – una sorta di basilico all’aspetto, un mix di sapori aromatici al palato).

Negroni
Gli elementi vengono macerati e distillati separatamente, per preservarne le caratteristiche, poi miscelati con l’acqua proveniente da una delle più note fabbriche di sake di Fushimi, nota per purezza, al fine di ridurre la gradazione in una serena fusione. Seguendo i dettami dell’antica arte del konwa (“combinare e creare armonia”), dopo adeguato riposo della miscela si ricorre a un secondo mixing con aggiunta di acqua, fino a raggiungere le gradazioni alcoliche programmate.

Nulla è lasciato al caso anche per quanto riguarda l’imbottigliamento e il packaging, creato in collaborazione con un atelier artigianale di antichissima tradizione: nome e design dell’etichetta  sono stampati a mano su carta washi (resistente e traslucida) con blocchi di legno hangi.

In bocca il Ki No Bi dry gin di Kyoto risulta secco ma vellutato e profumato, con insoliti sentori esotici. La prima volta che si assaggia val la pena di degustarlo ben freddo e 

puro o al

Gin & Tonic
massimo con una lacrima di Vermut dry in un Martini cocktail. 

Ma in Europa è consigliato anche come distillato base del Negroni, del Gin & Tonic e di quant'altro la nobile arte del cocktail sia in grado di inventare.

 

In effetti però il Ki No Bi è uno e trino, si declina infatti in tre versioni. Ed eccole.

 

Ki No Bi Kyoto Dry Gin, 45,7°: non filtrato, miscelato secondo il metodo Konwa, con acquavite di riso come base e botaniche naturali giapponesi. 70 cl, 65 € la bottiglia.

Ki No Tea Kyoto Dry Gin, 45,1°: prodotto con i migliori tè giapponesi provenienti dalla zona di Uji. 70 cl, 85 € la bottiglia.

Ki No Bi Sei Kyoto Dry Gin, 54,5°: prodotto con lo stesso metodo del Ki No Bi 45,7°, viene raccomandato per il bere miscelato. 70 cl, 75 € la bottiglia.

 

Info. La Kyoto Distillery Company è stata fondata nel 2014 da tre appassionati di gin, come Noriko Kakuda e David Croll già nel settore dei distillati giapponesi, e da Marcin Miller, fondatore della rivista Whisky Magazine, che ha casa a Norfolk, in Inghilterra, ma che si reca più spesso che può a Kyoto. Leggenda giapponese degli spirits e consulente tecnico speciale è Masami Onishi, che ha passato la sua preziosa esperienza al team dei distillatori.

#Hastag: #kinobi, #kyoto, #japanesegin, #craftgin – tag @kinobi.official

 

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