Prova d'assaggio dei vini Terenzi da Iyo a Milano: sei Morellino di Scansano Madrechiesa e i bianchi Balbino e Montedonico |
“È uno dei nomi più promettenti
dell’enologia toscana”. Parola di Robert Parker, guru della critica enologica
mondiale. Ma sarà vero? Ci sono tanti modi per verificare la serietà prima e
l’eventuale eccellenza poi, di un’azienda vitivinicola: visitarla, parlare con
i proprietari, con i responsabili della produzione, assaggiarne i vini. La
degustazione, in fondo, è la prova del 9, la cartina di tornasole di tante
(eventuali) belle parole e belle visioni.
I "Morellini" di Terenzi |
Se così è, allora una degustazione del
vino principale di Terenzi, società
agricola di Scansano (in Maremma), e non di una sola annata ma di ben sei, può
non solo rassicurare sulla serietà, ma soprattutto, testimoniando sulla “bontà”
del bicchiere, dare ragione a Parker, se mai ve ne fosse bisogno.
Si chiama Madrechiesa, il vino protagonista ed è un Morellino di Scansano
Docg Riserva, da sole uve sangiovese (il disciplinare ne prevede almeno l’85%),
coltivate nel cru più interno e originario, appunto il Madrechiesa, 3,9 ettari
di terreno argillo-limoso (sui 60 totali di tutta la proprietà).
La prova d’assaggio si è svolta in
maggio al ristorante Iyo di Milano e
ha riguardato le sei annate dal 2009 al 2014 (oltre ad altri due vini
“propedeutici”, come il Balbino, bianco, da uve vermentino, e il Montedonico,
bianco anch’esso, da uve viognier). Assaggiati al contrario, cioè dall’annata
più vecchia alla più recente, i Madrechiesa hanno rivelato tutti, con maggiori
o minori accenti, sorprendente una squisita quaglia arrosto, con
sauté di Shiitake (fungo
nipponico-asiatico), asparagi bianchi, moro miso, crema degli stessi funghi e
asparagi selvatici.
bagaglio olfattivo, più o meno ampio e speziato;
freschezza vibrante anche nelle prime annate, a volte una certa opulenza, ma
rattenuta, a volte un finale leggermente ridondante ma mai prevaricante
sull’eleganza complessiva. Un gran bel vino, da accostare a piatti toscani
robusti come il cinghiale arrosto, ma anche ad un filetto al pepe, a piccione
alla ghiotta, fagiano in salmì…E persino a una L'Uzura, quaglia arrosto con funghi Shiitake, tarassaco e asparagi del ristorante Iyo |
Se il Madrechiesa è il risultato di un
cru, di un piccolo appezzamento da cui derivano non più di 20mila bottiglie
l’anno (acquistabili a un prezzo di 22-25 € l’una), il Purosangue, anch’esso Morellino docg Riserva, è un po’ il contrario:
deriva da una selezione esasperata delle migliori parcelle di sangiovese, disposte
sui terreni Montedonico e Campone, Cerreto Piano e Salaioli, in un mix in cui
si fa sentire particolarmente la mano o meglio il naso dell’enologo-consulente,
che è poi Beppe Caviola, un
piemontese appassionato e competente, che di rossi, dir che se ne intende è
poco, visto che col suo Barolo (Azienda Ca’ Viola) Sottocastello di Novello
miete alti punteggi fra la critica enologica. E Purosangue non mente: vibrante,
anche fine, versatile, è già godibile dopo il sonno del giusto che dura un anno
nelle grandi botti di rovere di Slavonia e i 6 mesi ad affinarsi in bottiglia,
anche se poi matura comunque bene negli anni. Dà piena soddisfazione sui piatti
di carne. Circa 50mila bottiglie, con un prezzo unitario di 12-15 euro.
Gli altri vini…
C’è anche, naturalmente, un Morellino
di Scansano “base”, fresco e di buona beva (200mila bottiglie, 9-10 l’una) e
due rossi intriganti: il Bramaluce,
Maremma Toscana Doc, da uve sangiovese e syrah (15mila bottiglie, 10-12 €
l’una) e il Francesca Romana,
uvaggio di merlot, cabernet sauvignon e petit verdot, indicato come vino principesco
per la bistecca di Chianina alla brace (circa 8mila bottiglie, 16-18 € l’una).
Il Balbino è invece un ottimo Vermentino di Maremma,
fresco e fruttato, beverino, quindi da aperitivo e giusto per accompagnare i
piatti di pesce o primi come i ravioli di ricotta (45mila bottiglie, circa 10 €
l’una). Mentre il Montedonico è un Viognier dai sentori esotici e agrumati, anche
minerali, da pesce e formaggi poco stagionati (12mila bottiglie, sui 10-12 €).
…E una chicca
È il Petit Manseng passito: raccolta delle uve in vendemmia tardiva e
maturazione in barrique per un anno e mezzo circa. Vino dolce dagli evidenti
riflessi dorati, succoso e rotondo, accompagna i dessert Zucca, noci, rosmarino e infuso
di tè alle spezie, inventato appositamente per abbinarlo a questo passito
da Valeria Piccini, chef del ristorante stellato Da Caino di Montemerano, a pochi chilometri da Saturnia e da
Scansano.
zuccherini. Come quello
chiamato
I protagonisti
Ma chi sono i protagonisti di questa
giovane e già qualificata impresa vinicola, fondata nel 2001? Il primo è Florio Terenzi, imprenditore
marchigiano, trasferitosi a Milano fin da giovane, quindi - alla ricerca di una
nuova avventura imprenditoriale -, stregato dalla bellezza delle terre del
Morellino. Poi i figli, attuali titolari, cui ha trasmesso la passione e le
prime esperienze: Federico (direttore commerciale), Balbino (gestione e
produzione) e Francesca Romana. E seguire, i tecnici consulenti: l’agronomo
Roberto Racca e l’enologo Beppe Caviola.
Come si lavora in vigna è presto detto:
interventi limitati all’osso per favorire il più possibile l’equilibrionaturale
delle piante, quindi eliminazione di ogni insetticida, riduzione dei
fitofarmaci sistemici, inerbimento dei filarti, “inoculo del seme delle essenze
da sovescio anche con microrganismi selezionati in terreni non coltivati, per
modificare progressivamente la microflora e combattere le malattie funginee in
modo naturale”. Niente prodotti chimici insomma, solo trappole contro gli
insetti nocivi. Ecco, più facile a dirsi che a farsi…
INFO. Agricola Terenzi,
loc. Montedonico, Scanzano (Grosseto), tel. 0564.599601, www.terenzi.eu. Con wineshop e sala degustazioni. La Locanda Terenzi offre ospitalità in cinque camere doppie, una
suite, più una dépandance (altre tre camere, salone, cucina attrezzata e
giardino privato), ricavate da tre casali ristrutturati, arredate in stile
maremmano. Con piscina.
La famiglia Terenzi |
Ristorante Iyo, via Piero della Francesca 74, Milano, tel. 02.45476898, www.iyo.it. Prezzi: 45-130 €.
Ristorante Da Caino, via Chiesa 4, Montemerano (Grosseto), tel. 0564.602817, www.dacaino.it. Prezzi: da 100 €.
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