Nino Rossi (secondo da sx) e Antonio Biafora (quarto da destra) sul palco di Identità Golose |
A Milano, nel mare magnum di
Identità Golose (tema generale: La Forza della Libertà: il Viaggio) è
emersa…la montagna. Fra Dossier Dessert e Id. di Formaggio, Id. di gelato e Id.
naturali, fra Id. di Champagne e Id. di pasta, e, ancora, Id. di pizza, Id. di
mare, ecco, infine, lunedì 6 marzo, ultimo giorno della kermesse inventata da
Paolo Marchi 13 anni fa, Identità di
montagna. La cucina dei monti come ultima
della classe? Certo che no, pur senza i grandi protagonisti dello show business
culinario, i Cracco, i Bottura (certo, cuochi di città); ma anche senza un
Romito, per dire, che dalla montagna abruzzese trae la sua linfa. Perché
Identità di montagna ha comunque portato alla ribalta qualche giovane
sconosciuto ai più, almeno fuori dalla loro regione. In verità un primo attore
c’è stato: trattasi di quell’Alfio
Ghezzi, chef della Locanda Margon
(proprietà dei fratelli Lunelli della Ferrari), che si trova a Ravina di
Trento. Fresco, tra l’altro, della seconda stella sulla guida Michelin 2017. Microclima: la distanza che accomuna, il
suo tema. Poi, è stata la volta del trentenne Riccardo Gaspari, chef dell’agriturismo di famiglia a Cortina
d’Ampezzo El brite de Larieto, con
annesso caseificio, il quale, con Oliver
Piras e Alessandra Del Favero (tandem in cucina e nella vita, col loro
ristorante Aga dell’hotel Villa
Trieste di San Vito di Cadore, Bl), ha illustrato il “Trip” del latte.
Questo la mattina. Il primo pomeriggio
è stato dedicato – simbolicamente – a una regione negletta, che, pur limitandoci
alla gastronomia e all’enologia (V. per esempio su questo blog il post di
sabato 23 aprile 2016: Rosso Calabria
alla riscossa / il top dei vini e le migliori cantine) sta uscendo dalle
secche di una tradizione valida ma appesantita. E grazie a chi, se non ai
giovani? Così, Nino Rossi e Antonio
Biafora, l’uno della provincia di Reggio Calabria, l’altro di Cosenza, a
oltre 200 km di distanza e in due contesti montani differenti (l’Aspromonte e
la Sila) si sono uniti nella presentazione di due piatti, avendo come tema: La transumanza: istinto ancestrale di
sopravvivenza.
Una transumanza “veloce”
quella che si svolgeva in Calabria, regione circondata dal mare ma
contrassegnata dalla rapida alternanza di montagna e pianura, che frantuma la
geografia regionale in un insieme di ambienti contrastanti per clima, piovosità,
condizioni pedologiche e quindi vocazioni agricole. Le prolungate siccità
estive delle pianure e delle valli consigliavano perciò di spingere le greggi
verso le alture vicine, dove si trovavano erbaggi freschi d’acqua. D’inverno,
al contrario: si trasferivano le mandrie (prevalentemente ovine) in basso, ove
il clima era più mite (informazioni tratte da La transumanza in Calabria, di Piero Bevilacqua, www.persee.fr/doc/mefr_022).
Nino Rossi |
Nino Rossi.
Classe 1981, ha aperto nel 2016 Qafiz
(16 coperti) a Santa Cristina d’Aspromonte (Reggio Calabria), all’interno di
Villa Rossi, tenuta settecentesca di famiglia dedicata alla banchettistica e al
catering. Comincia a lavorare in sala, passa poi in cucina, s’istruisce sui
libri di gastronomia; fa esperienze nelle cucine di montagna di Norbert Niederkofler,
al St. Hubertus di San Cassiano in Alta Badia, all’Arthhaus Hotel di Davos in
Svizzera, con un intermezzo di pianura da Giancarlo Perbellini. A Identità
Golose ha presentato un Tataki di agnello
marinato nel tè Earl Grey (che come
noto è aromatizzato con bergamotto), con ricotta ricavata da caglio vegetale al bergamotto e cialda di crespigno (erba di campo) e salsa al gambero (foto a sinistra): richiama così le diverse alture dall’Aspromonte al mare e gli ingredienti che vi si trovano. Fra i piatti più interessanti del suo locale i ravioli ripieni di broccoli, aglio e olio, con anguilla glassata al miele di castagne e rafano.
noto è aromatizzato con bergamotto), con ricotta ricavata da caglio vegetale al bergamotto e cialda di crespigno (erba di campo) e salsa al gambero (foto a sinistra): richiama così le diverse alture dall’Aspromonte al mare e gli ingredienti che vi si trovano. Fra i piatti più interessanti del suo locale i ravioli ripieni di broccoli, aglio e olio, con anguilla glassata al miele di castagne e rafano.
Antonio Biafora |
A Identità di montagna ha presentato
un piatto con le tradizionalissime riunelle, piccole trippe di pecora,
aromatizzate, una pietanza povera rivisitata in chiave moderna con ingredienti
del territorio, dal cavolo nero (sì, non è solo toscano, c’è anche in Calabria)
agli aghi di pino, dalla clementina alla sarda: Riunella, cavolo al pino laricio e sarda dissalata (foto sotto a destra). La trippa di
capra a pezzi ben lavati viene arrotolata in budelli di capra, cotta in acqua e
latte e poi abbattuta “in positivo”. Si conserva fino all’uso. A quel punto si
prepara una salsa con ossa di capra e di vacca podolica, erbe aromatiche,
funghi, salsa di soia. Il cavolo nero viene immerso in salamoia per 12 ore, gli
aghi di pino laricio (pino nero) vanno anch’essi in salamoia per mezza
giornata, poi vengono frullati con pistacchio, acqua, olio e
sale e quindi filtrati. La sarda, dissalata, va tagliata a pezzetti, mentre la buccia e le foglie di clementina, disidratate, vengono “pacossate” (cioè sminuzzate e mantecate nel Pacojet). Il piatto è infine preparato rosolando le riuenelle, per poi glassarle nella salsa e disporle sul piatto stesso. A fianco, il cavolo asciugato e glassato con la salsa di pino. Sopra, alcuni pezzetti di sarda, con una “spolverata” di buccia e di foglie di clementina.
sale e quindi filtrati. La sarda, dissalata, va tagliata a pezzetti, mentre la buccia e le foglie di clementina, disidratate, vengono “pacossate” (cioè sminuzzate e mantecate nel Pacojet). Il piatto è infine preparato rosolando le riuenelle, per poi glassarle nella salsa e disporle sul piatto stesso. A fianco, il cavolo asciugato e glassato con la salsa di pino. Sopra, alcuni pezzetti di sarda, con una “spolverata” di buccia e di foglie di clementina.
Giovine Calabria alla
conquista del mondo (intanto ha un po’ conquistato la Milano di Identità
Golose).
Indirizzi. Qafiz,
loc. Calabretto, Santa Cristina d’Aspromonte (Reggio Calabria), tel.
0966.878800, www.qafiz.it. Chiuso lun. e
mar. Menu a 45, 80 e 120 €. Alla carta (4 piatti) sui 65 €.
Hotel Biafora (21 camere con bella Spa), loc. Torre Garga 9, San Giovanni in Fiore
(Cosenza), tel. 0984.970078, www.biafora.it. Ristorante:
chiuso dom. sera e lun. Menu a 30, 45 e 50 €. Alla carta (4 piatti) sui 50 €.
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