Il 6 di novembre per il
Novello italiano, il terzo giovedì dello stesso mese per il Beaujolais Nouveau.
Ma ora c’è un’altra data fatidica per un vino ed è il 14 febbraio. Nel giorno
di San Valentino il Consorzio della Valtènesi dà il via al déblocage (cioè allo
sblocco, la libera vendita) del suo vino più allegro, il Chiaretto. Da ieri oltre
2 milioni di bottiglie (+ 10% rispetto alla vendemmia 2015) di 96 cantine
associate, a un prezzo medio di circa 6,50 € l’una, stanno arrivando nelle enoteche e bottiglierie, sulla
tavola di ristoranti di gran nome, come il Savini di Milano (dove si è
tenuta la presentazione in anteprima
dell’annata 2016) e di semplici trattorie. Il Chiaretto Valtènesi è infatti un
rosé piuttosto versatile, che si abbina bene con gli antipasti come con le
verdure, con vari piatti di pesce e con primi, segnatamente i risotti. Con una
cucina tradizionale, ma anche con una più complessa. Un esempio di
quest’ultima? Il Cacio e pepe in vescica di maiale, un piatto dello chef Riccardo
Camanini, del Lido 84 di Gardone Riviera (1 stella Michelin), un primo della
tradizione laziale rivisitato in maniera eccellente quanto estrosa, al quale i clienti del
Lido 84 accompagnano volentieri il Chiaretto Valtènesi.
Che, a sua volta, può essere
vino semplice e complesso allo stesso tempo. La beva solitamente è golosa, il
vino invita al secondo, al terzo, al quarto bicchiere…Ma le fragranze, i sapori
e i sentori non sono mai
banali. Infatti, guai a berlo a 8°, con un qualsiasi
bianchetto estivo, sostiene Mattia Vezzola, produttore ben noto con in vini
della sua azienda Costaripa, di Moniga del Garda. Va gustato, con calma, a
12-14°, quasi una temperatura di cantina.
Al Lido 84 si pranza anche all'aperto |
Al naso il Chiaretto infatti
è ricco di note floreali, qualche volta anche fruttate, il gusto è sapido, a
volte quasi (piacevolmente) salato, persino pepato, con finale di mandorla. Il
colore va dal petalo di rosa al rosa tenue, solo in pochi casi si trova qualche
sfumatura più accentuata, che a rigore però esce dalla tipologia “chiaretto”. Un
vino “Claretto” era diffuso sul territorio della Valtènesi (la zona occidentale
del lago di Garda, dal comune di Salò, a nord, a quelli di Desenzano e Lonato,
a sud) fin dal Cinquecento (testimonianze storiche dell’agronomo bresciano
Agostino Gallo). Nel 1896 il senatore veneziano, appassionato vignaiolo ed
enologo Pompeo Molmenti codificò in zona per la prima volta il procedimento
produttivo, che, oggi, in poche parole, consiste nel torchiare le uve nere sino
ad ottenere, durante al fermentazione, la giusta sfumatura di colore rosa
tenue. Già, ma da quali uve? La fa da padrona l’autoctona ed esclusiva (non si
trova in nessuna altra parte del mondo) Groppello (fra il 50 e il 100%), con
l’eventuale aggiunta di Marzemino, Barbera, Sangiovese e Rebo. Un vitigno
piuttosto delicato, quello del Groppello, che non a caso è stato accostato al Pinot
nero, per la difficoltà di coltura e per la finezza e la classe che può
esprimere. Insomma, primum lavorare bene in campagna, deinde filosofare in
cantina sulla composizione della cuvée, sul colore da estrarre, sui sentori da
mettere in rilievo…Poi, dopo qualche mese, in tavola, a guardarselo in trasparenza,
a declinarne il colore – Rosa, rosae rose, rosam, rosa, rosa… Infine, soddisfatte
le riminescenze scolastiche, via al sorso: primo, secondo, terzo, quarto,
quinto…
Magnum di Chiaretto Valtènesi |
Info. Consorzio Valtènesi Doc, via Roma 6, Puegnago del
Garda (Brescia), www.consorziovaltenesi.it.
Appuntamenti.
23-25 febbraio, allo Spazio ex-Cobianchi
di piazza Duomo ang. via Pellico 19, Milano, degustazioni nel corso della tre
giorni dedicata a Eleonora Duse, con anteprime letterarie, spettacoli teatrali
e momenti enogastronomici. L’1 e l’8
marzo, aperitivi con il Chiaretto Valtènesi, in abbinamento a prodotti
tipici lombardi. 2-4 giugno
al Castello di Moniga del Garda (Bs),
Italia in Rosa manifestazione con degustazioni dedicata ai rosé italiani e internazionali.
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