Carpaccio di ricciola con couscous |
Le boiserie fanno a gara con
le campane a chi luccica di più, i secchielli intarsiati con i candelabri.
Tutti si riflettono nel grade specchio rettangolare, assieme ai tavoli apparecchiati
con raffinatezza e agli inappuntabili camerieri in cravattino, maitre e
sommelier in gilet e cravatta grigi. Per tutti, dinner jacket, anche a mezzodì.
Naturalmente, se lo chef o un cuoco compare in sala, veste la giacca bianca di
gabardine doppiopetto e la toque, il cappellone da cuoco d’origine francese. I
proprietari Luigi e Arcangelo “Tani” Nardi a prima vista sembrano due lord
inglesi, intonati in tutto e per tutto alla boiserie, stucchi e cristalli del
locale. Compassati, sì, colti, anche, ma pure allegramente italici, a
conoscerli meglio. Dunque, non c’è da stupirsi (e del resto il nome è significativo,
anch’esso) se il
Derby Grill,
ristorante-gourmet dell’Hotel de la
Ville di Monza, sprizza britannicità d’antan da tutti i pori.
Il cuore, però è…partenopeo. Lo chef di cucina è infatti il napoletano verace
under 40 Fabio Silva. Difficile comunque trovare tracce culinarie delle sue
origini nel menu. Forse nell’utilizzo dei pomodori del piennolo (presidio Slow
Food) negli spaghetti con acciughe (però del Cantabrico), o nel guazzetto di gallinella,
scampi e moscardini, accompagnato dal couscous (che rimanda al Magreb o per lo
meno alla Sicilia). La cucina del Derby non è facilmente definibile, si direbbe
semplicemente una cucina moderna nella cotture, ancorata ad alcuni classici
internazionali, regionali, italiani, eseguiti impeccabilmente, a volte con
tocchi creativi e una mentalità mediterranea. Lo chef comunque è cuoco più che
di sbrigliata fantasia, di rivisitazione creativa. È riuscito, per esempio, a rifare un
classico della cucina regionale lombarda come l’ossobuco col risotto, sostituendo
quest’ultimo con dei conchiglioni di
pasta farciti di verdura ed utilizzando come condimento solo il sugo di carne e
verdure, con un tocco finale dato da alcuni grani di riso soffiato e gocce di
gel di zafferano. Un piatto gustoso, che non fa Foie gras d'anatra, pan brocche alle prugne e cipolla di Montoro |
In carta è sempre presente
un piatto regionale, anzi locale, come il risotto alla luganega magra di Monza
(una salsiccetta che ha nell’impasto un poco di Grana Padano), così come
insostituibili sono la “vera” costoletta alla milanese “poco battuta e a
doratura lenta nel burro chiarificato”; e l’ossobuco in gremolata con riso agli
stimmi di zafferano. Questi piatti di solito fanno parte di due diversi
menu-degustazione, composti da tre piatti (55 €). La carta vera e propria mostra
invece un eclettismo piuttosto sano e gustoso. Così, accanto al culatello
dell’Antica Corte Pallavicina, con strolghino, fiocco e Parmigiano di vacche
rosse, si trova il tataki di tonno (il pesce viene arrostito brevemente, marinato
e affettato) con gazpacho di pomodoro datterino, fragole e Franciacorta (inteso
come spumante). Se uno vuol virare sulla cucina internazionale, ecco una
perfetta terrina di foie gras , ma alle prugne e con cipolla di Montoro.
Fra i primi piatti sono
collocate anche alcune pietanza non banali a base di uova (per esempio, con
spuma di patate e tartufo), mentre ai fusilloni col ragout di faraona vengono
abbinati i mirtilli selvatici. C’è anche un riso Carnaroli con spugnole
(evviva, si tratta di un fungo poco usato in Italia, molto di più in Francia e
Svizzera, eccellente) e con gamberi rossi di Mazara del Vallo. Sempre almeno
tre proposte di pesce fra i secondi, come il trancio di ricciola all’erba
cipollina, pistacchio di Bronte, chips di patate ai capperi e purea di melanzane.
Fra le carni, a costoletta e ossobuco, si affiancano piatti come la guancia di
maiale croccante, il lombo di agnello impanato con olive e poi sontuose
grigliate, chataubriand, bistecca alla fiorentina, filetto di fassone.
Lombo d'agnello al forno. A destra, risotto alle cime di rapa e scampi |
Gran selezione di formaggi
regionali e del Presidio Slow Food, gran carta dei vini, alcuni proposti a
bicchiere. E la possibilità di riposare nel lusso, in magnifiche camere
ripartite fra il corpo centrale e la nuova ala, con suite nell’adiacente Villa.
Segnalazione doverosa per i cocktail e i drink classici del raccolto american
bar, posto fra la hall e la sala del ristorante, dove shakera con abilità un
rampollo di famiglia, il giovane Bartolomeo Nardi. Sullo sfondo, la settecentesca
Villa Reale del Piermarini, costruita a Monza “per la salubrità dell’aria e l’amenità del paese”, come ebbe a
dire Ferdinando d’Asburgo-Este, che lì la volle per rilassarsi dagli impegni di
governo della Lombardia. E mammà Maria Teresa d’Austria gliela concesse.
Info. Menu
del giorno (vino, acqua e caffè compresi) a 39 e 49 €. Piatti unici, 25-29 €.
Menu di tradizione lombarda, 55 €. Alla
carta: antipasti, 16-24 €; uova e primi piatti, 18-20 €; pesci, 28-30 €; carni,
26-30 €; grigliate, 24-39 €; selezione di formaggi con mostarde e miele, 16 €.
Dessert, 10 €. Coperto 3 €. Cocktail e long drink, 12 €. Orari ristorante: 12.30-14,
19.30-22; sab. e dom. 19.30-22 (mai chiuso).
Hotel e Dependance: camera doppia184-485
€; suite, 335-685 € (prima colazione, 23-29 €).
Derby Grill dell’Hotel de la
Ville, viale Regina Margherita di Savoia 15, Monza, tel. 039.39421, www.derbygrill.it, www.hoteldelaville.com
Nessun commento:
Posta un commento