I giardini di Castel Trauttsmandorff |
Fa caldo, finalmente? E noi vogliamo il fresco, quasi dimentichi che fino a pochi giorni fa le temperature non raggiungevano neanche lo standard primaverile. Lo ritroviamo, un po' di fresco, in Alto Adige, a Merano e dintorni - montagne, vallate e la città stessa - percorse da acque chiare, fresche e dolci, come cantava il Poeta. Merano conta 69 fontane le cui acque, purissime, provengono per il 95% direttamente dalle sorgenti delle valli Passiria, Venosta e di Nova. L'acqua è sempre fresca perché dal momento in cui sgorga a quello in cui è disponibile alle fontane e fontanelle pubbliche, passano poche ore. Un percorso di 12 tappe permette di conoscerne almeno alcune, così da rivelare l'affascinante storia del liquido potabile in città.
È curioso per esempio scoprire come nel 1462 l'arciduca Sigismondo il Danaroso concedesse a Merano il diritto perpetuo di far scendere a valle l'acqua di Labers in Val di Nova, pretendendo però come contropartita che la città gli collocasse una fontana davanti a casa, l'edificio che ospitava l'ufficio per la riscossione dei tributi, situato dove oggi sorge il palazzo comunale. Oppure, come riportato sulla fontana di vicolo Passiria, che il servizio di fontaniere era prerogativa dei…falegnami. O, ancora - lo "raccontano" altre fontane - che l’acqua della conca meranese, sgorgando da rocce di ardesia, era ottimo rimedio contro la stipsi.
È curioso per esempio scoprire come nel 1462 l'arciduca Sigismondo il Danaroso concedesse a Merano il diritto perpetuo di far scendere a valle l'acqua di Labers in Val di Nova, pretendendo però come contropartita che la città gli collocasse una fontana davanti a casa, l'edificio che ospitava l'ufficio per la riscossione dei tributi, situato dove oggi sorge il palazzo comunale. Oppure, come riportato sulla fontana di vicolo Passiria, che il servizio di fontaniere era prerogativa dei…falegnami. O, ancora - lo "raccontano" altre fontane - che l’acqua della conca meranese, sgorgando da rocce di ardesia, era ottimo rimedio contro la stipsi.
Questa è la Merano più "segreta", ma c'è anche quella più nota, delle acque curative.
Le Terme Merano, con acque
ricche di radon provenienti dal monte San Vigilio, sono a disposizione di
tutti. Ingresso giornaliero, 31 €; 2 ore, 12,50 € (www.termemerano.it).
Il pacchetto Giardini&Terme,
per 30 € a persona, comprende: ingresso ai Giardini di Castel Trauttmansdorff e 3 ore alle terme
con accesso alle piscine, buono pasto utilizzabile al Bistro delle Terme o al
ristorante Schlossgarten all'interno dei Giardini, e audioguida “A tu per
tu con i Giardini”. Info: www.trauttmansdorff.it. Altri siti utili: www.meran.eu/star-bene/acqua-di-merano;
www.meranodintorni.com.
Dormire comodi: Hotel & Spa Adria, 4*, via Gilm 2,
tel. 0473.236610, www.hotel-adria.com. Albergo di fascino, con l'antico
ascensore con la seduta in velluto, belle camere, prima colazione con prodotti
locali e SPA a disposizione. Prezzi: doppia a partire da 93 €.
Un'immagine ottocentesca dell'Hotel Adria |
Carpaccio tirolese con cren |
Si pranza all'aperto alla Saxifraga stub'n |
Il tagliere dei formaggi di Pur Sudtirol |
Provviste golose: Mercato dei sapori Pur Südtirol, corso della Libertà, 35, tel. 0473.012140, www.pursuedtirol.com/it (vendite on line). Orari: 9-19.30 (chiuso dom.). Speck e salumi, formaggi e latticini di piccoli produttori, selezionati con cura maniacale. Ancora: succhi di frutta rari (come il succo di mele rosse bio), sciroppi, pasta, dolciumi, vini. E piatti di cucina veloce, ma tipica del territorio.
Sentieri d’acqua nella conca meranese
La cascata di Fragsburg |
La zuppa dell'Imperatore |
La sala di Onkel Taa, completamente rivestita in legno |
Onkel Taa Bad Egart, via Stazione 17, Parcines, tel. 0473.96.73.42, www.bad-egart.com. Orari: 12-14.30, 18.30-21 (chiuso lun.). Prezzi: da 40 €. Menu imperiale, 52,50 €.
E finalmente…il vino: la Schiava
È il più tradizionale dell’Alto Adige e insieme il più popolare e diffuso. Ma fino a pochi lustri fa, non godeva certo di buona fama presso la critica enologica. E per i produttori troppo spesso era il vino con cui fare “volumi”, buoni ricavi e nulla più. Un onesto rosso, dal colore scarico, con sentori fruttati, buono a tutto pasto. E oggi? Aumenta il numero dei produttori che ci credono, che diminuiscono le rese per ettaro e aumentano la cura in cantina. Tanto che - si è scoperto – gli esemplari migliori si conservano anche parecchi anni e in non pochi casi “migliorano”, acquistano sentori da nobili vini invecchiati (bene). Insomma, se non proprio rivoluzione, c’è fermento nel mondo della Schiava altoatesina, tanto che dalle cantine escono ormai vini sempre più ben fatti, con accenni di complessità quando maturano bene, o esaltazione delle caratteristiche tradizionali (i morbidi tannini, il sentore fruttato). D’estate una buona Schiava tradizionale si può bere come un rosé, fresca di cantina e abbinata anche a piatti di pesce salsati. D’inverno e autunno fa matrimonio d’amore con lo speck e gli altri salumi, e gran parte della sapida cucina altoatesina. Ma, secondo molti, è perfetta anche come aperitivo e persino con piatti vegetariani.
È il più tradizionale dell’Alto Adige e insieme il più popolare e diffuso. Ma fino a pochi lustri fa, non godeva certo di buona fama presso la critica enologica. E per i produttori troppo spesso era il vino con cui fare “volumi”, buoni ricavi e nulla più. Un onesto rosso, dal colore scarico, con sentori fruttati, buono a tutto pasto. E oggi? Aumenta il numero dei produttori che ci credono, che diminuiscono le rese per ettaro e aumentano la cura in cantina. Tanto che - si è scoperto – gli esemplari migliori si conservano anche parecchi anni e in non pochi casi “migliorano”, acquistano sentori da nobili vini invecchiati (bene). Insomma, se non proprio rivoluzione, c’è fermento nel mondo della Schiava altoatesina, tanto che dalle cantine escono ormai vini sempre più ben fatti, con accenni di complessità quando maturano bene, o esaltazione delle caratteristiche tradizionali (i morbidi tannini, il sentore fruttato). D’estate una buona Schiava tradizionale si può bere come un rosé, fresca di cantina e abbinata anche a piatti di pesce salsati. D’inverno e autunno fa matrimonio d’amore con lo speck e gli altri salumi, e gran parte della sapida cucina altoatesina. Ma, secondo molti, è perfetta anche come aperitivo e persino con piatti vegetariani.
Questa degustazione tecnica, basata
però su criteri di piacevolezza e bevibilità (l’organizzatore Othmar Kiem,
giornalista enogastronomico, li ha riassunti con una sola parola: "goduria"), si
è svolta al Vigilius Mountain Resort (www.vigilius.it, nella foto a sinistra), albergo a
5 stelle concepito come una grande casa in legno, ecologico sotto ogni aspetto,
sia per lo stile architettonico sia per l’ambiente in cui è inserito. Si trova
isolato a 1500 m d’altitudine, ma è raggiungibile da Lana in 8’ con l’apposita
funivia.
Val la pena di sottolineare almeno la primazia conseguita nella piccola
categoria delle Schiave meranesi, ancora poco nota fuori zona, che invece da
qualche anno dà vini molto interessanti.
Ha vinto l’Alto Adige Meranese Schickenburg (foto a destra), della Cantina Merano Burggrafler, un’azienda cooperativa, nata di recente dalla fusione di due coop precedenti. Il vino fa la fermentazione malolattica e si affina in botti grandi (usate) per 5 mesi. Poi viene imbottigliato. Nel bicchiere ha un accattivante colore rubino, i classici profumi di mandorle e violetta e un bel sapore rotondo, di buona armonia.
Ha vinto l’Alto Adige Meranese Schickenburg (foto a destra), della Cantina Merano Burggrafler, un’azienda cooperativa, nata di recente dalla fusione di due coop precedenti. Il vino fa la fermentazione malolattica e si affina in botti grandi (usate) per 5 mesi. Poi viene imbottigliato. Nel bicchiere ha un accattivante colore rubino, i classici profumi di mandorle e violetta e un bel sapore rotondo, di buona armonia.
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