Grappoli di vitigni Piwi: Sauvignon Kretos (a sinistra) e Friulano Soreli |
Pilzwiderstandfähige: no non è una parolaccia. “Semplicemente” significa resistente ai funghi e si riferisce a nuovi incroci di viti per ottenere piante pressoché inattaccabili dai temibili oidio, peronospora e botrytis cinerea, in modo da limitare drasticamente o abolire l’uso non solo di vari prodotti chimici, ma anche del rame, forzosamente consentito anche in agricoltura biologica (ma che alla lunga, essendo un metallo pesante, rischia di contaminare le falde acquifere).
Invece i vitigni Piwi (acronimo di Pilzwiderstandfähige) sono stati concepiti apposta per essere naturalmente resistenti alle principali malattie funginee. Si tratta di incroci tra varietà di vitis vinifera europea e varietà americane e/o asiatiche.
A livello legislativo è sorto un problema. Questi vini, non essendo derivati dalla sola vitis vinifera, non possono valersi delle Do, le Denominazioni d’origine (in Italia, Doc e Docg).
Recentemente però sono state riconosciute dall’Agenzia Ue Cpvo (che gestisce tutto il sistema delle varietà vegetali dei 27 Paesi) quattro nuove varietà Piwi francesi come facenti parte della categoria vitis vinifera. E dunque la strada verso le Do è aperta. Per il momento questi vini non possono spingersi più in là della categoria Igt, Indicazione geografica tipica. Il che non sempre ha a che fare con la loro bontà organolettica, nonostante le regole siano più lasche.
Anche in Italia i Piwi si stanno espandendo (in Europa sono all’avanguardia Germania e Austria), pur essendo ancora poco noti e diffusi. Le coltivazioni principali si trovano in Friuli, Veneto, Alto Adige e Lombardia. I nuovi vigneti hanno nomi inusuali: si va dal Bronner al Solaris, dal Gamaret al Regent, dal Cabernet Carbon al Muscaris.
Un’azienda vinicola che ha cominciato a puntare sui Piwi è I Feudi di Romans della famiglia Lorenzon, (Enzo, fondatore e presidente e i due figli Davide, enologo e Nicola, direttore commerciale), di San
Nicola e Davide Lorenzon brindano pieds dans l'eau dell'Isonzo col loro nuovo vino Fysi |
Nel bicchiere, Fysi si presenta di un bel colore paglierino, con qualche timido riflesso verdolino. Al naso, sentori di biancospino, sfalci estivi, kiwi. In bocca, secco, con giusta corrispondenza naso/palato, fresco e sapido, intenso e piacevolmente persistente. Abbinamenti elettivi: tartine al salmone e mousse di avocado; grissini avvolti nel prosciutto di San Daniele; risotto con zucchine, i loro fiori e pomodoro; risotto di Marano (con telline, scampi e calamari); frittura minuta con rucola fritta; sogliole alla mugnaia; triglie al cartoccio.
Info. Fysi 2020, Vino biologico bianco, Venezia Giulia Igt. 10mila bottiglie. Prezzo: 12,50 € l’una (in vendita anche sul sito Internet). Prodotto da I Feudi di Romans – Az. Agricola Lorenzon, via Ca’ del Bosco 16, loc. Pieris, San Canzian d’Isonzo (Gorizia), tel. 0481.76445, www.ifeudidiromans.it
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