sabato 11 maggio 2019

L'Oltrepò al Giro d'Italia: per farsi riconoscere e per ripartire sulle strade del vino di gran qualità

L'auto "Armonie d'Oltrepò", che porterà il nome e il logo dei vini dell'Oltrepò pavese in Italia con la Carovana del Giro
Travagliato Oltrepò. Da “cantina” dei milanesi, che si rifornivano di damigiane per tutto l’anno, e fornitore di uve da spumante per grandi case vinicole fuori zona, a protagonista di una rinascita della qualità, trainata in tempi più recenti da piccoli produttori di vaglia e da cantine sociali come Torrevilla. In mezzo, varie crisi, come quella di La Versa (ora in recupero, dopo il suo acquisto congiunto da parte di Terre d’Oltrepò e Cavit) e del Consorzio.
Il logo Armonie
d'Oltrepò per il
Pinot nero metodo
classico Docg
Riparte ora il Consorzio vini dell’Oltrepò pavese dopo aver cambiato presidente e direttore (non senza strascichi polemici e giudiziari tuttora in corso), irrobustendosi con nuove entità e produttori quali il Club del Buttafuoco storico, Cantine Giorgi e altri. E non si racchiude in sé stesso a leccarsi le ferite, ma lancia un’offensiva mediatico-pubblicitaria con la partecipazione al 102° Giro d’Italia, come sempre organizzato dalla Gazzetta dello Sport, che parte proprio oggi da Bologna per concludere la prima tappa a Fucecchio, patria di Indro Montanelli. 
Non ci saranno percorsi in zona oltrepadana ed è un peccato, perché certi saliscendi panoramici sembrano fatti apposta per esaltare la bellezza del territorio e le sue potenzialità. Tuttavia i vini dell’Oltrepò si faranno conoscere lungo le 21 tappe sotto l’etichetta di sponsor ufficiali della Carovana del Giro. Armonie d’Oltrepò è il claim studiato per incuriosire il popolo del Giro e anche il nome della bottiglia di spumante Pinot nero metodo classico Docg 36 mesi, che verrà offerto durante le varie manifestazioni. Per esempio, assieme ad altre etichette targate Oltrepò (quali Barbera, Bonarda, Buttafuoco, Riesling), sarà protagonista di una degustazione a La Capalbiola di Capalbio (a 20’ da Orbetello), località di arrivo e partenza della terza e quarta tappa), alle ore 13, con la partecipazione di Silvia Parietti e di Gino Cervi (giornalista, autore della nuova guida Oltrepò pavese – L’Appennino di Lombardiaedita dal Touring Club, 9,90 €). Titolo della kermesse culinaria: “Quando la Toscana incontra  l’Oltrepò. In Giro!”. E infatti, dopo la degustazione tecnica, “ristoro” con pane, olio e ribollita.  
Anche il 27 maggio, giorno successivo (di riposo) alla 15a, la tappa più lunga, Ivrea-Como (237 km), con salite impegnative, ci sarà al Museo del ciclismo del Ghisallo una degustazione guidata di sei vini dell’Oltrepò. Ma in realtà ad ogni tappa la giornata è costellata di iniziative di contorno alla gara, che poco si vedono in televisione, ma che sono molto partecipate lungo tutte le località toccate dalla kermesse ciclistica e in particolare in quelle d’arrivo.  È qui che la Carovana si scatena con giochi, balli, iniziative certo sponsorizzate o anche sfacciatamente pubblicitarie, ma che coinvolgono la gente in un turbinio spensierato di divertimento e partecipazione. 
La Carovana del Giro, insomma, è un gigantesco messaggio e “luogo” di intrattenimento, promozione e vetrina, una festa itinerante che coinvolge i cittadini, anche come potenziali consumatori, certo. Vi saranno, è stato calcolato, 110 soste in comuni di mezza Italia (oltre alle kermesse all’arrivo e partenza
Vigne d'Oltrepò
di ogni tappa); 1,5 milioni di gadget distribuiti, 200mila km di esposizione del brand Consorzio Oltrepò, 10milioni di persone “contatti live” (nel 2018); e non parliamo dei contatti on line…
Lo strumento principale di marketing è l’auto “Armonie d’Oltrepò”, una Nissan Navara con le fiancate che riproducono i paesaggi collinari e vitati della zona, il claim, le classiche flûte spumeggianti di bollicine che s’intrecciano, la cartina stilizzata della zona e i vari marchietti del Consorzio, del Buttafuoco Storico, dell’Ersaf, della Regione Lombardia. Insomma, Oltrepò alla conquista d’Italia. O perlomeno di una maggior notorietà nel tentativo di farsi riconoscere anche in  tutt’altri territori, magari con una loro tradizione vinicola, come una proposta alternativa, con le sue colline, i suoi sapori (salame di Varzi su tutti), i suoi ristoranti e i suoi vini: Buttafuoco e Barbera, Pinot nero e Bonarda, OP Metodo classico e Riesling, Malvasia e Moscato
Cin cin Oltrepò e auguri, lungo la strada, mai in discesa, della qualità.

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