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Passeggiate fra le vigne della Franciacorta (foto da La Strada del Franciacorta) |
Sulle rive di quel lago d’Iseo che due anni fa ha visto il “trionfo” della passerella di Christo, ha trionfato quest’anno Elia Visconti, quarta sua vittoria a questo Giro d’Italia. La maglia rosa però è rimasta sulle spalle di Yates, sia pure per poco, visto il successo finale di Froome. Rosa sembra anche l’avvenire della Franciacorta e del suo vino principale, il Franciacorta, ovvero uno spumante classico Docg, che si distingue nel panorama mondiale delle bollicine, per il rigoroso disciplinare di produzione e per qualità e finezza nel bicchiere, anche se la sua produzione è relativamente esigua, aggirandosi sui 17 milioni di bottiglie l'anno, di cui il 10% circa esportate.
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L'arrivo della tappa vinta da Viviani. |
In linea generale il Franciacorta Rosé, grazie alla presenza del pinot nero, risulta uno spumante classico di maggior corpo e struttura rispetto ai suoi altri confratelli, è quindi indicato per piatti saporiti, anche di carne.




Da Erbusco a Corte Franca, 7 km circa lungo le strade del Giro, per approdare in località Borgonato, ove hanno la loro sede due cantine quasi omonime ma non imparentate e piuttosto diverse: la Guido Berlucchi, della famiglia Ziliani e la Fratelli Berlucchi. 4,5 milioni di bottiglie circa la produzione annua della prima, un decimo, 450mila quella della seconda.
Della Guido Berlucchi (piazza Duranti 4, www.berlucchi.it) prendiamo in considerazione due dei tre rosati prodotti dalla casa. Il primo fa parte della linea Berlucchi ’61, che richiama l’anno 1961, in cui
uscì il primo spumante classico di Franciacorta. Ed è appunto il Berlucchi ’61 Nature Rosé 2011, 100% Pinot nero. Fermenta in tini d’acciaio, ma una piccola parte viene vinificata in rosso per una settimana per ottenere col taglio il colore rosato. L’affinamento e maturazione in bottiglia dura almeno 5 anni e dopo la sboccatura del vino, il rabbocco è fatto con lo stesso vino, in modo che la tipologia sia quella di un vino secco, a dosaggio zero, o nature che dir si voglia. Ha colore rosa fra la cipria e l’incarnato; profumi che richiamano la confettura di ribes e gli agrumi, sapore netto, secco, fresco e complesso allo stesso tempo. Molto bene con piatti di pesce salsati e carne bianca.
uscì il primo spumante classico di Franciacorta. Ed è appunto il Berlucchi ’61 Nature Rosé 2011, 100% Pinot nero. Fermenta in tini d’acciaio, ma una piccola parte viene vinificata in rosso per una settimana per ottenere col taglio il colore rosato. L’affinamento e maturazione in bottiglia dura almeno 5 anni e dopo la sboccatura del vino, il rabbocco è fatto con lo stesso vino, in modo che la tipologia sia quella di un vino secco, a dosaggio zero, o nature che dir si voglia. Ha colore rosa fra la cipria e l’incarnato; profumi che richiamano la confettura di ribes e gli agrumi, sapore netto, secco, fresco e complesso allo stesso tempo. Molto bene con piatti di pesce salsati e carne bianca.
Un altro rosato di classe, che però si può sorseggiare solo a un tavolo di un ristorante del network dei Jeunes Restaurateurs (www.jre.eu/it/italia) è la Cuvée J.R.E. N. 3, frutto della degustazione di vari spumanti effettuata nel 2015 da sei donne chef e sommelier dell’associazione. Si tratta di un extrabrut 2007, da chardonnay (62%) e pinot nero (38%). Ben 7 anni di maturazione sui lieviti e dopo la sboccatura un dosaggio di soli 2 grammi di zucchero per litro. Colore rosato deciso con sfumature aranciate, profumo che richiama i piccoli frutti rossi, sapore pieno, di corpo, elegante e sinuoso. Ottimo aperitivo, si accosta bene a piatti di pesce saporiti.

Da Corte Franca a Iseo, cittadina sul lago dai vicoli stretti e tortuosi, ove c’è più di un luogo storico da visitare: il Castello Oldofredi (12° sec.), per esempio, ma anche gli affreschi duecenteschi della
Cappella di Santa Maria del Mercato. Agriristoro con alloggi, la Cascina Clarabella (via delle Polle 1800; ingresso da Corte Franca, via E. Mattei snc, www.cascinaclarabella.it ), sulle sponde del lago, utilizza 10 ettari di vigneto biologico per produrre cinque tipologie di bollicine. Il rosato si chiama Annalisa Faifer, omaggio alla signora che ha avviato la costituzione di questa realtà agricola nel 2003. Le uve sono state coltivate alle pendici del monte Orfano e si tratta di pinot nero al 100%, vinificato in rosa e poi affinato in bottiglia per 30 mesi. Il colore richiama la buccia di cipolla, ha sentori floreali e di piccoli frutti rossi, che si riscontrano anche al palato, mescolate a note sapide e minerali in una bella struttura. Abbinamenti: luccio in salsa, tagliolini con sardine essiccate del lago. Chardonnay 100% nel Satèn, le cui uve sono in piccola parte fermentate in barrique. Poi 24-30 mesi sui lieviti prima della sboccatura e di ulteriore affinamento in bottiglia. Giallo paglierino, bei profumi floreali, sapore equilibrato, con finale di mandorla e richiami minerali. Eccellente aperitivo, accompagna poi bene frittate di verdura, primi e secondi estivi.
Cappella di Santa Maria del Mercato. Agriristoro con alloggi, la Cascina Clarabella (via delle Polle 1800; ingresso da Corte Franca, via E. Mattei snc, www.cascinaclarabella.it ), sulle sponde del lago, utilizza 10 ettari di vigneto biologico per produrre cinque tipologie di bollicine. Il rosato si chiama Annalisa Faifer, omaggio alla signora che ha avviato la costituzione di questa realtà agricola nel 2003. Le uve sono state coltivate alle pendici del monte Orfano e si tratta di pinot nero al 100%, vinificato in rosa e poi affinato in bottiglia per 30 mesi. Il colore richiama la buccia di cipolla, ha sentori floreali e di piccoli frutti rossi, che si riscontrano anche al palato, mescolate a note sapide e minerali in una bella struttura. Abbinamenti: luccio in salsa, tagliolini con sardine essiccate del lago. Chardonnay 100% nel Satèn, le cui uve sono in piccola parte fermentate in barrique. Poi 24-30 mesi sui lieviti prima della sboccatura e di ulteriore affinamento in bottiglia. Giallo paglierino, bei profumi floreali, sapore equilibrato, con finale di mandorla e richiami minerali. Eccellente aperitivo, accompagna poi bene frittate di verdura, primi e secondi estivi.
Provaglio d’Iseo, a pochi km, offre lo spettacolo della riserva naturale delle Torbiere del Sebino (www.torbieresebino.it), zona paludosa con esemplari rari di flora e di fauna. Sopra un’altura, il Monastero di San Pietro in Lamosa (www.sanpietroinlamosa.it), del 5°-12° secolo, con importanti affreschi. Qui la Barone Pizzini (via San Carlo 14, www.baronepizzini.it) meno vanto dall’essere stata la prima azienda franciacortina ad avere scelto il biologico, nel 1998, cinque anni dopo la sua fondazione. La produzione sfiora in alcune annate le 300mila bottiglie. Il Rosé 2013 è costituito da pinot nero (80%) e chardonnay (20%). Per la maturazione dei vini vengono utilizzati sia vasche
d’acciaio che barrique. Il colore si avvicina al corallo, i profumi di ribes rosso e nero sono evidenti assieme a quelli di rosa; in bocca è bello sapido, con sfumature di agrumi, armonico. Un rosato dal carattere estivo, ottimo con piatti freddi saporiti e frutti di mare crudi. Secondo il produttore "rappresenta l'anima di Barone Pizzini perché racchiude in sé la natura viva di tutti i suoi vigneti": è il Franciacorta Animante brut, da chardonnay (78%), pinot nero (18%) e pinot bianco (4%), che matura sei mesi in acciaio inox e poi ancora 20-30 mesi sui lieviti. Colore giallo paglierino, ma vivido, profumo floreale, di frutta tropicale e anche agrumi; sapore sapido, vivace e anche cremoso. Bene con pesce marinato (non troppo), impepata di cozze, orata al forno con le erbe.
d’acciaio che barrique. Il colore si avvicina al corallo, i profumi di ribes rosso e nero sono evidenti assieme a quelli di rosa; in bocca è bello sapido, con sfumature di agrumi, armonico. Un rosato dal carattere estivo, ottimo con piatti freddi saporiti e frutti di mare crudi. Secondo il produttore "rappresenta l'anima di Barone Pizzini perché racchiude in sé la natura viva di tutti i suoi vigneti": è il Franciacorta Animante brut, da chardonnay (78%), pinot nero (18%) e pinot bianco (4%), che matura sei mesi in acciaio inox e poi ancora 20-30 mesi sui lieviti. Colore giallo paglierino, ma vivido, profumo floreale, di frutta tropicale e anche agrumi; sapore sapido, vivace e anche cremoso. Bene con pesce marinato (non troppo), impepata di cozze, orata al forno con le erbe.
Da Provaglio a Monticelli Brusati lungo una strada ondulata per raggiungere la frazione Villa, che dà il nome, appunto, all'azienda Villa Franciacorta (via Villa 12, www.villafranciacorta.it). Prima di parlare dei suoi vini però merita di segnalare il trecentesco Santuario della Madonna della Rosa, su un colle, con begli affreschi Quattro-settecenteschi. Sotto lo sguardo protettivo dunque della Madonna della Rosa, nasce il Franciacorta brut Rosé Bokè 2012. I favori della Santa Vergine sono sempre utili, ma i successi della cantina sono dovuti all'opera del fondatore Alessandro Bianchi e successivamente anche della figlia Roberta e del genero Paolo Pizziol, oltre che di enologi e agronomi di vaglia. Il borgo medievale, ristrutturato con
rispetto e circondato dai vigneti, dove si trovano cantina e uffici, offre anche un ristorantino e begli appartamenti o camere in un contesto naturale e architettonico d'inconsueta bellezza. Ormai la conduzione agricola è segnata dal metodo biologico e i vini, che derivano da vigne impiantare su terreni argillosi e marnosi più che morenici (come nel resto della Franciacorat), hanno tutti un carattere sapido, a volte quasi salmastro.
rispetto e circondato dai vigneti, dove si trovano cantina e uffici, offre anche un ristorantino e begli appartamenti o camere in un contesto naturale e architettonico d'inconsueta bellezza. Ormai la conduzione agricola è segnata dal metodo biologico e i vini, che derivano da vigne impiantare su terreni argillosi e marnosi più che morenici (come nel resto della Franciacorat), hanno tutti un carattere sapido, a volte quasi salmastro.
Tornando al Franciacorta brut Rosé Bokè 2012, si tratta di un pinot nero al 100%, vinificato in bianco all'80%, in rosato per il resto e quindi mixato. Si affina sui lieviti per circa 3 anni, in alcune partite fino a quasi cinque. colore rosa delicato, profumi fruttati con buona evidenza di ciliegia e lampone. Sapido e fresco in bocca elegante, con accenni di frutta e anche minerali. Si accoppia generosamente con salmone dall'affumicatura delicata, carpaccio di polpo e persino con un piatto strutturato come la pluma iberica alla plancia, con pomodoro bruciato, mela verde e crescione, uno dei migliori dell'attuale menu del ristorante Due Colombe di Borgonato di Corte Franca (www.duecolombe.com). Un altro Franciacorta notevole della produzione Villa, che "festeggia" nel 2018 i 40 anni della sua prima
comparsa, è l'Emozione brut, la cui ultima annata in commercio è il 2014. 90% di Chardonnay, 10% di Pinot nero la cuvée, con affinamento parzialmente in barrique per sei mesi e circa tre anni sui lieviti. Colore giallo paglierino carico, profumo di frutta cotta e cruda (pera, susina), un ricordo di pistacchio, qualche nota minerale; in bocca risulta fresco e sapido, elegante promettente di sviluppi organolettici ulteriormente positivi. Per vitello tonnato, tacchinella al pepe rosa, spaghetti ai ricci di mare.
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Pluma iberica, piatto de Le Due Colombe |
Una recente degustazione verticale, con annate che dal 2014 risalivano all’indietro addirittura al 1985 e 1983, passando per altre sette millesimi degli anni Duemila, ha contribuito a far conoscere meglio la potenzialità di questo Franciacorta, davvero emozionante, durante l’invecchiamento: e si parla di sboccature effettuate, per i vini più anziani, dopo soli tre anni. Ebbene, contrariamente a quanto si sosteneva fino a non molti anni fa anche in Champagne, bollicine di buona struttura, prodotte e conservate con la massima cura, hanno dimostrato di poter maturare per anni in cantina senza soffrire e anzi evolvendosi ulteriormente e persino conservando alcune doti di freschezza. Chapeau.
Ultima tappa nella tappa, Passirano (anche se il percorso ciclistico prevedeva di ripassare ancora da Corte Franca prima del traguardo di Iseo), con l’azienda Le Marchesine di Loris Biatta (via Vallosa 31, www.lemarchesine.it), coadiuvato da tutta la famiglia e dall’enologo champenois Jean Pierre Valade, che su 40 ettari vitati arriva a produrre circa 450mila bottiglie l’anno. Il suo Franciacorta
Rosè brut 2012 fa pari e patta di Chardonnay e Pinot nero, che contribuiscono ciascuno appunto per la metà. Il vino riposa (e “lavora”) sui lieviti per tre anni e più dopo la prima fermentazione in vasche d’acciaio. Colore rosa quasi ramato, profumi di ribes e mirtilli, poi ancora di rosa con qualche accenno fumé. Sapore fresco, fine, che fa intuire una bella struttura e una complessità che si espande piano piano. Per piatti saporosi come totani ripieni, spiedini di gamberi, salmone affumicato. Ma il vino di maggior prestigio de Le Marchesine è senza dubbio il Franciacorta Secolo Novo: la versione Dosage zero riserva 2008 è costituita da Chardonnay al 100%, che ha sostato oltre cinque anni sui lieviti: eppure lo spumante è ancora fresco come un giovanotto. Il colore è paglierino brillante con nuances dorate, i profumi richiamano ancora il fiore bianco, oltre che il fruttato dell’albicocca e della pesca gialla, mentre il sapore è elegante, sapido, con sentori di nocciola e accenni balsamici. Gran belle bollicine, da abbinare magari a una tartare di salmone selvaggio dell’Alaska, a un risotto col pesce persico o a un’aragosta in bellavista. E sì: il Secolo Novo invecchia bene.
Rosè brut 2012 fa pari e patta di Chardonnay e Pinot nero, che contribuiscono ciascuno appunto per la metà. Il vino riposa (e “lavora”) sui lieviti per tre anni e più dopo la prima fermentazione in vasche d’acciaio. Colore rosa quasi ramato, profumi di ribes e mirtilli, poi ancora di rosa con qualche accenno fumé. Sapore fresco, fine, che fa intuire una bella struttura e una complessità che si espande piano piano. Per piatti saporosi come totani ripieni, spiedini di gamberi, salmone affumicato. Ma il vino di maggior prestigio de Le Marchesine è senza dubbio il Franciacorta Secolo Novo: la versione Dosage zero riserva 2008 è costituita da Chardonnay al 100%, che ha sostato oltre cinque anni sui lieviti: eppure lo spumante è ancora fresco come un giovanotto. Il colore è paglierino brillante con nuances dorate, i profumi richiamano ancora il fiore bianco, oltre che il fruttato dell’albicocca e della pesca gialla, mentre il sapore è elegante, sapido, con sentori di nocciola e accenni balsamici. Gran belle bollicine, da abbinare magari a una tartare di salmone selvaggio dell’Alaska, a un risotto col pesce persico o a un’aragosta in bellavista. E sì: il Secolo Novo invecchia bene.
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Il percorso della tappa Riva del Garda-Iseo. La Franciacorta inizia a Ome, dopo 99 km. |