giovedì 26 gennaio 2017

Oof! I biglietti del Vate e Suor Intingola, gli annulli filatelici e le degustazioni. La xilella e la difesa dell’arcinemico olio di palma…Energia! Olio in movimento alle Stelline



Come “al solito” (siamo alla sesta edizione), un programma-monstre, per ricchezza e numero degli eventi, caratterizza la nuova edizione di Olio Officina Festival, alle Stelline di Milano (corso Magenta 61) dal 2 al 4 febbraio. Fra le tante iniziative, due spiccano, apparentemente minori, brevi, eppure cariche di significato, visionarie e concrete allo stesso tempo. Sono quelle di Poste Italiane: due semplici annulli filatelici, in programma dalle 11 alle 17 di venerdì 3 e sabato 4. 
Energia! Olio in movimento è il tema del festival e i due annulli – bozzetti circolari dell’illustratore Valerio Marini - si slanciano nel futuro, preconizzandolo. Il primo è dedicato all’oleologo, una figura che ancora non esiste, almeno ufficialmente, un auspicio che, come prospera da tempo l’enologo nel
campo del vino, si estenda e sia riconosciuta la mansione professionale dell’esperto di olio, un condimento-alimento molto più complesso di quanto l’immaginario collettivo dei consumatori riconosca.
Basti pensare solo alla tematica dell’olio monocultivar (assimilabile al vino di un solo tipo di vitigno, per esempio, un “merlot in purezza”) e dell’olio blend (tipo il famoso, sempre in campo enoico, “taglio bordolese”, cabernet e merlot). Meglio l’uno o l’altro, meglio l’olio tradizionale o biologico? E si possono ottenere buoni oli anche con olive di altri paesi mediterranei? La risposta è analoga a quella che si poneva nel mondo del vino, risolta con la professione dell’enologo (certo, in collaborazione con l’agronomo). Esistono ottimi olii monocultivar e ottimi blend, una stessa cultivar può essere oleificata in purezza o mescolata. Ma ci vuole chi abbia conoscenze tecniche e sensibilità organolettiche, un vero professionista. 
Una professione indispensabile insomma quella dell’oleologo, per la modernizzazione di un settore che dopo aver mietuto allori per decenni, ora si ritrova un po’ in crisi, stretto da altre produzioni olivicole e non, da Paesi esteri, che hanno fatto grandi passi in avanti sulla strada della qualità (dalla Spagna alla Grecia alla Tunisia: ebbene sì, quasi provocatoriamente, quest’ultima, Paese ospite del Festival). E appare inutile mettere la testa sotto la sabbia invocando sempre e comunque l’italianità delle olive, quando il Bel Paese consuma 1 milione di tonnellate di olio d’oliva all’anno  (quasi tutto extravergine),
riuscendo a produrne solo 200mila da materia prima italiana...
L’altro annullo postale, rappresenta la tecnica di innesto – un albero con una “barbatella” innestata, una speranza per il futuro del’ulivicoltura pugliese, una sperimentazione in atto che si auspica possa dare una spinta decisiva per debellare la terribile malattia degli ulivi, la xilella.
L'importanza del saper distinguere fra olio e olio è sottolineata anche dall'annuncio del presidente dei sommelier Ais Antonello Maietta, che ha comunicato l'avvio di corsi sull'olio in alcune regioni (Umbria, Calabria e Toscana; per Milano bisognerà attendere il 2018).
Tutto il folto programma del festival è consultabile sul sito: www.olioofficina.com. Qui si dà solo qualche accenno e suggestione. La giornata di giovedì 2 febbraio è dedicata all’inaugurazione, con presentazione di libri, conferimento di premi, conferenza-spettacolo: Il cibo nella letteratura; premi per la cultura dell’olio; l’Arte è servita – le mostre di OlioOfficina 2017; e una conferenza-spettacolo sull’Amore, con lo scrittore A. Pascale e il musicista R. Sinigallia.
Alle 15, una tavola rotonda su Olio e ristorazione: come viene utilizzato l’olio nelle cucine, è utile la carta degli oli, quanto conta l’origine, quanto incide il prezzo dell’olio su quello del piatto…Interrogativi cui daranno risposta l’ideatore di OOF e oleologo ante-litteram Luigi Caricato, chef come Claudio Sadler e Roberto Carcangiu, rappresentanti di oleifici come Giovanni Zucchi. Alle 17, degustazione di oli italiani.
Cogliendo fior da fiore, secondo il parere personale di chi scrive e solo per titoli. Venerdì 3: Quale design per un prodotto antico come l’olio d’oliva; Neomamme in cerca di olio, la corretta alimentazione nei bambini. A sorpresa e a dimostrazione dell’apertura mentale del festival: Buono e gustoso. In difesa del burro; e: L’olio di palma non è nemico della salute; Degustaperitivo (fingerfood e olio); Blending experience (farsi l’olio da soli, miscelandone alcuni e portarselo a casa). Olio nel bicchere, sessioni di assaggio di oli in purezza; Olio d’Artista, mostra collettiva; Inno all’Olivo, di Giovanni Pascoli.
"Suor Intingola", la cuoca
di D'Annunzio
Sabato 4. D’Annunzio, il Vittoriale degli italiani, gli olivi, l’olio (presentazione e dibattito con vari ospiti, da Giordano Bruno Guerri a Maddalena Santeroni, autrice di La cuoca di D’Annunzio. I biglietti del Vate a “Suor Intingola”. Cibi, menu, desideri e inappetenze al Vittoriale.
Ancora. Cuochi sull’orlo di una crisi di nervi (con l’autore Valerio Visintin e Ilaria Santomanco); Xilella, tra ragione e sentimento; L’olio nel bicchiere. Sessioni di assaggi; L’olio e la carne, guida agli abbinamenti; le olive taggiasche e altre olive similari; Energia! Gli oli vulcanici all’assaggio; Gli oli della Tunisia sono sorprendenti; Olio e Yoga, energia viva;
Infine, ma non ultimi, vari reading di poesia, con letture pubbliche.
L’olio, frutto di coltura, suscita cultura. Non è un merito da poco.

Info. OlioOfficina Festival, 2-4 febbraio, Palazzo delle Stelline, Corso Magenta 61, Milano, www.olioofficina.com. Ingresso: 1 giorno, 15 €; 2 giorni 30 €. Giovedì 2, solo su invito; gli abbonati per i due giorni successivi si considerano invitati. Ulteriori informazioni e iscrizioni sul sito.


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