Tempi tristanzuoli. Quelli in cui il cittadino Paolo Marchi
deve proclamare come “rivoluzionario” il valore del rispetto. Vuol dire che
nessuno rispetta più nessuno? A vedere le mosse della Politica, si direbbe di
sì, anche se sotto la definizione di politici irrispettosi non si possono
accomunare tutti. Chi scrive ha ben in
mente che Lui (il padre di Pier Lui) tempo fa disse agli italiani che, salito
(o sceso?) al governo, avrebbe creato un milione di posti di lavoro. In
quest’ultima campagna elettorale, ha appena proclamato che saranno quattro
milioni quattro. Rispetto per l’intelligenza degli italiani? Mah.
Paolo Marchi |
Tutti questi buoni propositi saranno messi alla prova già
domenica con Identità di pasta e poi
lunedì con Identità di pizza:
dibattiti, discussioni e dimostrazioni su cibi apparentemente semplici, ma che
invece troppo spesso vengono declinati in modo sciatto e conditi con
ingredienti di scarso valore.
Occhio a Simone Padoan, patron de I Tigli di S. Bonifacio
(Verona): ha creato la pizza gourmet applicando i parametri dell’alta cucina al
piatto più popolare d’Italia. Ne parlerà anche domenica con Franco Pepe di Pepe
in grani, di Caiazzo (Caserta), autore di un calzone con la scarola strepitoso.
E occhio anche a Stefano Callegari, dello Sforno di Roma, inventore del
trapizzino, triangolo di pizza chiuso su due lati e farcito con i sapori della
cucina romana.
Qualche altra suggestione dal ricco programma. Domenica, Identità di sala, con Antonio Santini
del Pescatore di Canneto sull’Oglio: come si servono i clienti al meglio e come
iniziare una carriera oggi poco appetita, visto che i giovani che si avvicinano
alla ristorazione aspirano quasi tutti a fare gli chef. Timore: avere fra
qualche anno un esercito di cuochi disoccupati e una carenza (già c’è) di
camerieri, maître e sommelier veramente professionali. Domenica si presentano
anche i giovani leoni della cucina mondiale, non solo mediterranei, ma persino brasiliani e di Singapore. Martedì ultima
giornata, interessantissima: alla ribalta i misconosciuti chef delle Fiandre; a Dossier Dessert nove grandi pasticcieri propongono le loro
creazioni; e si fanno avanti, quasi vincendo una certa atavica timidezza i cuochi sardi, da quelli che hanno
fatto fortuna fuori dall’isola, come il grande Sergio Mei, a Roberto Petza,
oristanese. E, per la prima volta, Identità
di libri, dove gli autori propongono le loro opere di argomento culinario.
Sfalcato di un giorno (da sabato 9 a lunedì 11) ma nella
stessa sede si tiene anche la seconda edizione del Milano Food&Wine Festival: 450 etichette di vini di tutta
Italia da degustare, di 150 aziende selezionate da Helmut Koecher, presidente del Merano WineFestival. Una chicca? Il passito secco (ma con una
sua intrigante morbidezza) Giardini Arimei di Ischia (www.arcipelagomuratori.it). Venti chef proporranno
piatti da abbinare, con la regia gastronomica di Roberto e Chicco Cerea del
ristorante Da Vittorio di Brusaporto (Bergamo). Domenica, in particolare, dalle
12 alle 15, non stop Grande cucina,
piccoli piatti, con molti chef milanesi, da Battisti a Nespor e Roncoroni,
da Varese a Boer, al romano Callegari con i suoi tripizzini.
Identità Golose: Milano Congressi (la vecchia fiera), via
Gattamelata, Gate 14, dal 10 al 12 febbraio. Orari: 10-19. Ingresso e partecipazione
alle sale: da 50 € (mezza giornata, 1 sala) a 490 € (3 giorni, tutte le sale).
Consigliabile consultare il programma sul sito, il listino e magari iscriversi
in anticipo: www.identitagolose.it.
Milano Food&Wine Festival: Milano Congressi, via Gattamelata
5, Gate 15. Orari: sabato 9, 13-24; domenica 10, 11-22; lunedì 11, 11-18 (la
biglietteria chiude un’ora prima). Ingresso con libera degustazione vini, 30 €
al giorno. Degustazione piatti: 10 € l’uno. Biglietti in vendita anche su www.ticketone.it. Programma e info su www.foodwinefestival.it.
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