sabato 13 luglio 2024

Un salto in Sud Africa. Per provare l'esotico Chenin Blanc e lo spumante "champenois" Natural. Prodotti da Villiera Wines con un contributo...francese

 

I vigneti di Villiera a Stellenbosch (Sud Africa) 

Chenin blanc, questo sconosciuto? In Italia sì, o quasi. Anche se in realtà ha la sua brava Doc anch’esso, la siciliana Menfi, in versione sia ferma sia spumantizzata. È un vitigno a bacca bianca, che nasce in Francia, nella valle della Loira, dove, per l’alto livello di acidità, viene vinificato in vari modi, sia come spumante sia come vino fermo strutturato, e pure come passito dolce, magari da uve attaccate dalla muffa nobile. La vetta espressiva di questo vitigno è probabilmente raggiunta con i due cru della Aoc Savennières, Clos de la Coulée de Serrant e Roches-aux-Moines.

Si potrebbe quindi presumere che lo Chenin blanc sia maggiormente diffuso in Francia. Invece, se nell’Esagono occupa 9.000 ettari - di gran lunga più che in California (3.000) e in Argentina (3.000) - la sorpresa viene dal Sud Africa, dove da tempo è coltivato su ben 19.000 ha, costituendo il vitigno maggioritario in quel Paese: polivalente, può assumere stili differenti a seconda delle vinificazioni e maturazioni praticate dal produttore. 

Stellenbosch, città universitaria e zona viticola alle spalle di Città del Capo (a una cinquantina di km) è uno degli aerali più rinomati e antichi per la coltivazione delle viti sudafricane, naturalmente importate tutte dall’Europa nel corso dei secoli, a partire dal 1655. Qui risiedono gran parte delle aziende vitivinicole più famose, come Villiera Wines

Già nota dagli anni Venti del secolo scorso, ma come azienda di allevamento di pollame creata dalla famiglia Grier (inglese), solo successivamente fu impiantata con i primi vigneti; nel 1983 la terza generazione, avviò l’azienda vinicola, producendo l’anno dopo il primo Cap Classique, cioè uno spumante metodo champenois. Negli anni successivi la coltivazione e la conseguente produzione dei vini si espanse a varietà come Chenin blanc, Chardonnay, Sauvignon blanc, Cabernet e Merlot.

Nei primi mesi del 2023 l’azienda è stata acquistata del gruppo francese Les Grands Chais de France, appartenente alla famiglia Helfrich (un colosso della produzione e della distribuzione di vini di qualità in mezzo mondo), assieme alla tenuta Neethlingshof, fondata nel 1602 e rinomata soprattutto per i suoi vini rossi.

La gestione di Villiera Wines da parte del gruppo francese è particolarmente interessante, poiché si basa sulla sostenibilità e la tutela delle risorse ambientali. La proprietà si estende su 400 ha, di cui 180 a vigneti: per la tutela dell’acqua, quando necessario, questi vengono irrigati a goccia, anche tramite un sistema di raccolta dell’acqua piovana. All’interno della tenuta, poi, si è creato negli anni un ecosistema che comprende stormi di fagiani e faraone, volpi del Capo, manguste grigie e gru blu (in via di

estinzione); per non parlare delle api, da cui si “estraggono” mieli derivati da vari fiori, anche esotici. Nel 2009 è stato istituito un Wildlife Sanctuary di 22 ha per tutelare la fauna selvatica, introducendo anche numerosi animali, come gli springbok (antilopi saltanti) e le giraffe.

È poi in corso da anni il Pebbles Project, che consente ai bambini delle comunità agricole di accedere gratuitamente a programmi educativi, servizi sanitari, nutrizionali.

Ma veniamo ai vini di Villiera. Ne segnaliamo due: il primo naturalmente è uno Chenin blanc.

Chenin Blanc 2023. Le uve, provenienti per il 40% da vecchie vigne ad alberello, vengono raccolte manualmente, in parte minore con anticipo sulla maturazione, per donare freschezza (acidità) alla cuvée, e per il resto quando i grappoli hanno raggiunto la perfetta maturazione.

Dopo la pigiatura di questi ultimi, le bucce vengono lasciate a contato col mosto per circa 4 ore, mentre la uve colte in anticipo vengono pressata a grappolo intero. Dopo una decantazione notturna il mosto illimpidito viene lasciato fermentare a freddo spontaneamente, una metà in botti di rovere. Prima dell’imbottigliamento il mix dei due vini si affina sui lieviti per circa 2 mesi. Può evolversi bene fino al 2028.

Colore: giallo paglierino con riflessi verdolini. Al naso: profumi di salvia, agrumi, passion fruit, con un sussurro speziato. In bocca: abbastanza ricco, sapido e fruttato, di grande piacevolezza.

Abbinamenti: prosciutto e melone, gamberetti in salsa rosa, tonno alla griglia, crostacei e frutti di mare, carni bianche (pollo, tacchino), ma anche, volendo, formaggi a pasta molle e fondute.

Prezzo a bottiglia in enoteca: sui 20 € (ma su alcuni siti Internet, anche intorno ai 9 €).

 

Il secondo vino è uno spumante classico, o metodo champenois, per dirla alla francese.          

Villiera Natural 2019. Qui lo Chenin blanc cede il passo allo Chardonnay, sempre da vigneti di proprietà. Uve sane raccolte a mano e pigiate accuratamente ancora in grappoli. Alla prima
  fermentazione alcolica segue quella malolattica sulle fecce per circa sei mesi. Poi si procede alla seconda fermentazione in bottiglia, che darà luogo all’effervescenza, con una sosta prolungata per 4 anni sui lieviti; infine la sboccatura e il rabbocco senza aggiunta di liqueur zuccherina ma dello stesso vino.

Il colore è giallo paglierino; al naso sentori di lieviti e accenni di frutta matura; in bocca, crosta di pane, pane grigliato, sentori di frutta matura ed esotica. Finale abbastanza lungo, molto gradevole.

Abbinamenti: piacevole aperitivo, ottimo con primi piatti a base di crostacei, ma anche con cappesante gratinate e fritture di pesce.

Prezzo a bottiglia in enoteca: sui 30 € (ma su alcuni siti Internet, anche a circa 15 €).


InfoVilliera WinesCnr R304 & R101 Koelenhof Near, Stellenbosch, Sudafrica, tel. +27(0)218652002, villiera.com .

Les Grands Chais de France, 1 rue de la Division Leclerc, Petersbach (Alsazia, Francia), tel. +33(0)388717979, groupegcf.fr .