sabato 21 ottobre 2017

Il cacciatore di vini colpisce ancora: al Merano Wine Festival fra molte novità spicca quella degli Orange e dei Piwi. E la scoperta di un vino di 6000 anni fa

Il salone Kursaal del Kurhaus dove si tiene il Merano WineFestival

Un novello Bismarck alla conquista di nuovi mercati? Un ambasciatore all’estero del life style italiano? Lui, ultimamente, preferisce l’appellativo di Wine Hunter, “cacciatore” di vini, definizione che ha addirittura brevettato. Helmuth Köcher è un 58enne altoatesino, laureato in Scienze politiche a Innsbruck, già dirigente amministrativo del suo comune, poi convertitosi (sulla via di Bordeaux) al mondo del vino e della gastronomia. Da 25 anni organizza nella sua Merano - seconda città del Sud
Helmuth Kocher, patron del MWF
Tirolo, dopo Bolzano, per numero di abitanti (40mila) - una manifestazione di risonanza ormai internazionale: il Merano WineFestival, quest’anno alla 26a edizione (dal 10 al 14 novembre).
La kermesse si svolge al Kurhaus, grande edificio Liberty, che ha il suo nucleo centrale nel salone Kursaal, e si preannuncia ricca di eventi. Per un verso è una vera e propria mostra vinicola (e non solo), cui partecipano aziende e vini selezionati in modo piuttosto rigoroso: comunque 450 case (italiane ed estere), 200 artigiani del gusto e 15 cuochi di punta. Per la precisione, al Kurhaus dall’11 al 13 si tiene Wine Italia, con 800 vini in esposizione e degustazione; mentre la sala Czerny ospita Wine International con più di 250 vini da Spagna e Argentina, Libano e Sudafrica, Austria e Crimea…
Per un altro verso il MWF è anche una sede di dibattito tecnico e culturale. Interessantissima la prima giornata (venerdì 10) intitolata Naturae et purae, percorso tra naturalità e purezza (del vino): oltre 100 produttori selezionati presentano i loro vini biologici, biodinamici, “naturali”, PIWI (cioè derivati da varietà resistenti alle crittogame - malattie fungine: V. il sito  www.piwi-international.de/it/informazioni/html) e orange. Ma che cosa sono gli Orange Wine? Lasciamo parlare il sito del “loro” festival. “Proprio come ai sapori dolce, salato, acido e amaro si è unito il quinto gusto, l’umami, così ai tre colori del vino, bianco, rosso e rosè, si è unito il quarto membro: l'orange. È uno stile di vini nuovo, con il quale gli anglosassoni per praticità hanno etichettato i vini prodotti da uve bianche attraverso la macerazione prolungata. Il mosto in fermentazione rimane a lungo in contatto con le bucce dei chicchi, traendo da esse i tannini e il colore arancione-dorato con tendenze all'ambra. Tanto che in alcuni paesi, in particolare la Georgia, i vini orange vengono denominati ambrati. È lo stesso procedimento di vinificazione dei vini rossi, un
tempo usato anche per i bianchi e oggi ripreso da alcuni produttori. La percezione dei sapori è ampia,
Vini Orange
Un vino PIWI, il
Solaris Lieselehof
complessa. Va dall'intensità tannica, con gli aromi primari dell'uva, alla frutta matura e secca, con note erbacee e fragranti” (www.orangewinefestival.eu). Si preannuncia quindi di vero interesse il dibattito che farà il punto anche sull’estensione di queste produzioni in Italia e all’estero, intitolato in anglolatino (sic):“Quo vadis? Food&wine, the future is natural?”. Si svolgerà il 9 nei giardini di Castel Trauttmansdorff, con relatori del calibro di Giorgio Grai (famoso enologo trentino, superpartes), Angiolino Maule (vini naturali), Attilio Scienza (cisgenetica), Werner Morandell (vini PIWI),  Rainer Loacker e Luca D’Attoma (vini biodinamici), Carlo Nesler e Fabio Piccini (cibi fermentati). Il 10, oltre 100 produttori di questi vini espongono le loro bottiglie al Kurhaus, sotto il cappello di Naturae et Purae, bio&dynamica.
Scorrendo l’intenso programma, ecco qualche altro suggerimento.
Da non mancare, sempre il 10, alla Cooking farm di piazza della Rena, Wild cooking, show condotto dai grandi cuochi Norbert Niederkofer e Michele Lazzarini (St. Hubertus del Rosa Alpina), Claudio Melis (Kaiserkrone), Mattia Baroni (Castel Flavon), Oliver Piras (Aga), Lorenzo Cogo (El Coq). L’11 apre Wine Italia, con 350 produttori selezionati e Wine International, con i Grands Crus de Bordeaux e il Focus sull’Istria. C’è poi la GourmetArena sulla Promenade, con VinoinVulcano e Beer passion, Aquavitae, Territorium e vari show-cooking.
All’Hotel Terme Merano, parecchie degustazioni guidate di vini di almeno sei annate, fra cui Sassicaia, Barolo Ceretto, Alois Lageder, Nino Negri, Il Borro. Una chicca: 6000 anni di storia del vino, presentazione degli scavi archeologici di Sciacca (Agrigento), che dimostrano l’esistenza di vino in Sicilia già da 6 millenni (finora il più antico ritrovamento italiano, in Sardegna, veniva fatto risalire a 3500 anni fa).
Scoperti in una grotta sul monte Kronio, a Sciacca, residui
di vino in una giara dell'Età del Rame
Ma ecco come sono state selezionate le bottiglie e di conseguenza le cantine presenti al Festival. Entro luglio cinque commissioni hanno testato i campioni di chi ha fatto domanda o comunque è stato segnalato per partecipare. A ognuno è stato assegnato un voto non sempre definitivo; in una seconda selezione sono stati eventualmente limati i voti di “confine”. Infatti la valutazione in centesimi assegna un bollino rosso per i punteggi 88 e 89; oro, da 90 a 94 e platino a 95 e oltre. Tutte queste bottiglie partecipano alla kermesse meranese. I vini devono essere non solo buoni ma, come minimo, emozionare, esemplifica cher: “Quando ti stupiscono e ti portano a esclamare un “ah ah!”  siamo a 90 punti. Per superarli, non solo devono dare grandi emozioni, ma evolvere nel calice, acchiapparti per il naso e per il palato”. Ecco così the Wine Hunter caught, il Cacciatore catturato…Di questi Platinum, solo 25 (lo 0,5%) sono stati selezionati, supervini che verranno rivelati e festeggiati sabato 11 con una grande degustazione.
Novità di quest’anno, il The WineHunter Award diventa anche una guida on line, consultabile gratuitamente. Raccoglie tutte le bottiglie delle tre categorie Rosso, Gold e Platinum, ma anche eccellenze gastronomiche degli artigiani del gusto. Certo, la guida, come tale, soprattutto nella parte enologica, è piuttosto stringata: pochi dati essenziali, nessuna analisi organolettica esplicitata, nessun sito internet citato. Costringe, insomma, a diventare un po’ winehunter anche il lettore…
Come si festeggia un festival ben riuscito? Qui il cacciatore va sul classico, anzi sullo champenois: l’ultimo giorno, il 14, c’è Catwalk Champagne, passerella, appunto, di 100 diverse bottiglie di bollicine francesi, di produttori noti e meno noti. Santé. Prosit. Cin cin.

Merano WineFestival 2017, dal10 al 14 novembre, www.meranowinefestival.com. Si tiene al Kurhaus di corso Libertà 33; alla GourmetArena, Passeggiate lungo Passirio; alla Cooking Farm, piazza della Rena; e all’Hotel Therme Meran, in piazza Terme. Biglietti scontati on line (30-170 € secondo il numero dei giorni e i meeting; al ticket office, 40-180 €).

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